Garavaglia shock: 'Un liceo per infermieri'. Così si cancella trent’anni di professione
Le dichiarazioni rilasciate dal Viceministro dell’Economia e delle Finanze Massimo Garavaglia a Quotidiano Sanità a commento della manovra finanziaria, sono a dir poco sconvolgenti.
Prendiamo intanto nota di un elemento molto importante alla luce dei fiumi di parole riversati in questi giorni sull’altare della gloria alla professione infermieristica. Infatti Garavaglia evita ogni conferma sugli aumenti previsti per il personale sanitario finché non sarà disponibile il testo definitivo della legge di bilancio, prendendo le distanze dalle stime circolate e dichiarando: “non ho mai compreso la prassi di fare calcoli sul nulla, senza un documento ufficiale da analizzare”. Una prudenza legittima alla luce del fatto che la versione finale potrebbe differire dalla bozza e dalle aspettative create dalle anticipazioni mediatiche, che rispecchia il clima d'incertezza sulle risorse reali destinate agli infermieri e richiama la necessità di analizzare i numeri ufficiali prima di trarre conclusioni sulle ricadute salariali. Insomma, ci avevamo visto giusto quando sulle anticipazioni di Schillaci commentavamo che era impossibile qualsiasi giudizio senza avere in mano le cifre reali della vera ricaduta sulle professioni infermieristiche.
E fino qui, nulla di sconvolgente se non fosse che da viceministro dovrebbe conoscere le cifre molto bene e dire con chiarezza se si sta parlando di fuffa, propaganda, briciole o pagnotte.
Ma è sul fronte della carenza infermieristica che Garavaglia sorprende, spostando il baricentro dalle sole questioni economiche a quelle della struttura del percorso formativo professionale, attaccandolo direttamente. Ha infatti affermato che la laurea in infermieristica non è abbastanza attraente, stante il numero dei candidati inferiore rispetto ai posti disponibili, e che il punto critico non consisterebbe solo nell'insufficienza degli stipendi o nel carico di lavoro, ma soprattutto – udite udite – nel percorso formativo considerato troppo lungo e, per certi versi, simile a quello medico, in una equiparazione che svaluterebbe la scelta della professione infermieristica fra i giovani, che a parità di sforzo potrebbero preferire l’accesso alla carriera medica.
Trovo confortante che il viceministro si sia reso conto di quanto lungo possa essere il percorso formativo dell’infermiere, ma trovo assurdo che questo non gli faccia comprendere quanto sia grave la questione infermieristica, posto proprio il ruolo, il potenziale inespresso e le ripercussioni cliniche ed economiche, dimostrate ormai da fiumi di letteratura; il resto del ragionamento non credo sia così ovvio, posto che anche i medici lamentano stipendi inadeguati.
Ma è al momento dell’iniziativa che il viceministro diventa dirompente, parlando come un costruttore che vuole innalzare un palazzo ignorando la legge di gravità e le norme edilizie, meravigliandosi poi che crolli tutto. E lo fa lanciando la proposta di istituire un “liceo abilitante”, che rappresenterebbe il modo migliore per contrastare la crisi e non aumentare le importazioni di personale dall'estero, creando un percorso diretto alla professione già a partire dalle scuole superiori. Un modello che prevederebbe una figura base di assistente infermiere subito operativa dopo il diploma, con successiva possibilità di specializzazione. Qualcosa che, secondo Garavaglia, consentirebbe sia di trattenere competenze e giovani in Italia, sia di rispondere alla domanda urgente di operatori, evitando gli attuali ostacoli di riconoscimento e integrazione del personale formato all'estero. Ci mancano solo grembiule e cornetta.
In una frase, il viceministro ha praticamente demolito un percorso formativo e un’autonomia professionale in piedi dal 1994, più o meno come fece un noto primo ministro affibbiando il titolo di infermiere a chiunque sapesse fare un’intramuscolo e maneggiare la cassetta del pronto soccorso. Illuminante e profetico.
A voi ogni considerazione e commento, io mi riservo di farne in separata sede, che son periodi di querela facile