Giustizia per i turnisti: la Cassazione riconosce agli infermieri il diritto ai buoni pasto
22 settembre 2025
La Corte di Cassazione ha messo fine a una lunga disputa legale tra l’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina e un gruppo di infermieri turnisti, riconoscendo in via definitiva il diritto di questi ultimi a ricevere i buoni pasto per i turni di lavoro superiori alle sei ore.
Con l’ordinanza n. 25525/2025, pubblicata il 17 settembre, la Suprema Corte ha confermato quanto già stabilito dalla Corte d’Appello di Messina: l’impossibilità di accedere al servizio mensa a causa della struttura dei turni non può privare i lavoratori del beneficio previsto dal contratto collettivo. Al contrario, genera il diritto a ricevere un buono pasto sostitutivo.
Il caso
La vicenda trae origine dal ricorso di un gruppo di infermieri dell’ASP di Messina. Il regolamento interno dell’azienda limitava l’accesso al servizio mensa ai soli dipendenti non turnisti con rientro pomeridiano, escludendo così il personale impiegato in turni continui. La Corte d’Appello, nel 2022, aveva ribaltato la decisione di primo grado, accogliendo la tesi dei lavoratori e riconoscendo il diritto ai buoni pasto per ogni turno oltre le sei ore.
La posizione dell’ASP
Nel ricorso in Cassazione, l’ASP ha contestato l’interpretazione del contratto collettivo, sostenendo che la pausa pranzo — condizione necessaria per il buono pasto — non poteva applicarsi ai turnisti per la natura continua della loro prestazione. L’azienda ha inoltre sottolineato l’esistenza di un proprio regolamento interno, ritenuto vincolante.
La decisione della Corte
I giudici della Suprema Corte, richiamando precedenti consolidati (tra cui Cass. n. 22478/2024 e n. 32113/2022), hanno respinto il ricorso dell’ASP, chiarendo che:
“Il diritto al buono pasto sorge ogniqualvolta il lavoratore, superate le sei ore di servizio, abbia diritto a una pausa per il pranzo, indipendentemente dalla turnazione o dal regolamento aziendale.”
In sostanza, la Cassazione ha ribadito che la fruizione del buono pasto è un diritto contrattuale e assistenziale, non condizionato da regolamenti interni se in contrasto con la normativa superiore.
Le conseguenze
Con la sentenza, l’ASP di Messina è stata condannata a rimborsare le somme spettanti ai lavoratori per i turni effettuati, oltre a €8.000 per le spese legali e accessori. La decisione apre la strada a potenziali analoghi ricorsi da parte di altri lavoratori del comparto sanitario in situazioni simili.
Un precedente significativo
Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale nel pubblico impiego: i diritti contrattuali dei dipendenti, specie quelli relativi al benessere sul lavoro, non possono essere compressi da regolamenti interni. Una lezione, forse amara, per molte amministrazioni pubbliche.