FNOPI presenta il primo Rapporto sulle Professioni Infermieristiche: serve una regia nazionale
"Coinvolgimento, formazione e dignità al centro: gli infermieri soddisfatti se valorizzati, i cittadini promuovono l’assistenza ricevuta".
Infermieri protagonisti: il Rapporto FNOPI-Sant’Anna fotografa la professione e chiede azioni concrete
Il primo “Rapporto sulle Professioni Infermieristiche”, realizzato da FNOPI in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e presentato a Roma, rappresenta una svolta epocale per il mondo della sanità italiana. È la prima volta che viene realizzato un documento strutturato, ricco di dati comparativi nazionali e internazionali, pensato per offrire basi empiriche solide su cui fondare le politiche sanitarie del futuro.
Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI, ha lanciato un appello chiaro: “Serve una cabina di regia con poteri straordinari. Non possiamo più demandare la questione infermieristica a un solo ministero: è una sfida di sistema che riguarda l’intero Paese”.
I numeri della professione: luci e ombre
Secondo il Rapporto, il rapporto infermieri/abitanti in Italia è tra i più bassi in Europa: 6,5 ogni 1.000 abitanti contro i 12 della Germania e i 14 della Finlandia. Le regioni più in difficoltà sono Sicilia e Lombardia.
Sul fronte retributivo emergono forti disuguaglianze: Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna registrano le buste paga più alte, mentre Campania e Molise si trovano in fondo alla classifica. A conferma, anche l’indicatore relativo ai ruoli dirigenziali: le regioni con salari migliori sono anche quelle in cui gli infermieri occupano più posizioni apicali.
Soddisfazione: bene sul territorio, criticità in ospedale
Il livello di soddisfazione professionale è maggiore tra gli infermieri che operano nell’assistenza domiciliare o che sono coinvolti nei processi gestionali. Dall’altra parte, quasi il 45% degli infermieri manifesta l’intenzione di lasciare o cambiare lavoro: un dato allarmante.
I cittadini, invece, promuovono a pieni voti il lavoro degli infermieri:
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95/100 per il supporto emotivo ricevuto
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94/100 per rispetto e dignità
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91/100 per chiarezza e utilità delle informazioni
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78/100 per coinvolgimento nelle decisioni
Formazione: più giovani, più liceali, più coerenti
Il Rapporto segnala un’evoluzione positiva nella formazione:
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L’età media alla laurea è 25,2 anni, in calo rispetto al passato.
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Gli studenti provenienti dai licei rappresentano oggi il 68,2%.
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Il 92,3% dei laureati magistrali lavora in ambito coerente agli studi.
Tuttavia, si registra un calo dei laureati triennali (da 13.058 nel 2015 a 10.631 nel 2023) e un forte squilibrio territoriale nell’offerta formativa, con il Nord molto più servito rispetto al Sud e alle Isole.
Infermiere di Famiglia e Comunità: ancora frammentazione
L’adozione del DM 77 non è uniforme: solo Lazio, Lombardia, Sardegna e Toscana utilizzano la definizione di “Infermiere di Famiglia e Comunità” (IFeC). Le altre Regioni optano per la dicitura “Infermiere di Famiglia o Comunità” (IFoC), indicando una maggiore flessibilità ma anche una possibile mancanza di visione integrata. Il Rapporto evidenzia come le normative regionali parlino poco di “lavoro in team”, sottolineando una cultura ancora poco orientata alla multidisciplinarietà.
Ricerca e accademia: l’Italia è in ritardo
Nel 2024 si contano appena 83 posizioni accademiche in Scienze Infermieristiche: un numero ancora basso, ma in crescita rispetto al 2014 (35 posizioni). La produzione scientifica resta instabile e le posizioni di dottorato sono ancora limitate. La distribuzione geografica degli atenei evidenzia forti divari: il Centro-Sud è ancora sottorappresentato.
Conclusione: un’occasione storica per cambiare rotta
Il Rapporto FNOPI–Sant’Anna è più di un’analisi tecnica: è un grido d’allarme, ma anche una proposta concreta per il futuro della sanità italiana. Come ribadisce Mangiacavalli: “Serve rendere attrattiva la professione. Il futuro della sanità si gioca nelle case, nei quartieri, nelle relazioni. E sarà il capitale umano – formato, valorizzato, integrato – a fare la differenza”.