Un sanitario su due è in burnout. Troppi gli errori e rischi per la salute causati dallo stress
Si definisce sindrome da burnout una sindrome legata allo stress lavoro-correlato che porta il soggetto all'esaurimento delle proprie risorse psico-fisiche, alla manifestazione di sintomi psicologici negativi (ad es. apatia, nervosismo, irrequietezza, demoralizzazione).
Secondo uno studio condotto da Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri), presentato al XXVIII Congresso Nazionale della Federazione, su un campione rappresentativo di oltre duemila professionisti sanitari a dichiararsi in “burnout” è il 49,6%.
L'incidenza è più del doppio tra le donne, dove permane la difficoltà di coniugare il tempo di lavoro con quello assorbito dai figli e la famiglia in genere. Ad influire sullo stato di stress cronico è anche il fattore età, visto che sotto i trent'anni la percentuale di chi è in burnout cala al 30,5%.
Come ben noto lo stress è anche una delle cause principali di errori.
Uno studio condotto dalla Johns Hopkins University School of Medicine e dalla Mayo Clinic del Minnesota ha infatti rilevato che almeno un errore grave nel corso dell'anno nel 36% dei sanitari è causato dal burnout. Per gli infermieri in particolare secondo una serie di studi internazionali raccolti dalla Fnopi si arriva al 57% gli errori clinici più o meno gravi commessi nell'arco di un anno.
Oltre ai numerosi errori causate da tale sindrome abbiamo anche numerosi rischi per la salute.
Secondo quanto affermato da Francesco Dentali, Presidente Fadoi, il rischio di infarto del miocardio e di altri eventi avversi coronarici è circa due volte e mezzo superiore in chi è in burnout e le minacce di aborto vanno dal 20% quando l'orario di lavoro non supera le 40 ore settimanali fino al 35% quando si arriva a farne 70”.
Le condizioni lavorative portate a ritmi spesso insostenibili porta inoltre a somatizzare. Il 61% dei medici e il 48,4% degli infermieri testati da Fadoi conclude la sua giornata lavorativa sentendosi “emotivamente sfinito”.
La problematica si fa ancora più sentire quando si ricopre un ruolo di responsabilità.
Tra i coordinatori infermieristici il 45% è infatti in burnout e la stessa percentuale pensa ad passaggio dal servizio pubblico a quello privato dove le retribuzioni arrivano ad essere anche il doppio.
Nei coordinatori infermieristici troviamo tra i sentimenti più ricorrenti senso di frustrazione, sensazione di non riuscire ad andare avanti e senso di colpa per avere dovuto trascurare qualche paziente. Troviamo invece percentuali più basse tra i coordinatori medici dove la percentuale di burnout è il 31,8%.