Caduta accidentale e morte paziente. Il Direttore sanitario è responsabile degli infortuni in RSA
La Corte Suprema di Cassazione ha pronunciato una sentenza definitiva in un caso di omicidio colposo che ha attirato l'attenzione dell'opinione pubblica. Il processo riguarda il decesso di un paziente ricoverato in una residenza sanitaria assistenziale (RSA) morto a seguito di una caduta da un divano. La sentenza ha confermato la responsabilità civile e ha rigettato tutti i ricorsi presentati dagli imputati, sollevando interrogativi sulla gestione delle strutture sanitarie e sui protocolli di sicurezza adottati per i pazienti più vulnerabili.
Il caso
La vicenda risale al 2009, quando un paziente con gravi difficoltà psicofisiche è deceduto dopo essere caduto da un divano. L'uomo, impossibilitato a mantenere la posizione seduta, era stato lasciato senza adeguati strumenti di contenimento. L'indagine ha attribuito responsabilità al direttore sanitario della struttura e al personale socio-sanitario in servizio, accusati di non aver adottato misure di prevenzione e vigilanza adeguate.
La sentenza di appello
La Corte d'appello aveva già parzialmente riformato la sentenza di primo grado, dichiarando il reato estinto per prescrizione, ma confermando le responsabilità civili degli imputati. Secondo i giudici, il direttore sanitario aveva omesso di organizzare protocolli idonei per garantire la sicurezza dei pazienti, nonostante fossero noti i precedenti episodi di caduta del paziente. Anche il personale in servizio è stato ritenuto colpevole per la mancanza di vigilanza e il posizionamento inappropriato del paziente.
Le motivazioni della Cassazione
I ricorsi presentati dalle difese, che miravano a far annullare le decisioni della Corte d'appello, sono stati rigettati. La Cassazione ha confermato che il computo dei termini di prescrizione è stato correttamente effettuato, ritenendo infondate le eccezioni sollevate. Inoltre, la Suprema Corte ha ribadito che i protocolli organizzativi carenti e la mancata vigilanza sono stati elementi determinanti nel causare la morte del paziente.
In particolare, i giudici hanno sottolineato che il direttore sanitario aveva una posizione di garanzia che imponeva l'adozione di misure organizzative idonee a prevenire simili incidenti. La responsabilità del personale è stata confermata sulla base delle mancanze riscontrate nel controllo e nella gestione del paziente.