Tumore al seno, con i test genomici terapie più mirate e meno chemioterapia
I test genomici stanno rivoluzionando la cura del tumore al seno, permettendo di evitare la chemioterapia in molte pazienti quando non è realmente necessaria.
Lo ha spiegato Alessandra Fabi, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Responsabile della Medicina di Precisione in Senologia, Fondazione Policlinico Gemelli Irccs, su Tecnica Ospedaliera.
Il Punto
“Nelle pazienti che mostrano una forma aggressiva di tumore, il trattamento più idoneo, dopo l’intervento chirurgico è la chemioterapia, al contrario, in quelle con le forme a bassa aggressività si può procedere solo con l’ormonoterapia. Tra queste due categorie di pazienti, ce n’è una terza, che può avvantaggiarsi del test Oncotype; si tratta di donne con un tumore invasivo in stadio precoce (stadio I, II o III), ormono-sensibile ed HER2 negativo, senza coinvolgimento dei linfonodi o al massimo con fino a tre linfonodi interessati (in caso di donne in menopausa). In queste donne, il test genomico aiuta il medico a valutare il rischio di recidiva e a guidare la scelta terapeutica tra la semplice ormono-terapia o la chemioterapia seguita dall’ormono-terapia”. Parliamo di medicina di precisione insomma.
I vantaggi
Questo consente una riduzione importante del ricorso alla chemioterapia con tutto quello che ne deriva in termini di tossicità e impatto sulla qualità di vita per molte più pazienti, pur mantenendo gli stessi risultati in termini di controllo di malattia. Grazie ai test, il ricorso alla chemio può ridursi fino a quasi la metà in questi sottogruppi, risparmiando il trattamento ogni anno a migliaia di pazienti. Si sottolinea anche che il test genomico non sostituisce il giudizio clinico, ma aggiunge un’informazione quantitativa sul rischio di recidiva e sul beneficio aggiuntivo della chemioterapia, aiutando l’oncologo a personalizzare la scelta. Il risultato viene in genere espresso come “punteggio di rischio”, che guida la decisione tra sola ormonoterapia o combinazione di chemio più ormonoterapia.
Aspetti organizzativi e diritti
I test devono essere garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale e inseriti nei livelli essenziali di assistenza perché oggi esistono ancora differenze regionali in termini di disponibilità, procedure autorizzative e rimborsabilità, con il rischio di disuguaglianze tra pazienti. E’ necessario stabilire il “diritto al test genomico” per le pazienti che rientrano nelle indicazioni cliniche, come strumento necessario per una reale personalizzazione delle cure, per evitare trattamenti non giustificati anche in considerazione del positivo impatto economico che deriva dalla riduzione dei costi legati a chemio inutile e complicanze correlate.
Andrea Tirotto
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