Dai chip nel cervello ai nuovi ruoli in corsia: la rivoluzione Neuralink chiama in causa gli infermi
Qualsiasi cosa si pensi dell’uomo Elon Musk, è impossibile non riconoscere come abbia una visione delle cose proiettata in un futuro che ai più può sembrare utopistico ma che nella realtà dei fatti e dei prodotti realizzati e in via di sviluppo, ha ampiamente smentito.
La rivoluzione Neuralink
Tra questi possiamo annoverare il progetto Neuralink, rivolto a sviluppare interfacce cervello-computer (Brain Computer Interface, BCI) tramite chip impiantabili in grado di tradurre segnali neurali in comandi digitali per dispositivi esterni quali computer o arti robotici. Questi dispositivi mirano a migliorare l’autonomia di persone con gravi disabilità motorie come la paralisi o la sclerosi laterale amiotrofica, e in futuro puntano a una simbiosi uomo-macchina con l’intelligenza artificiale.
La sperimentazione
I test clinici umani sono iniziati nel 2023-2024 in paesi come Canada, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti, coinvolgendo pazienti con tetraplegia o altre disabilità neurologiche. Il chip, impiantato chirurgicamente con robot ad alta precisione, trasmette wireless segnali neurali permettendo il controllo di dispositivi esterni attraverso il pensiero.
Il punto sulla ricerca
Al settembre 2025, Neuralink ha impiantato chip in circa 12 pazienti, con l’obiettivo di arrivare a 20-30 impianti entro fine anno. I pazienti hanno accumulato oltre 15.000 ore di utilizzo del dispositivo, dimostrando fattibilità e sicurezza iniziale. Tra i progressi più rilevanti c’è il controllo di bracci robotici e lo sviluppo del dispositivo Blindsight, che mira a restituire una forma limitata di vista a persone cieche, ottenendo la designazione di “dispositivo innovativo” dalla FDA. Neuralink lavora anche per migliorare la precisione del software di decodifica e automatizzare la chirurgia tramite robot impiantatori.
Una sfida infermieristica
Dal punto di vista infermieristico, Neuralink richiede nuove competenze digitali e neurologiche per il monitoraggio post-operatorio, la gestione degli impianti, la tutela della privacy dei dati neurali e la gestione delle implicazioni etiche. Gli infermieri saranno fondamentali per garantire un’assistenza etica, sicura e personalizzata in un contesto tecnologico avanzato.
La formazione futura
Neuralink rappresenta un traguardo innovativo nella cura delle disabilità neurologiche, ma pone anche nuove sfide professionali e organizzative per il personale infermieristico, che dovrà integrare queste tecnologie nella pratica clinica quotidiana attraverso un supporto multidisciplinare e continuo monitoraggio accedendo ad una formazione infermieristica specifica fondata su:
- conoscenze tecniche di base sulle BCI e sul funzionamento degli impianti cerebrali;
- competenze neurologiche per comprendere l’interazione tra tecnologia e sistema nervoso;
- abilità nel monitoraggio post-operatorio specifico per individuare segni di complicanze o malfunzionamenti dell’impianto;
- gestione della privacy e sicurezza dei dati neurali raccolti e trasmessi dall’impianto;
- adeguata preparazione alla comunicazione empatica e personalizzata nei confronti di pazienti con disabilità neurologiche che usano BCI;
- capacità di educare e supportare i pazienti e i caregiver sull’uso degli impianti e la gestione quotidiana;
- collaborazione multidisciplinare con neurologi, neurochirurghi e tecnici per la migliore integrazione clinica;
- consapevolezza delle implicazioni etiche connesse all’uso di tecnologie invasive e al rapporto uomo-macchina;
- aggiornamento continuo sulle evoluzioni tecnologiche e protocolli clinici relativi alle BCI;
- sicurezza infermieristica nei processi di assistenza, inclusa la gestione di emergenze specifiche legate agli impianti;
- conoscenza delle normative e linee guida nazionali e internazionali sull’uso di tecnologie digitali e neurotecnologie in ambiente sanitario.
Questi elementi formativi saranno essenziali per consentire agli infermieri di fornire un’assistenza sicura, competente e centrata sulla persona nelle situazioni cliniche complesse caratterizzate dall’uso di impianti BCI.
Cosa dice il contratto
D’altronde il nuovo contratto, agli articoli 47 e 48, individua la formazione come elemento essenziale, tra l’altro, proprio per sostenere l’innovazione tecnologica e digitale, sviluppare nuove competenze trasversali, con priorità proprio sulle competenze digitali di base, incluse quelle legate al lavoro agile e alla telemedicina e sull’uso consapevole delle nuove tecnologie assistenziali.
La sfida è certamente galvanizzante e i risultati della ricerca sono a portata di mano; sapranno la formazione infermieristica e l’organizzazione del lavoro stare al passo?
Andrea Tirotto
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