NurSind Alessandria denuncia: 500 euro per tornare a lavoro, infermieri sospesi per morosità
Alessandria – Sospesi dal servizio per non aver versato la quota annuale di iscrizione all’Ordine professionale. È quanto sta accadendo a 43 infermieri – 28 dell’ASL AL e 15 dell’AOU AL – che da ieri sono stati formalmente bloccati dal prestare servizio, dopo essere stati cancellati dall’albo per morosità. Per tornare al lavoro, ciascuno dovrà sborsare 500 euro e attendere i tempi tecnici per la reiscrizione, tra cui la convocazione della Commissione d’albo.
A lanciare l’allarme e chiedere un intervento immediato è il NurSind di Alessandria, che per bocca del suo segretario territoriale Salvatore Lo Presti, ha inviato una proposta concreta: introdurre la trattenuta automatica in busta paga per il pagamento della quota ordinistica annuale.
“Nel periodo post-Covid molti colleghi, presi dalla pressione lavorativa o da problemi personali, si sono dimenticati del pagamento – spiega Lo Presti – e oggi si trovano improvvisamente sospesi, senza preavviso, causando disagio personale e gravi ripercussioni sul funzionamento delle strutture sanitarie.”
Comunicazione fredda, impatto devastante
La comunicazione dell’avvenuta cancellazione è avvenuta tramite PEC, uno strumento formalmente corretto ma percepito da molti come freddo e distante, soprattutto considerando che l’Ordine si presenta come “la casa degli infermieri”.
“Non tutti sono abili con la tecnologia – sottolinea il NurSind – e bastava un messaggio informale, un WhatsApp, per evitare il peggio.”
La sospensione effettiva scattata il 30 maggio 2025 impedisce la reiscrizione fino al 4 giugno, con ulteriore attesa per la valutazione da parte della commissione competente. Il risultato è una settimana minima di fermo, nel bel mezzo dell’estate, in un sistema sanitario già sotto organico.
Una proposta semplice: automatizzare il pagamento
La soluzione proposta dal NurSind è tanto semplice quanto efficace: trattenuta diretta in busta paga. Una modalità già utilizzata in altri settori, che garantirebbe la continuità lavorativa e amministrativa senza rischi di dimenticanze.
Due gli obiettivi:
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Snellire la burocrazia per i professionisti sanitari, che già convivono con carichi eccessivi e spesso inutili, come denunciato dal “The Non-Value Report 2025”.
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Garantire agli enti datoriali la certezza dell’iscrizione degli operatori, evitando interruzioni dei servizi e ricadute sul personale rimanente.
La voce del sindacato
Lo Presti non nasconde l'amarezza per quanto accaduto:
“Non si può pensare che un infermiere, magari con trent’anni di servizio, venga sospeso perché ha dimenticato una scadenza. Serve equilibrio, empatia, e soprattutto una soluzione strutturale.”
La questione ora passa agli enti
La proposta è stata formalmente inoltrata agli enti competenti. Resta da vedere se ASL, AOU e Ordine professionale accoglieranno l’invito a modernizzare le procedure e prevenire nuove sospensioni che rischiano di indebolire ulteriormente un sistema sanitario già al limite.
Nel frattempo, 43 infermieri restano a casa, e decine di colleghi lottano ogni giorno in corsia con qualche compagno di turno in meno e un senso crescente di sfiducia nelle istituzioni.