Aviaria. Tutto ma proprio tutto ciò che devi sapere, dai sintomi all’acquisto polli in rosticceria
Che cos'è l'influenza aviaria?
È una infezione virale che si diffonde normalmente tra gli uccelli. Tuttavia, alcuni virus dell'influenza aviaria possono infettare altri animali e le persone. I sintomi nell'uomo possono variare da una lieve infezione delle vie respiratorie superiori (febbre e tosse) a una grave polmonite, sindrome da distress respiratorio acuto (difficoltà respiratoria), shock e persino la morte.
Sintomi
Le forme cliniche causate dai virus dell'influenza aviaria sono state associate con una vasta gamma di malattie, dalla semplice congiuntivite, alla malattia simil-influenzale, alla malattia respiratoria grave (ad esempio, difficoltà respiratorie, polmoniti, insufficienza respiratoria), alla malattia multi-organo. A volte, sono accompagnate da nausea, dolori addominali, diarrea, vomito e malattie neurologiche (alterazione dello stato mentale, convulsioni).
Cause
L'influenza aviaria colpisce numerosi uccelli selvatici migratori (anatidi) che possono infettare il pollame domestico come le anatre, le oche, i tacchini e i polli. Il virus si trasmette all'uomo attraverso il contatto diretto con uccelli infetti, vivi o morti, con i loro escrementi o con le secrezioni provenienti dalle vie respiratorie e dagli occhi.
La vendita di pollame vivo nei mercati all'aperto, dove le uova e gli uccelli sono venduti in condizioni di sovraffollamento e, spesso, di igiene precaria, rappresenta un'importante forma di esposizione al virus con rischio di infezione e diffusione della malattia. È, quindi, fortemente consigliato di non frequentare tali luoghi se si viaggia in paesi colpiti da focolai di influenza aviaria. Il virus A/H5N1 dal 2011 è considerato radicato (endemico) in Bangladesh, Egitto, Cina, India, Indonesia e Vietnam.
Per ridurre la diffusione del virus tra gli allevamenti di pollame (avicoli), si attuano procedure di pulizia e disinfezione, sia in ingresso che in uscita dagli allevamenti, per persone, mezzi e materiali. I virus dell'influenza aviaria, infatti, si possono trasmettere da un allevamento infetto ad altri anche attraverso i mezzi di trasporto utilizzati nelle aziende, il contatto con strumenti ed attrezzi infetti, le gabbie per gli uccelli, i mangimi e persino gli indumenti degli operatori.
L'influenza aviaria non si trasmette attraverso il cibo cotto. Se il metodo di preparazione dei cibi permette il raggiungimento di una temperatura interna di almeno 74°C, il consumo di pollame e uova è sicuro.
Diagnosi
L'infezione da virus dell'influenza aviaria nell'uomo non può essere accertata (diagnosticata) solo attraverso i segni e i disturbi che provoca. Occorre valutare la probabilità che la persona malata sia stata in contatto con animali infetti ed effettuare test di laboratorio. Di solito, è accertata (diagnosticata) attraverso l'analisi delle secrezioni raccolte da un tampone inserito nel naso o nella faringe durante i primi giorni di malattia. Dopo qualche settimana dall'infezione (conferma diagnostica di caso sospetto), inoltre, possono esser richieste delle analisi del sangue per verificare la presenza degli anticorpi specifici.
Anche la diagnostica per immagini (radiografia del torace) nei casi, sospetti o confermati, di polmonite può essere utile per esaminare le condizioni dei polmoni e intervenire con una cura farmacologica mirata.
Terapia
A seconda della forma con cui la malattia si manifesta (congiuntivite, sindrome simil-influenzale o malattia respiratoria severa), la cura (terapia) può essere differente. Sono disponibili farmaci antivirali (Oseltamivir, Zanamivir) che possono ridurre la durata della malattia ed alleviarne i disturbi (sintomi). È importante iniziare la cura prima possibile, entro 48-72 ore da quando si manifestano i segni di una possibile influenza aviaria.
Prevenzione
Le misure preventive da seguire se si viaggia in paesi in cui sono presenti focolai di influenza aviaria verificati sono:
- evitare di passare e sostare in mercati o allevamenti in cui siano presenti animali vivi
- evitare il contatto con superfici contaminate da escrementi di uccelli o da attività di macelleria
- evitare il contatto con gli uccelli, vivi o morti
- non mangiare carne o uova poco cotte
- usare utensili diversi per carne cotta e cruda nella preparazione del cibo
- lavare frequentemente le mani con un detergente (Video)
Esiste un vaccino per la protezione contro il virus A/H5N1 ma le forniture sono limitate e non è disponibile al pubblico.
È consigliata la vaccinazione contro l'influenza stagionale a tutte le persone che possono essere esposte a virus influenzali aviari (allevatori, veterinari, personale dei macelli, personale che lavora in aree a rischio); benché tale vaccino non offra protezione specifica contro i virus dell'influenza aviaria, può ridurre le complicazioni cliniche associate ed i rischi di co-infezioni (contemporanea infezione da virus influenzale aviario ed umano in un soggetto esposto ad entrambi) e, di conseguenza, possibili ricombinazioni del virus aviario con il virus umano che potrebbero favorire la diffusione nella popolazione di virus nuovi aviari-umani.
FAQ Aviaria
Quali sono i virus influenzali?
Esistono quattro tipi di virus influenzali: tipi A, B, C e D:
I virus influenzali A infettano l'uomo e diversi animali. L'emergere di un nuovo virus influenzale A, con capacità di infettare le persone e con trasmissione sostenuta da persona a persona, può causare una pandemia influenzale.
I virus influenzali B circolano tra le persone e causano epidemie stagionali. Dati recenti hanno mostrato che possono infettare anche le foche.
I virus influenzali C possono infettare sia le persone che i suini, ma le infezioni generalmente provocano forme lievi di malattia e vengono segnalate raramente.
I virus influenzali D colpiscono principalmente i bovini e non è noto che infettino o causino malattie nelle persone.
I virus influenzali di tipo A sono di grande importanza per la sanità pubblica a causa del loro potenziale zoonosico (trasmissione dagli animali all’uomo) e, data l’elevata trasmissibilità, nel caso in cui siano in grado di trasmettersi da uomo a uomo, possono essere in grado di causare una pandemia influenzale.
Questi virus, sono classificati in sottotipi in base alle combinazioni di diverse proteine di superficie del virus emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA).
Finora sono stati identificati 18 sottotipi di emoagglutinina e 11 sottotipi di neuraminidasi.
In base alla specie colpita, la malattia portata dal virus dell'influenza A prende il nome della specie interessata. Si parla quindi di: influenza aviaria, influenza suina e così via.
I sottotipi dei virus dell'influenza aviaria più patogeni, siano essi circolanti in uccelli selvatici o in volatili domestici, appartengono ai sottotipi H5 (H5N1 – H5N8), H7 (H7N7) e H9 (H9N2), mentre quelli dell’influenza dei suini appartengono ai sottotipi H1 (H1N1) e H3 (H3N2).
Questi virus influenzali che colpiscono gli animali sono distinti dai virus dell'influenza umana e non si trasmettono facilmente tra le persone.
Come si trasmette l’influenza aviaria? Quali sono i fattori di rischio per l’uomo?
In termini di trasmissione, sono state segnalate sporadicamente infezioni umane con virus dell'influenza aviaria e altri virus zoonotici, sebbene rari.
Il principale fattore di rischio per l'uomo è l'esposizione in ambienti contaminati con alta carica virale e a stretto contatto con gli animali infetti, siano essi vivi o morti. Sono quindi situazioni a rischio i mercati di uccelli vivi, diverse fasi della lavorazione del pollame, come la macellazione, la spiumatura, la manipolazione delle carcasse.
Non ci sono prove che suggeriscano che i virus A(H5), A(H7N9) o altri virus dell'influenza aviaria possano essere trasmessi all'uomo attraverso la manipolazione delle carni di pollame o uova adeguatamente preparati e trattati termicamente, come la cottura. Alcuni casi umani di influenza A(H5N1) sono stati collegati al consumo di piatti a base di sangue di pollame crudo e contaminato. Per quanto riguarda la trasmissibilità interumana (da uomo a uomo), i dati al momento disponibili non dimostrano un’alta infettività di questi virus, sebbene si siano verificati alcuni casi, per lo più all’interno del contesto familiaredeterminanti da contatto stretto e prolungato.
Nel 1997, sono state segnalate infezioni umane da virus HPAI A(H5N1) durante un focolaio nel pollame nella Regione ad Amministrazione Speciale (RAS) di Hong Kong, in Cina. Dal 2003, questo virus aviario si è diffuso dall'Asia all'Europa e all'Africa ed è diventato endemico nelle popolazioni di pollame in alcuni paesi. Le epidemie hanno provocato milioni di infezioni nel pollame, diverse centinaia di casi e molti decessi umani (circa 850 casi ufficiali) . Nel 2013, per la prima volta in Cina sono state segnalate infezioni umane da virus A(H7N9). Da allora, il virus si è diffuso nella popolazione avicola in tutto il paese e ha provocato oltre 1500 segnalazioni di casi tra le persone compresi molti decessi. Altri virus dell'influenza aviaria hanno provocato infezioni umane occasionali, inclusi i virus A(H7N7) e A(H9N2).
Il controllo della circolazione dei virus dell'influenza aviaria nel pollame è essenziale per ridurre il rischio di infezione umana.
In Italia ci sono pericoli di trasmissione della malattia all'uomo?
I virus responsabili di focolai nel pollame in Italia si sono dimostrati sempre poco pericolosi per l'uomo. Le rarissime infezioni segnalate sono state asintomatiche o hanno provocato delle congiuntiviti guarite spontaneamente. È importante ricordare inoltre che nei Paesi in cui si sono verificati casi umani gravi, la trasmissione della malattia è avvenuta per uno stretto contatto con volatili domestici attraverso secrezioni e feci disseccate degli animali.
Quali sono i segni e i sintomi dell'influenza aviaria nell'uomo?
Le infezioni da influenza aviaria, suina e altre zoonosi nell'uomo possono causare malattie, che vanno da una lieve infezione delle vie respiratorie superiori (febbre e tosse) a una rapida progressione fino a polmonite grave, sindrome da distress respiratorio acuto, shock e persino la morte.
Sintomi gastrointestinali quali nausea, vomito e diarrea sono stati riportati più frequentemente nell'infezione da A(H5N1). Anche la congiuntivite è stata riportata in alcuni casi. Le caratteristiche della malattia come il periodo di incubazione, la gravità dei sintomi e l'esito clinico variano a seconda del virus che causa l'infezione, ma si manifesta principalmente con sintomi respiratori.
In molti pazienti con virus dell'influenza aviaria A(H5) o A(H7N9), la malattia ha un decorso clinico aggressivo. I sintomi iniziali comuni sono febbre alta (maggiore o uguale a 38°C) e tosse seguiti da sintomi che coinvolgono le basse vie respiratorie, tra cui dispnea o difficoltà respiratorie. I sintomi delle alte vie respiratorie come mal di gola o raffreddore sono meno comuni.
Nel decorso clinico di alcuni pazienti sono stati riportati anche altri sintomi come diarrea, vomito, dolore addominale, sanguinamento dal naso o dalle gengive, encefalite e dolore toracico. Le complicanze dell'infezione comprendono polmonite grave, insufficienza respiratoria ipossiemica, disfunzione multiorgano, shock settico e infezioni batteriche e fungine secondarie.
Per le infezioni umane da virus dell'influenza aviaria A(H7N7) e A(H9N2), la malattia è tipicamente lieve o subclinica. Finora è stata segnalata nei Paesi Bassi solo un'infezione umana fatale da A(H7N7).
Per le infezioni umane da virus dell'influenza suina, nella maggior parte dei casi si è presentata una forma lieve di malattia con pochi casi ospedalizzati e pochissime segnalazioni di decessi.
Per le infezioni da virus dell'influenza aviaria A(H5N1) nell'uomo, i dati attuali indicano un periodo di incubazione che va in media da 2 a 5 giorni e fino a 17 giorni. Per le infezioni umane da virus A(H7N9), il periodo di incubazione varia da 1 a 10 giorni, con una media di 5 giorni. Per entrambi i virus, il periodo medio di incubazione è più lungo di quello dell'influenza stagionale (2 giorni).
Infezioni, per lo più con lieve sintomatologia, sono segnalate anche con i sottotipi H3 e H10.
Che differenza c'è tra influenza aviaria e pandemia influenzale?
L'influenza aviaria è l'infezione sostenuta da virus dell'influenza che generalmente colpisce volatili e che, in particolari condizioni di contatto, può trasmettersi da uccelli infetti all'uomo. La pandemia influenzale è un'epidemia globale di influenza causata da un nuovo virus influenzale che emerge e si trasmette da persona a persona, causando la malattia in vaste regioni in tutto il mondo.
Esiste un rischio potenziale che un virus dell'influenza aviaria, come virus A(H5) e A(H7), possa rendersi responsabile di pandemia influenzale?
La circolazione continua di alcuni virus dell'influenza aviaria nel pollame, come i virus A(H5) e A(H7), è fonte di preoccupazione per la sanità pubblica poiché questi virus causano nelle persone forme gravi di malattia e hanno il potenziale di mutare e aumentare la trasmissibilità tra le persone.
Ad oggi, non è stata segnalata una trasmissione sostenuta tra le persone, sebbene sia noto il rischio potenziale a causa di sporadici episodi legati a prolungata esposizione con pazienti infettati ed in particolari condizioni igienico-sanitarie.
Vi sono restrizioni all'effettuazione di viaggi?
Al momento l'OMS non fornisce indicazioni per limitare viaggi per e da paesi colpiti dall'influenza aviaria. Tuttavia, i viaggiatori possono adottare alcune misure di prevenzione per ridurre il rischio di infezione.
Prevenzione e farmaci
È disponibile un vaccino efficace contro il virus dell'influenza aviaria?
Attualmente nell'Unione europea sono autorizzati due vaccini contro l'influenza aviaria, Nobilis Influenza H5N2 e Pa-Olvac.
Sono disponibili farmaci per la prevenzione e il trattamento dell'influenza aviaria?
Sì. Per il trattamento (e la prevenzione) di un'infezione umana da virus dell'influenza aviaria, le evidenze scientifiche suggeriscono che alcuni farmaci antivirali, in particolare gli inibitori della neuraminidasi (oseltamivir, zanamivir), possono ridurre la durata della replicazione virale e migliorare le prospettive di sopravvivenza, tuttavia sono necessari ulteriori studi clinici. È stata segnalata l'insorgenza di resistenza all'oseltamivir.
Nei casi sospetti e confermati, gli inibitori della neuraminidasi devono essere prescritti il prima possibile (idealmente entro 48 ore dall'insorgenza dei sintomi) per massimizzare i benefici terapeutici. Tuttavia, data la significativa mortalità attualmente associata alle infezioni da sottotipi virali A(H5) e A(H7N9) e l'evidenza di una prolungata replicazione virale, la somministrazione del farmaco dovrebbe essere presa in considerazione anche nei pazienti che si trovano in fasi tardive della malattia.
Il trattamento è raccomandato per un minimo di 5 giorni, ma può essere esteso fino a quando non si ottiene un miglioramento clinico soddisfacente.
I corticosteroidi non devono essere usati di routine, a meno che non sia indicato per altri motivi (es: asma e altre condizioni specifiche); poiché è stato associato a una prolungata clearance virale, immunosoppressione che porta a superinfezione batterica o fungina.
Comunemente i virus A(H5) e A(H7N9) sono resistenti ai farmaci antivirali adamantani (ad es. amantadina e rimantidina) e pertanto non sono raccomandati per la monoterapia.
La presenza di co-infezione con patogeni batterici può essere riscontrata in pazienti critici.
Come si possono prevenire le infezioni umane da influenza aviaria?
L’OMS raccomanda le seguenti misure personali di protezione (misure non farmacologiche) utili per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza aviaria:
- Lavaggio regolare con corretta asciugatura delle mani
- Buona igiene respiratoria: coprire bocca e naso quando si tossisce o si starnutisce, utilizzare fazzoletti monouso e smaltirli correttamente
- Autoisolamento immediato in caso di febbre e sintomi simil influenzali
- Evitare il contatto ravvicinato con persone malate
- Evitare di toccarsi occhi, naso e bocca
Gli operatori sanitari che eseguono procedure che generano aerosol dovrebbero utilizzare precauzioni per via aerea. Durante le epidemie dovrebbero essere messi a disposizione e utilizzati precauzioni standard da contatto e da goccioline e adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI).
I viaggiatori e le persone che vivono in paesi con epidemie note di influenza aviaria dovrebbero, se possibile, evitare allevamenti di pollame, il contatto con animali nei mercati di pollame vivo, entrare in aree in cui il pollame può essere macellato e il contatto con qualsiasi superficie che potrebbe essere contaminata da feci di pollame o altri animali. Dovrebbero essere seguite buone pratiche di sicurezza alimentare e igiene alimentare. I viaggiatori di ritorno dalle regioni colpite devono segnalare al proprio medico curante eventuali sintomi respiratori.
È utile la vaccinazione antinfluenzale?
Sì. La vaccinazione antinfluenzale, pur non conferendo una protezione specifica verso i virus dell'influenza aviaria, è utile in quanto può ridurre la probabilità di essere infettati contemporaneamente, sia dal virus dell'influenza aviaria che da quello stagionale (coinfezioni). La riduzione delle coinfezioni riduce la probabilità che i virus acquisiscano la capacità di diffondersi facilmente da persona a persona.
Cosa fare se al ritorno da una zona affetta da influenza aviaria si dovesse presentare una sindrome simil-influenzale?
Consultare immediatamente il medico curante se si vive o si è visitato di recente una zona in cui si è verificata un'epidemia e si presentino sintomi simil-influenzali quali febbre, tosse e difficoltà respiratorie.
È sicuro mangiare carne o prodotti animali, come le uova, provenienti da aree con focolai di influenza aviaria?
I prodotti a base di carne e le uova possono essere consumati in sicurezza, previa accurata cottura, in quanto il virus dell'influenza aviaria è inattivato dal trattamento termico. Il consumo di carne e uova crude o non completamente cotte, in generale dovrebbe essere evitato. Allo stesso modo, gli animali malati o morti inaspettatamente non dovrebbero essere mangiati.
Va sottolineato che nella Unione europea i focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità nel pollame del sottotipo H5 e H7 prevedono l’attuazione di strette misure di controllo che vanno dall’abbattimento e distruzione dei volatili, negli allevamenti colpiti, all’istituzione di zone di controllo intorno ai focolai dove la movimentazione è consentita solo previa esecuzione favorevole di rigidi controlli sanitari. Inoltre come regola generale i volatili inviati al macello vengono sottoposti a visite pre-macellazione (visita ante-mortem) e post-macellazione (visita post-mortem) che assicurano in caso di sospetto l’eliminazione dei volatili dalla catena alimentare. L’insieme di questi controlli garantisce un elevato livello di sicurezza per il consumatore.
Come si possono preparare in sicurezza carne e uova?
Per evitare contaminazioni, separare sempre la carne cruda e le uova dai cibi cotti o pronti da consumare. Non utilizzare lo stesso tagliere o lo stesso coltello per carne cruda e altri alimenti e non riporre la carne cotta sullo stesso piatto o sulla stessa superficie su cui si trovava prima della cottura. Dopo aver maneggiato carne cruda, lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone. Non mangiare uova crude o alla coque. Lavare e disinfettare tutte le superfici e gli utensili che sono stati a contatto con carne cruda.
Il virus negli escrementi contaminati per quanto tempo rimane attivo?
In generale la resistenza del virus nell'ambiente è legata alla temperatura è al pH del mezzo in cui si trova. Le temperature elevate rendono il virus rapidamente inattivo, mentre a temperature basse il virus sopravvive più a lungo. PH sotto il 3 (fortemente acidi) e sopra il 10 (fortemente alcalini) inattivano rapidamente il virus.
- A 4°C, nell'acqua e nelle feci - circa un mese
- A 60°C, nell'acqua - circa 30 minuti
- A 100°C, nell'acqua - meno di 2 minuti
- A esposizione diretta alla luce solare - circa 48 ore
- A esposizione diretta ai raggi ultravioletti - si inattiva dopo alcune ore
- In solventi organici: etere, cloroformio, acetone, ecc. - si inattiva rapidamente
- In disinfettanti comuni; agenti ossidanti, acidi diluenti, alogeni (cloruro, iodio), ecc. - si inattiva rapidamente
Congelando il pollame si uccide il virus?
Il congelamento (in particolare il congelamento lento che si ottiene conservando gli alimenti a temperature intorno ai -18° -20 °C) non è in grado di distruggere il virus dell'influenza aviaria eventualmente presente in prodotti alimentari. Con il congelamento si ottiene solo una riduzione della carica infettante, ossia del numero di virus vitali presenti nel prodotto infetto.
Naturalmente per i prodotti avicoli italiani o provenienti da altri Stati dell’Unione Europea, il problema non si pone, in quanto, in caso di riscontro di focolai, le carni di animali infetti non possono essere destinate al consumo umano.
Allo stesso modo, per i prodotti provenienti da aree di Paesi Terzi a rischio, ne è vietato l’ingresso nei territori dell’Unione Europea.
Come si manifesta l'influenza aviaria negli animali?
Il tipo di sintomatologia negli uccelli varia sia in relazione alla patogenicità (capacità del virus di infettare, di diffondere e di determinare sintomi) del ceppo virale sia alla specie di volatile interessato (ad esempio i tacchini sono animali molto sensibili). L'infezione da alcuni virus A (per esempio, alcuni ceppi H5 ed H7) può causare epidemie estese ed elevata mortalità tra alcune specie di selvatici e di uccelli domestici, compresi polli e tacchini, anatre, oche, quaglie.
Come si trasmette l'influenza aviaria negli uccelli?
Alcune specie di uccelli selvatici, soprattutto di ambienti acquatici e palustri, come anatre e cigni, fungono da serbatoi del virus. Lo ospitano nell'intestino, anche senza mostrare una sintomatologia evidente, e lo eliminano con le feci, con la saliva e con le secrezioni respiratorie. Il contatto di uccelli suscettibili con queste escrezioni e in ambiente contaminato favorisce la trasmissione dell'infezione. La trasmissione fecale-orale è la modalità di trasmissione più comune.
Cani e gatti rappresentano un rischio?
Ad oggi risultano occasionali casi di trasmissione del virus dell'influenza aviaria verso i nostri amici cani e gatti, pertanto, al momento non rappresentano un rischio per l’uomo.
Tuttavia, a causa della capacità di mutazione dei virus influenzali, gli esperti non possono escludere che la situazione muti. Nelle ultime epidemie da virus H5N1 ad alta patogenicità i casi di passaggio di questo virus nei carnivori selvatici marini (foche, delfini) e terrestri, incusi canidi (volpi, coyote) e felini (linci, puma, tigri) sono stati numerosi.
I casi segnalati nei gatti e nei cani sono per ora da ritenersi un evento inconsueto legato al contatto dell'animale con carcasse di volatili selvatici morti a seguito dell'infezione con virus altamente patogeni o alla frequentazione di ambienti fortemente contaminati come i focolai nel pollame. Per questo motivo, nelle zone in cui ci sono focolai in uccelli selvatici o nei domestici è una buona misura di biosicurezza evitare che cani e gatti vengano a contatto con le carcasse di volatili morti.
Per gli animali da compagnia tenuti in abitazione nelle aree urbane attualmente non sussistono elementi di preoccupazione.
La frutta e la verdura contaminate possono veicolare il virus?
La frutta e la verdura non rappresentano un rischio per l’uomo. Tuttavia è sempre una buona norma igienica lavare e pulire le verdure e la frutta prima del consumo, in quanto potrebbero essere imbrattate con escrezioni di animali e quindi, potenzialmente trasmettere agenti patogeni.
Il corretto lavaggio, infatti, riduce a livelli di sicurezza accettabili il rischio di contrarre qualsiasi infezione.
Ci sono rischi relativi a prodotti contenenti piume importate da zone affette da influenza aviaria?
Il rischio che il virus dell'influenza aviaria possa essere trasmesso da prodotti a base di piume trattate è praticamente nullo.
L’importazione di piume è regolamentata dal Regolamento europeo 142/2011, il quale vieta "l'importazione e il transito nell'Unione dei seguenti sottoprodotti di origine animale: b) piume, parti di piume e piumino non trattati".
I processi di bonifica delle piume, stabiliti dallo stesso regolamento prevedono che "Le piume, le parti di piume e il piumino che sono stati sottoposte a lavaggio industriale e trattati con vapore caldo a 100 °C per almeno 30 minuti possono essere immessi sul mercato senza restrizioni a norma del presente regolamento".
Le piume, le parti di piume ed il piumino trattati possono essere importati se:
- si tratta di piume ornamentali trattate, di piume trattate trasportate dai viaggiatori per uso privato o di lotti di piume o piumino trattati spediti a singoli per usi non industriali
- oppure sono accompagnati da un documento commerciale attestante che le piume o le parti di piume il piumino sono stati trattati con getto di vapore o qualsiasi altro metodo atto a garantire l'eliminazione dei rischi inaccettabili e sono stati confezionati allo stato secco in modo sicuro in imballaggi
- e, a meno che il documento commerciale indichi che sono state sottoposte a lavaggio industriale e trattate con getto di vapore a 100 °C per almeno 30 minuti, vengono inviate ad uno stabilimento o ad un impianto autorizzato per tale trattamento.
Quali sono le specie di volatili sensibili alla malattia?
Le principali specie di uccelli selvatici da monitorare, individuate dall'Unione Europea sono: oche, anatre, limicoli (pavoncella), gabbiani, cigni.
Piccioni, passeri e storni rappresentano un pericolo? Cosa fare se si trovano colombi morti, senza causa apparente, sul terrazzo di casa?
Colombi, tortore e passeracei (passeri, merli, storni) hanno un ruolo marginale nella diffusione dell’influenza aviare e nel contagio di altri animali o dell'uomo. Questo dato è supportato dal fatto che nel corso di epidemie influenzali verificatesi negli anni passati, questi volatili sono stati solo raramente interessati da fenomeni morbosi e perlopiù in contesti reali e non cittadini.
In caso si rinvengano soggetti malati appartenenti a queste specie è comune sempre buona norma manipolarli con attenzione nel rispetto del principio della massima cautela igienico-sanitaria o ancora meglio, soprattutto se si evidenzino episodi di alta mortalità, occorre avvisare il Servizio veterinario della ASL competente per territorio per approfondimenti diagnostici.
Le carni di pollame acquistate in macelleria e al supermercato sono sicure allo stesso modo?
I controlli delle carni di pollame vendute nelle macellerie e nei supermercati sono attestati dall’apposizione, sulle stesse, del marchio di identificazione dello stabilimento che le ha immesse in commercio.
Il marchio di identificazione apposto sulle carni di pollame è costituito da un bollo ovale che:
- nella parte superiore riporta la sigla di identificazione del Paese dal quale proviene il prodotto che stiamo acquistando, ad esempio IT (Italia), DK (Danimarca), DE (Germania), ecc.
- al centro il numero di riconoscimento dello stabilimento, con l’indicazione della tipologia di stabilimento (ad esempio in Italia la lettera M sta per macello, S sta per laboratorio di sezionamento ecc)
- nella parte inferiore la sigla relativa alla produzione avvenuta nell’Unione Europea (UE, EWG ecc.)
Il marchio di identificazione può essere apposto direttamente sul prodotto, sulla confezione, sull’imballaggio o essere stampato su un’etichetta applicata a sua volta sul prodotto, sulla confezione o sull’imballaggio oppure può consistere in una targhetta o un sigillo in materiale resistente.
Sono sicuri i polli acquistati nelle rosticcerie o consumati negli esercizi di ristorazione?
Gli esercizi di somministrazione di alimenti hanno l'obbligo di documentare la tracciabilità dei prodotti che somministrano e la loro provenienza da attività produttive riconosciute ai sensi della vigente normativa comunitaria e nazionale in materia di produzione e commercializzazione di alimenti. In ogni caso il virus dell'influenza aviaria viene rapidamente inattivato dalla cottura.
Fonte ISS e Ministero della Salute