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Campiglione: meno posti e più problemi. NurSind Fermo dice no al trasferimento della Dialisi

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 18/05/2025

MarcheNurSind dal territorio

"Il nuovo ospedale parte già in perdita. Carenze di personale, turni massacranti e nessuna risposta dalle istituzioni"


FERMO – Un nuovo ospedale con un posto letto in meno e i problemi di sempre. Il trasferimento del Centro Dialisi dall’Ospedale “A. Murri” al nuovo presidio di Campiglione è l’ennesima dimostrazione di come si facciano scelte sulla pelle dei lavoratori e dei pazienti, senza ascoltare chi ogni giorno garantisce cure salvavita in condizioni sempre più critiche.

Il NurSind di Fermo non ci sta e lancia l’allarme: “Così non si trasferisce un servizio, si spostano solo i disastri”.

Il Centro Dialisi è una macchina che lavora al massimo delle sue possibilità: 15.890 trattamenti ambulatoriali e 1.294 in regime di ricovero nel solo 2024. Eppure, il nuovo ospedale – che dovrebbe rappresentare un salto di qualità – nasce con un numero inferiore di letti, costringendo a mantenere i turni su tre fasce e a dializzare fino a 30 pazienti al giorno. Una scelta miope, figlia di una gestione che continua a ignorare i numeri e la realtà.

Meno infermieri, più stress, zero soluzioni

Come se non bastasse, il personale è ridotto all’osso: da 28 a 24 infermieri. E il piano assunzioni bloccato impedisce qualsiasi reintegro. Il risultato? Turni massacranti, burnout, abbandoni silenziosi. Lavoratori spremuti fino all’esaurimento, mentre le risposte da parte della Direzione Sanitaria e delle istituzioni si limitano a vaghe promesse.

Non si può costruire un ospedale nuovo lasciando vecchi i problemi. Così si mina la sicurezza delle cure e si calpesta la dignità di chi lavora”, denuncia il segretario territoriale NurSind, Gianluca De Paolis.

La proposta ignorata: tenere 10 posti al Murri

Il sindacato ha proposto una soluzione concreta: mantenere 10 posti dialisi nell’attuale sede, trasformandoli in un CAL (Centro Assistenza Limitata). Una proposta intelligente, a costo sostenibile, già presentata sia all’AST che alla Commissione Sanità comunale. Ma il silenzio delle istituzioni è assordante.

Questo permetterebbe di:

  • Separare i pazienti cronici dai neodializzati, migliorando il benessere psicologico;

  • Gestire meglio le sedute ed evitare i disagi agli utenti;

  • Riattivare il servizio stagionale, utile anche al turismo locale.

Ancona ha una rete, Fermo no: cittadini di serie B

Nel frattempo, ad Ancona si è costruita una rete interaziendale tra AOUM, INRCA e AST 2, che consente di spostare i pazienti in caso di sovraccarico. Nel Fermano invece no: niente rete, niente soluzioni, solo tagli.

“La sanità non è uguale per tutti. Chi vive nella nostra provincia è trattato da cittadino di serie B. Ma questo non è più accettabile”, tuona De Paolis.

Le richieste del NurSind

Ora il sindacato pretende risposte, non più promesse:

  • Chiarezza sul numero dei posti letto effettivi a Campiglione;

  • Il mantenimento di almeno 10 letti nell’attuale sede come CAL;

  • Un piano straordinario di assunzioni per salvare il servizio.

Basta slogan e inaugurazioni. Se la politica non vuole vedere la realtà, allora sappia che troverà un muro compatto di operatori e cittadini pronti a farsi sentire. La sanità pubblica si difende con i fatti, non con i tagli e le foto sui giornali.”