Iscriviti alla newsletter

Bullismo in Italia: un'emergenza educativa da affrontare subito

Gemma Maria Riboldidi
Gemma Maria Riboldi
Pubblicato il: 19/09/2025

Attualità

19 settembre 2025

L’11 settembre 2025, poche ore prima dell’inizio dell’anno scolastico, Paolo Mendico, 14 anni, si è tolto la vita nella sua cameretta a Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina. Vittima di bullismo fin dalle elementari, Paolo era stato preso di mira per il suo aspetto, per la sua sensibilità, per i suoi interessi. Lo chiamavano “Paoletta”, “femminuccia”, “Nino D’Angelo” per i suoi capelli lunghi e biondi. Lo aspettavano in bagno, lo isolavano online, lo deridevano in classe. Nonostante le denunce della famiglia, le vessazioni non si sono fermate. Il suo ultimo messaggio ai compagni — “Conservatemi un posto in prima fila” — è diventato un grido silenzioso che oggi scuote l’Italia.

La tragedia di Paolo non è un caso isolato. È il simbolo di un fenomeno che cresce e si trasforma, alimentato anche dal mondo digitale.

Nel giugno 2025, l’ISTAT ha pubblicato l’indagine “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri”, che fotografa una realtà allarmante per i minori italiani.

 

I numeri del bullismo: una realtà diffusa e in crescita

  • Il 68,5% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni ha subito comportamenti offensivi o violenti, online o offline.
  • Il 21% ha vissuto episodi di bullismo in modo continuativo.
  • L’8% ne è stato vittima più volte a settimana.
  • Il 34% ha subìto almeno una forma di cyberbullismo.
  • I giovanissimi (11-13 anni) sono i più colpiti: 23,7% contro il 19,8% dei 14-19enni.

Le discriminanti: età, genere e territorio

  • I maschi sono bersaglio di insulti e offese (16%), le femmine soffrono l’esclusione sociale (12,3%).
  • Il Nord Italia, in particolare il Nord-Est, registra i tassi più alti di bullismo.
  • Le forme più comuni: offese verbali (55,7%), emarginazione (43%), minacce fisiche (11%), esclusione dai gruppi WhatsApp, diffamazioni.

Il digitale: un amplificatore del disagio

  • Oltre il 90% dei ragazzi trascorre almeno due ore al giorno online.
  • Il 34% ha subìto cyberbullismo.
  • I maschi sono più colpiti da insulti online (8,9%), le femmine da esclusione (6,6%).

Nel 2025, la linea 114 – Emergenza Infanzia ha gestito 104 casi di bullismo e 14 di cyberbullismo, con vittime anche di soli 5 anni.

Le soluzioni: educazione, ascolto e nuove regole

  • Il 96,7% delle scuole ha avviato percorsi di educazione al rispetto.
  • Il 70% dei ragazzi coinvolti ha mostrato un cambiamento positivo.
  • Il Consiglio di Stato ha approvato nuove sanzioni disciplinari: la sospensione scolastica sarà sostituita da attività socialmente utili.

 Conclusione:un impegno collettivo

La morte di Paolo ci impone di guardare in faccia il problema. Il bullismo non è solo un disagio adolescenziale: è una ferita sociale. Serve un patto educativo tra scuola, famiglia, istituzioni e territorio. Perché ogni ragazzo ha diritto a sentirsi al sicuro, ascoltato e rispettato. E nessuno dovrebbe mai pensare che l’unica via d’uscita sia quella più tragica.

 

 

Fonti: ISTAT – Bullismo e cyberbullismo nei rapporti tra i ragazzi, UniD Professional – Vittime di Bullismo: i dati ISTAT 2025, Minori.it – Bullismo e cyberbullismo, nuovi dati ISTAT