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A Bologna il XXV Congresso dei Medici Diabetologi - novità e ruolo strategico degli infermieri

Con il patrocinio del CNR, l’AMD – Associazione Medici Diabetologi – ha dato vita al XXV Congresso Nazionale, svoltosi a Bologna dal 15 al 18 ottobre 2025. L’evento ha rappresentato un momento cruciale per la comunità diabetologica italiana, chiamata a rispondere a sfide complesse come l’aumento della prevalenza del diabete, le disuguaglianze nell’accesso alle cure, la sostenibilità dei sistemi sanitari e la necessità di un’assistenza personalizzata ed efficace. Durante il Congresso si sono svolte sessioni plenarie, tavole rotonde e attività clinico-pratiche che hanno promosso il dialogo tra istituzioni, specialisti, team assistenziali e persone con diabete. È stata valorizzata la ricerca e l’attività dei giovani diabetologi, favorendo la diffusione di buone pratiche assistenziali regionali.

Sotto il titolo “Innovazione terapeutica, tecnologica ed assistenziale: costruiamo insieme il futuro della diabetologia”, il Congresso ha trattato temi che stanno ridefinendo la pratica clinica: le innovazioni terapeutiche con nuove molecole e combinazioni e l’aggiornamento delle linee guida; le tecnologie avanzate, quali i sistemi di monitoraggio continuo della glicemia, i microinfusori intelligenti, l’intelligenza artificiale e le piattaforme digitali; i nuovi modelli di assistenza, orientati verso una medicina di prossimità, personalizzata e sostenibile.

Particolare attenzione è stata dedicata a tematiche emergenti come lo screening precoce del diabete di tipo 1, i trattamenti preventivi, la gestione del diabete nelle popolazioni fragili e anziane, nonché le nuove complicanze e le politiche sanitarie volte a garantire equità e qualità delle cure su tutto il territorio nazionale.

Una delle novità più significative emerse è la crescente rilevanza della medicina di precisione e dell’intervento precoce nella gestione del diabete. La sessione congiunta AMD-EASD ha messo in evidenza l’urgenza di un approccio tempestivo, anche nelle fasi in cui le alterazioni glicemiche sono lievi, corrispondenti ai confini del prediabete"ovvero valori di emoglobina glicata poco al di sopra del range normale" — che comportano un aumento del 24% del rischio di complicanze cardiovascolari.

Come ha sottolineato Giuseppina Russo, coordinatrice nazionale degli Annali AMD, intervenire con tempestivitàpuò modificare la traiettoria della malattia. La correzione dell’iperglicemia, pur in presenza delle nuove terapie, resta fondamentale. Si supera così il modello “taglia unica” per aprire la strada a cure personalizzate, poiché il diabete di tipo 2 presenta meccanismi patologici eterogenei da individuo a individuo.

Tra le innovazioni terapeutiche più promettenti si segnalano farmaci multimodali come la tirzepatide, capaci di agire simultaneamente sul controllo glicemico, sulla riduzione del peso corporeo e sulla protezione cardiovascolare e renale, rivolgendosi soprattutto a pazienti complessi con diabete tipo 2 e obesità. Si stanno inoltre sviluppando insuline a lunga durata d’azione e “smart insulin”, in grado di adattarsi dinamicamente ai livelli glicemici per una gestione più precisa e meno invasiva della patologia.

Accanto alle terapie avanzate, le tecnologie digitali e i dispositivi per il monitoraggio continuo permettono un controllo più dettagliato e facilitano l’autogestione del paziente.

Il Congresso ha ribadito il ruolo centrale dell’infermiere nella nuova fase della diabetologia. Gli infermieri sono fondamentali nell’educazione terapeutica, nel monitoraggio clinico e nell’empowerment del paziente, contribuendo a migliorare gli esiti clinici e la qualità della vita. Il potenziamento delle competenze infermieristiche è indispensabile per integrare efficacemente la figura dell’infermiere nei modelli di cura personalizzata e multidisciplinare. La prevenzione primaria e secondaria, la promozione di stili di vita salutari e il supporto all’autogestione sono attività nelle quali la professione infermieristica svolge un ruolo chiave. Inoltre, la creazione di ambulatori infermieristici dedicati alla presa in carico integrata del paziente cronico, in stretta collaborazione con medici di medicina generale e specialisti, favorisce una continuità assistenziale che riduce la frammentarietà delle prestazioni e migliora la qualità di vita del paziente diabetico.

 

Andrea Tirotto