Iscriviti alla newsletter

Dal 2027 TFS e TFR in 9 mesi per i dipendenti pubblici, ma non per tutti. Ecco i requisiti

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 22/10/2025

AttualitàGoverno

 

La Legge di Bilancio 2026 (in bozza) porta con sé una novità importante per i dipendenti pubblici prossimi alla pensione. L’articolo 44 interviene direttamente su un nodo storico e spesso contestato: i tempi di liquidazione del trattamento di fine servizio (TFS) e del trattamento di fine rapporto (TFR).

COSA CAMBIA DAL 1° GENNAIO 2027

A partire dal 1° gennaio 2027, per i lavoratori del pubblico impiego che maturano i requisiti pensionistici da quella data in poi, i tempi di attesa per ricevere il TFS in caso di pensionamento per raggiungimento dei limiti di età o servizio si ridurranno da dodici mesi a nove mesi.

È quanto stabilito dalla modifica al decreto-legge n. 79 del 1997 (art. 3, comma 2), che disciplina le tempistiche di liquidazione. Attualmente, in questi casi, il pagamento avviene dopo un anno dalla cessazione dal servizio. La riforma proposta dalla Legge di Bilancio abbassa questa soglia temporale di tre mesi, fissando il termine a nove mesi.

Restano invece invariati i termini per le altre modalità di cessazione, che continuano a prevedere ventiquattro mesi di attesa dalla fine del rapporto di lavoro.

A CHI SI APPLICA LA MISURA

La nuova disposizione riguarda un’ampia platea di lavoratori pubblici, tra cui:

  • Dipendenti ministeriali e del comparto scuola

  • Personale delle Forze Armate e di Polizia

  • Lavoratori degli enti locali e del Servizio Sanitario Nazionale

  • Dipendenti delle Regioni e delle Agenzie pubbliche

Tutti questi soggetti, in caso di pensionamento per raggiunti limiti di età o servizio, potranno beneficiare della riduzione dei tempi per la liquidazione del TFS/TFR.

TEMPISTICA COMPLESSIVA: COSA SIGNIFICA

Il testo, come riformulato, prevede che l’amministrazione eroghi la prestazione entro tre mesi dal momento in cui scatta il diritto, altrimenti dovrà riconoscere interessi per il ritardo.

In pratica:

  • Per pensionamenti “d’ufficio” (limiti di età o servizio): liquidazione dopo 9 mesi + pagamento entro i 3 mesi successivi.

  • Per altre cessazioni volontarie o anticipate: liquidazione dopo 24 mesi + pagamento entro 3 mesi.

PERCHÉ CONTA

Si tratta di un piccolo passo avanti su un tema annoso. Il ritardo nella corresponsione del TFR/TFS è da anni motivo di malcontento tra i dipendenti pubblici, specie se paragonato ai tempi molto più rapidi previsti nel settore privato.

La riduzione da 12 a 9 mesi segna una volontà del legislatore di alleggerire questo fardello, almeno per chi va in pensione per limiti ordinamentali. Tuttavia, resta fuori dall’intervento una vasta platea di lavoratori pubblici che lasciano il servizio in altre modalità – per esempio con Quota 103, pensione anticipata o opzione donna – e che continueranno ad aspettare due anni prima di vedere un euro.

 

In sintesi: dal 2027, chi andrà in pensione per raggiunti limiti di età o servizio nel pubblico impiego – tra cui ministeriali, insegnanti, sanitari, militari, forze di polizia, regionali e comunali – potrà contare su un TFR/TFS liquidato in tempi leggermente più brevi. Ma per molti altri lavoratori, l’attesa di 24 mesi resta una realtà ben radicata.