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Sardegna: la proposta di riforma del ssr arriva in aula senza consenso

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 18/02/2025

NurSind dal territorioSardegna

Sardegna: la Commissione Sanità approva il disegno di legge n. 40 “Disposizioni urgenti di adeguamento dell'assetto organizzativo ed istituzionale del sistema sanitario regionale”, ovviamente col voto contrario della minoranza e lo spedisce in aula per la discussione del caso. E giù baci, abbracci, congratulazioni e grandi manifestazioni di giubilo per la rapidità con cui si è potuto dare vita in pochi mesi a questo bel pargolo di riforma che tutti i problemi dovrebbe risolvere.

A parte il fatto che la prima bozza circola da agosto e vabbè, la percezione del tempo che passa è sempre molto soggettiva, c’è da chiedersi davvero cosa ci sia da gioire, posto che il testo approvato sarebbe già superato e scontenterebbe tutti: palla alla discussione in aula.

Sono settimane infatti che la commissione ascolta nel suo parlamentino tutti i portatori di interesse: ordini professionali, sindacati, direzioni generali e via discorrendo. Tutti chiamati ad esprimersi su un testo che aveva una forma e un contenuto che di fatto non è piaciuto a nessuno ed è stato fortemente contestato, stando alle cronache. Non ci sarebbe un solo portatore di interesse che vi abbia trovato qualcosa di utile alla soluzione dei veri problemi vissuti da cittadini, malati e professionisti. Lo stesso coordinamento NurSind Sardegna si era espresso a sfavore a suo tempo, offrendosi per una discussione vera sui temi nella quale proporre le soluzioni che gli infermieri ritengono davvero utili e smaniano di mettere a disposizione.

Vieppiù, mentre le audizioni si avviavano verso la conclusione, cominciava a girare nei canali non ufficiali, una bozza di maxiemendamento che di fatto trasformava il testo proposto e che faceva domandare di quale strategia fossero vittime le parti già audite, come avevamo riferito. Sostanzialmente un nuovo testo sul quale nessuno dei portatori di interesse ha potuto esprimersi e che sembrerebbe aver subito altre modifiche nelle parti in cui proponeva l’istituzione di nuovi centri di costo, impossibili da approvare al momento visto che la Sardegna è in esercizio provvisorio e non può programmare spese. Tema questo di grande scontro tra chi sostiene che sia necessario prima di tutto approvare la manovra economica e quindi parlare di riforme e programmazione a risorse certe.

Insomma un caos sorprendente soprattutto alla luce dei proclami elettorali della compagine vincitrice che recitavano “non faremo una nuova riforma, la gente non lo capirebbe, bisogna far funzionare quel che c’è” e “fuori la politica dalla sanità”. Uno slogan che oggi si ritorcerebbe contro la presidente Todde anche alla luce del contenuto della proposta ufficiale che per ora si è potuto commentare che come detto, non individua soluzioni ma solo sotterfugi finalizzati al commissariamento delle aziende che consentirebbe di proporre nuovi direttori; questo nonostante i ricorsi che i decaduti andrebbero a proporre visto che le norme sui commissariamenti sono molto chiare e non consentono cacciate avventuriere senza che ve ne siano i presupposti.

Insomma la parola fine è ben lontana dall’essere scritta ed al momento non sembra profilarsi all’orizzonte niente di buono in relazione ai problemi denunciati da NurSind Sardegna in merito alla organizzazione del lavoro, le carenze di personale, la sicurezza, le liste d’attesa, la contrattazione decentrata e tutto quanto ne consegue solo per citarne alcuni.

Si ha l’impressione che si siano solo persi tempo e un’occasione per mettere a sistema le vere soluzioni necessarie che con la nomina delle dirigenze poco hanno a che vedere.

 

Andrea Tirotto