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Diatriba “OSS-SuperOSS” in Veneto: gli OPI rispondono, nascondendosi dietro un dito

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 15/04/2022 vai ai commenti

AttualitàVeneto

Rispetto alle polemiche nate intorno alla recente notizia che vorrebbe il Veneto capofila di una infelice decisione, ovvero quella di creare una figura a metà tra OSS e Infermieri, ecco che i Presidenti degli OPI delle 5 province venete escono con un comunicato stampa.

Purtroppo, nell’enfasi delle risposte, molto piccate verso chi ha “osato” contestare le scelte di cui sopra, hanno dimenticato un piccolo particolare, ovvero quello di rispondere alla domanda “Perché?”.

Credo sia inutile rispondere, nascondendosi dietro un dito, impugnando l’accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003. Troppo poco. Gli accordi si fanno e si disfano.

Perché gli OPI del Veneto non spiegano a tutti i loro iscritti il motivo per il quale si sta avallando tale, scellerata scelta? Perché non si schierano, al di là dei vincoli normativi (piuttosto fragili, in verità) a favore o contro la decisione di attribuire ai SuperOSS un certo numero di attività tipicamente infermieristiche?

L’ho già scritto in un articolo precedente (vedi): Uno dei motivi è la carenza di infermieri sul territorio nazionale: la professione ha perso appeal, pochi giovani scelgono di iscriversi all’Università per intraprendere il relativo percorso formativo e, tra coloro che si laureano, un discreto numero sceglie di lavorare all’estero.

Va quindi operato un intervento che miri a migliorare l’attrattività della nostra professione (concedendo, nei contratti di lavoro, maggiori possibilità di carriera, migliore retribuzione, possibilità di lavorare anche in libera professione e così via) invece che attribuire nuove mansioni agli OSS”.

Quindi gli OPI e i nostri governanti dovrebbero lavorare in questo senso perché, avanti di questo passo, potrebbe restare un solo infermiere per corsia e un numero “X” di SuperOSS agli ordini di quell’unico infermiere e dei medici, riportando il quadretto della nostra sanità indietro di 60 anni, dove la quasi totalità del personale addetto all’assistenza era composto da “ancelle del medico”. L’unica differenza è che allora si chiamavano Infermieri Generici e Infermiere Professionali e oggi si chiameranno SuperOSS, oppure OSS FC, oppure mini-Infermieri.

Qui sotto, il comunicato stampa degli OPI del Veneto del 14 aprile 2022.

 

COMUNICATO STAMPA - ORDINI DELLE PROFESSIONI INFERMIERISTICHE DI BELLUNO, TREVISO, VENEZIA, ROVIGO E VICENZA

Rapporto tra Oss e Infermieri in Veneto: no a polemiche false e strumentali

“Una polemica inutile e anacronistica”. Gli Ordini degli infermieri del Veneto (OPI), intervengono con decisione per chiarire alcuni punti sul controverso dibattito inerente la “nuova” ipotizzata figura degli operatori socio-sanitari con formazione complementare o - come sono stati definiti con termini impropri e fuorvianti - sottolinea un comunicato stampa a firma dei presidenti dei singoli Ordini Veneti -, “mini Infermieri” e peggio ancora “infermierini”.

“A suo tempo, unitamente alla nostra Federazione Nazionale (FNOPI) - scrivono i Presidenti degli Ordini infermieristici del Veneto - siamo intervenuti su una delibera della Regione Veneto varata lo scorso anno (DGR 305/2021), che creava i presupposti di una nuova figura professionale con un’inedita relazione assistenziale diretta e profili di autonomia non previsti dalla norma, portando all’ipotesi di sostituzione impropria, che poteva mettere a rischio la professionalità infermieristica e la salute degli assistiti. Delibera stoppata – sottolineano – prima dal Tar e poi dal Consiglio di Stato”.

“Pertanto, al di là della necessità di una nuova e più lungimirante programmazione, quello che si sta cercando di fare ora tra Istituzioni dello Stato, Regione e Ordini delle Professioni Infermieristiche del Veneto - è scritto nella nota -, è ripristinare la corretta filiera di responsabilità professionale connessa alla gestione del processo, ascritta all’infermiere sin dal 1994. Pertanto, con l’intervento che si va costruendo, nulla cambia, rispetto all’attuale: l’infermiere, sulla base delle valutazioni professionali che gli competono, decide se e a chi attribuire l’attività prevista per il raggiungimento degli obiettivi assistenziali”.

“Anche sulle attività attribuibili al personale di supporto – ribadisce il comunicato stampa -, si è concentrata l’azione del Coordinamento degli OPI del Veneto, nell’ambito di una filiera assistenziale che vede l’Operatore Socio Sanitario a supporto all’attività infermieristica e gli consente, non da oggi, ma da quasi 20 anni (Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003), di esperire una formazione complementare a quella di base”.

 

I Presidenti degli Ordini delle Professioni Infermieristiche di Belluno, Treviso, Venezia, Rovigo e Vicenza