Aggredito infermiere al Cervello, il NurSind: Subito i presìdi di polizia nei pronto soccorso
Dopo l'ennesima violenza ai danni del personale sanitario, il sindacato sollecita misure immediate per garantire la sicurezza negli ospedali
Un grave episodio di violenza si è verificato ieri sera nell’area d’emergenza dell’ospedale “Vincenzo Cervello” di Palermo. Il marito e i tre figli di una paziente ricoverata, esasperati dall’assenza di notizie e convinti che la donna fosse deceduta, hanno scatenato una furiosa aggressione contro il personale sanitario.
Secondo quanto ricostruito, dopo inutili tentativi di avere aggiornamenti tramite cellulare dalla donna – che invece dormiva in condizioni di criticità – i familiari hanno iniziato a inveire contro i sanitari, minacciandoli e dando in escandescenze. Per cercare di calmare la situazione, un addetto alla vigilanza è intervenuto ma è stato a sua volta aggredito insieme a un infermiere, che è stato persino preso per il collo e strangolato.
Solo l’intervento degli agenti dell’Ufficio prevenzione generale e del commissariato San Lorenzo ha riportato la calma, identificando e denunciando per lesioni a pubblico ufficiale i quattro aggressori. I danni causati durante i minuti di caos sono stati diversi.
Il NurSind Palermo, per voce del segretario territoriale Aurelio Guerriero, del dirigente della segreteria Alfredo Guerriero, del segretario aziendale Fabrizio Bilello e dei componenti della RSU, esprime profonda solidarietà al collega aggredito e rinnova con forza la richiesta di ripristino dei presìdi fissi di polizia all’interno dei pronto soccorso.
“Questa ennesima aggressione testimonia la grave situazione in cui si trovano quotidianamente a operare gli operatori sanitari – affermano dal sindacato –. Siamo stanchi di pagare con la nostra salute i ritardi e le mancanze di governi nazionali e regionali nel garantire la sicurezza di chi lavora in trincea”.
Il NurSind ricorda inoltre le recenti normative a tutela del personale sanitario, in particolare la Legge 14 agosto 2020, n. 113, che ha introdotto l’inasprimento delle pene per chi aggredisce sanitari, l’obbligo di denunciare ogni episodio di violenza e l’istituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza. A queste disposizioni si affianca il Protocollo di Intesa 2022 tra Ministero dell’Interno e Ministero della Salute, che prevede il ripristino dei presìdi di polizia nei pronto soccorso più a rischio, ma che ancora fatica ad essere applicato in molte realtà.
“Ci auguriamo che quanto previsto dalle norme non rimanga lettera morta e che si intervenga concretamente – concludono dal NurSind –. Oltre al trauma fisico, il personale sanitario subisce un pesante trauma psicologico. È urgente garantire ambienti di lavoro sicuri, per il bene di chi cura e di chi viene curato”.
L’episodio riapre così una questione mai risolta, quella della sicurezza nei reparti di emergenza, sempre più spesso teatro di atti di violenza ingiustificabile contro chi dedica la propria vita alla cura degli altri.