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Le vostre tesi: Metodologia per la determinazione del fabbisogno di personale del SSN

Isabella La Pumadi
Isabella La Puma
Pubblicato il: 12/08/2024

AttualitàStudenti infermieri

nfermieristicamente aiuta gli studenti con le loro tesi. Pubblichiamo e divulghiamo i vostri questionari in modo da farvi avere più risposte possibili, quindi più dati da utilizzare!

Oggi divulghiamo il questionario della collega Angela Sogliuzzo, studentessa del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli. Per la sua tesi sta conducendo uno studio sulle conoscenze della popolazione infermieristica in merito alla nuova metodologia per la determinazione del fabbisogno di personale del SSN e sulle loro opinioni a riguardo.

Il contenimento della spesa per il personale sanitario del SSN è regolato da diverse normative. Tra queste, l’articolo 1 comma 98 della Legge 311/2004, e il successivo DL 78/2010, hanno imposto un tetto alla spesa sul personale pari a quanto sostenuto nel 2004, ridotto dell’1,4%. Norme successive, come il DL 35/2019 (Decreto Calabria), hanno tentato di allentare tali restrizioni, permettendo un incremento della spesa se giustificato da una metodologia nazionale per i fabbisogni di personale. Il recente DL liste d’attesa propone nuove disposizioni per superare il tetto di spesa sul personale. La norma prevede, all’articolo 5, comma 1, che, a decorrere dall’anno 2024 i valori della spesa per il personale siano incrementati annualmente a livello regionale: «Questo incremento è fissato al 10% dell’aumento del fondo sanitario regionale rispetto all’anno precedente e, su richiesta della Regione, può arrivare fino al 15% dello stesso, purché nel rispetto dell’equilibrio economico e finanziario».

Ma cosa si intende per “metedologia nazionale per i fabbisogni di personale”? È’ strumento che calcola in base a posti letto e tipologia di pazienti il personale necessario a ogni ospedale. L’obiettivo è sostituire l’attuale vincolo sulle assunzioni

A calcolarlo è il nuovo algoritmo frutto della sperimentazione a cui lavora l’Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, insieme ai tecnici di Regioni, Mef e ministero della Salute. Una sperimentazione, prevista dalla legge di bilancio del 2022 e da un successivo decreto firmato da Mef e Salute sul «metodo per la determinazione del fabbisogno di personale del Ssn», che è alle battute finali e che consegnerà entro l’estate i risultati di questa metodologia ai ministri Schillaci e Giorgetti dopo una condivisione anche con i sindacati. La speranza è che questo algoritmo possa essere efficace per affrontare una volta per tutte l’emergenza legata alla carenza cronica di medici e infermieri dopo quasi 20 anni di tetto di spesa sulle assunzioni del personale nel Ssn.

La tabella di marcia sarebbe già definita: dopo il primo test di questo algoritmo sui dati del 2022 su un campione di 9 Regioni nelle prossime settimane arriveranno i risultati sui dati del 2023 stavolta con il coinvolgimento di tutte le Regioni. Una volta calcolati i fabbisogni di personale per ogni ospedale i risultati definitivi saranno consegnati al massimo entro settembre al Governo in modo da poter arrivare all’addio al tetto di spesa con la prossima legge di bilancio da chiudere il prossimo dicembre. Al momento i primi dati raccontano che tutte le regioni - chi più e chi meno, si trovano sotto l’asticella massima di personale indicata dall’algoritmo.

Il punto di forza di questo strumento è la sua flessibilità e la capacità di fotografare nel dettaglio il fabbisogno del personale partendo dai letti presenti in un ospedale per i vari reparti (geriatria, medicina, chirurgia, ecc.) e dai cosiddetti Drg - i casi trattati - che indicano anche la complessità delle prestazioni erogate. Un sistema cucito sul singolo ospedale che tiene conto anche delle ore lavorate dal personale (un dato da poco entrato nel sistema di calcolo del conto annuale) e che è in grado di aggiornare la determinazione dei fabbisogno ogni anno in base ai nuovi dati.

Se funzionasse sarebbe certo un primo passo (il primo di tanti) per risollevare le sorti del nostro maltrattatissimo Ssn e della nostra professione.

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Cediti

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