Iscriviti alla newsletter

Schillaci insiste su nuove assunzioni e stipendi: ma di quali infermieri parla?

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 09/10/2025

GovernoPunto di Vista

Dichiarazioni del Ministro Schillaci sulla carenza di personale infermieristico:

"L'intervento principale della Manovra sarà quello sul capitale umano, sui medici, sugli infermieri, sugli operatori sanitari e socio sanitari, che da sempre rappresentano la parte migliore del nostro servizio sanitario nazionale. Stipendi più alti e nuove assunzioni sono le priorità, in linea con le previsioni che annunciano almeno 140 mila operatori in uscita entro il 2035 (Report Agenas), che ci sarà necessità di sostituire: bisogna adoperarsi affinché ci siano nuovi ingressi nel SSN, nuove assunzioni. Ed è molto importante che chi già lavora nel Servizio sanitario nazionale venga gratificato anche dal punto di vista economico, andando a ritoccare, per esempio, le indennità di specificità. Un’operazione di aumento che si immagina affiancata a misure di defiscalizzazione che possano avvicinare nuove leve alla professione sanitaria, specialmente ora che è il momento di portare a regime Case e Ospedali di Comunità." “Con paghe migliori, la professione diventerà attrattiva anche grazie all'istituzione di tre nuovi percorsi specialistici che qualificano la categoria. Gli stipendi verranno aumentati già con i fondi della prossima finanziaria: indennità di specificità più alte, meno vincoli al rapporto di esclusività. Una norma prevista già nel "decreto Bollette" del 2023 ma ancora non bene applicata. Sarebbe giusto lasciarli liberi di dedicarsi all'attività fuori servizio, dopo 38 ore di lavoro settimanali".

In un’intervista rilasciata a quotidianosanità, il Ministro insiste quindi sull’urgenza di intervenire con risorse finanziarie per nuove assunzioni e un adeguamento degli stipendi degli infermieri come misura di valorizzazione e incentivo come avevamo già riferito. L’intervento su stipendi più alti e nuove assunzioni rappresenta quindi la priorità per contrastare la carenza di personale infermieristico e sanitario nel complesso.

Quel che il ministro non dice è dove intende reperire gli infermieri per le nuove assunzioni o meglio, come abbiamo riportato in questo articolo, è disposto ad andare a cercarli anche in India e ovunque se ne possano reperire aggiungo. E a riguardo mi viene da dire: siamo sicuri che gli infermieri indiani, non vedano l’ora di venire a lavorare in Italia scegliendo il bel paese anziché altri stati come Regno Unito e Australia dove non avrebbero nemmeno il problema della barriera linguistica (gli indani parlato praticamente tutti l'inglese) o altri paesi europei come Germania, Belgio, Spagna che offrono stipendi più alti e condizioni di lavoro più vantaggiose? Cos’ha da offrire il servizio sanitario nazionale a questi professionisti posto che non riesce a trattenere e ad attrarre più nemmeno i propri?

Inoltre, per gli infermieri stranieri sono richiesti rigidi standard di selezione, formazione, specializzazione e conoscenza della lingua italiana per evitare problemi di comunicazione con i pazienti e diciamolo, l’italiano non è certo tra le lingue più parlate al mondo (29° posto in classifica).

Tornando all’India, benché il numero totale di infermieri sia alto (oltre 3 milioni), il paese soffre ancora di una densità infermieristica relativamente bassa: 1,96 infermieri ogni 1.000 abitanti, inferiore alla soglia di 3 raccomandata dall’OMS. Ciò implica che esistono differenze regionali e difficoltà nel coprire adeguatamente il fabbisogno sanitario interno, specialmente nelle aree rurali e più povere. Insomma l’India non ha un surplus di professionisti da avviare verso altre nazioni e chi si trova nelle condizioni di farlo non pensa certo all’Italia come prima scelta.

Insomma caro ministro Schillaci, se avessi l'opportunità di intervistarLa Le farei osservare questi dati e Le chiederei ancora: “dove crede di reperirli e come pensa di attrarli se già non riusciamo coi nostri? Davvero crede che le misure su indennità e libera professione possano risolvere il problema? Crede davvero che un infermiere distrutto da un turno in corsia abbia voglia e tempo da dedicare ad attività libero professionali in proprio o intra moenia, in una misura che consenta anche solo lontanamente di recuperare le perdite inflazionistiche e di raggiungere i livelli retributivi di altri paesi europei?”.

Andrea Tirotto