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Conoscere e riconoscere l'anafilassi nel bambino al triage infermieristico

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 10/12/2024

Professione e lavoroStudi e analisi

di

G. Cavò1, S.R. Abrami1, L. Rossano, G. Di Venti2
1 U.O.C. Pronto soccorso pediatrico con OBI, AOU “G.Martino”
2 UOS PSIO AOU G.Martino

Una revisione della letteratura, pubblicata recentemente, ha analizzato in profondità l’anafilassi pediatrica, un’emergenza allergica che richiede interventi immediati e una gestione specializzata. Lo studio, si concentra sul riconoscimento precoce e sulla risposta clinica efficace per affrontare una delle condizioni più pericolose e imprevedibili nei bambini.

Cos'è l’Anafilassi?

L’anafilassi, comunemente chiamata shock anafilattico, è una reazione allergica acuta e potenzialmente fatale. Si verifica rapidamente, spesso entro pochi minuti dall’esposizione a un allergene. Le principali cause includono:

  • Alimenti allergenici: arachidi, latte, uova e crostacei sono tra i più comuni.
  • Farmaci: antibiotici e anestetici possono scatenare reazioni.
  • Punture di insetti: veleno di api, vespe o altri insetti.
  • Fattori meno noti: esercizio fisico e stress in combinazione con allergeni.

Alla base della reazione c’è un’interazione tra allergeni e immunoglobuline IgE, che innesca una cascata di risposte immunitarie con effetti devastanti sul sistema respiratorio, cardiovascolare e cutaneo.

 

Importanza del Triage Pediatrico

Lo studio sottolinea il ruolo essenziale del triage pediatrico nel riconoscere i primi segnali di anafilassi. Tuttavia, in Italia manca ancora il riconoscimento ufficiale della figura dell’infermiere specializzato in triage pediatrico. Questo rappresenta una sfida significativa, poiché il triagista è spesso il primo punto di contatto con il paziente e può fare la differenza tra vita e morte.

Gli autori dello studio evidenziano la necessità di interventi legislativi per valorizzare e specializzare ulteriormente questa figura, data la frequenza con cui i casi di anafilassi si presentano nei pronto soccorso pediatrici.

 

Segni e Sintomi: Un Quadro Complesso

La gravità dell’anafilassi dipende dalla rapidità della sua insorgenza. Più il tempo di reazione è breve, maggiore è la gravità della condizione. I principali sintomi identificati dallo studio sono:

  • Sistema respiratorio: stridore inspiratorio, dispnea e rischio di insufficienza respiratoria acuta. L’edema delle vie aeree superiori rappresenta un rischio immediato di occlusione.
  • Sistema cardiovascolare: ipotensione e tachicardia, causate da una vasodilatazione massiva, con rischio di collasso cardiocircolatorio.
  • Cute e mucose: orticaria, edema, pallore e sudorazione intensa, che possono essere i primi segnali visibili.
  • Sistema gastrointestinale: nausea, vomito e dolore addominale, che talvolta complicano la diagnosi.

La mortalità associata all’anafilassi, pur bassa (1% dei casi), aumenta significativamente nei bambini con asma preesistente o altre condizioni croniche.

 

Gestione dell’Emergenza: Il Protocollo Operativo

La gestione dell’anafilassi richiede un intervento immediato e coordinato. Il protocollo delineato nello studio prevede i seguenti passaggi:

  1. Approccio ABCDE:
    • A (Airway): assicurare la pervietà delle vie aeree, rimuovendo eventuali ostacoli.
    • B (Breathing): somministrazione di ossigeno al 100% e, se necessario, ventilazione assistita.
    • C (Circulation): monitorare la pressione sanguigna e somministrare fluidi endovenosi (20-60 ml/Kg nella prima ora) per contrastare l’ipovolemia.
    • D (Disability): valutazione dello stato neurologico.
    • E (Exposure): identificare e rimuovere l’allergene.
  2. Somministrazione di farmaci:
    • Adrenalina intramuscolare: il farmaco di prima scelta, da somministrare immediatamente e ripetere ogni 5 minuti in caso di mancato miglioramento.
    • Antistaminici e corticosteroidi: per ridurre l’infiammazione e stabilizzare la reazione allergica.
    • Vasopressori: come la dopamina, per mantenere la pressione sanguigna in casi critici.
  3. Monitoraggio continuo: una volta stabilizzata, la condizione del bambino deve essere monitorata in ambiente protetto per 24-48 ore per prevenire recidive.

 

Le Raccomandazioni dello Studio

Gli autori evidenziano la necessità di sensibilizzare il personale sanitario, i genitori e i decisori politici sull’importanza di una formazione mirata e continua per la gestione dell’anafilassi. Le linee guida operative devono essere standardizzate e diffuse a livello nazionale per garantire una risposta uniforme ed efficace.

Un’altra raccomandazione è il potenziamento dei servizi di pronto soccorso pediatrico, con investimenti in formazione e risorse umane. Il riconoscimento formale della figura dell’infermiere triagista pediatrico è considerato una priorità per affrontare al meglio le emergenze come l’anafilassi.

Lo studio, rappresenta un contributo fondamentale per comprendere e gestire l’anafilassi nei bambini. Attraverso un’analisi dettagliata dei sintomi, dei trattamenti e delle strategie operative, sottolinea l’importanza di un intervento tempestivo e coordinato.

L’anafilassi non lascia spazio all’errore. Riconoscerne i segni precoci e agire con competenza può salvare vite e ridurre il rischio di complicazioni a lungo termine. È ora che il sistema sanitario italiano riconosca la specificità di questa emergenza, implementando le raccomandazioni emerse da questa importante ricerca.

 

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