Nursind Pisa: «La riorganizzazione delle centrali operative del 118 preveda più ambulanze e auto mediche sul territorio»
Il Tirreno, 30 novembre 2013 - Pontedera (PI) «La chiusura della centrale operativa del 118 di Pontedera, benché apparentemente inserito nel piano di riorganizzazione delle centrali a livello regionale, non è che la punta dell'iceberg dei tagli che sta subendo la sanità nella provincia di Pisa, nel completo silenzio della politica locale»: così, in un documento, il sindacato Nursind, attacca la decisione che ruota intorno alla centrale dell’emergenza all’interno dell’ospedale Lotti. «Questo deriva direttamente dalle scelte, peggiorative rispetto a quelle indicate a livello nazionale, prese con la delibera 1235 del 2012 e del Piano sanitario regionale che iniziano ad essere attuate –prosegue Il segretario provinciale NurSind Pisa Daniele Carbocci – La Toscana prevede un rapporto posti letto per ogni 1000 abitanti di 3,15 mentre a livello nazionale si parla di 3,7. Questo costerà il taglio di 2000 posti letto: una politica che incide direttamente sugli ospedali di Volterra, sempre in bilico fra riconversione e chiusura, sul Lotti, benché si proclamino investimenti sulle sale operatorie, ma a distanza di mesi non si sostituisce il primario di Urologia con conseguente blocco dall'attività operatoria urologica, e si paventa già la chiusura del reparto di otorinolaringoiatria nel momento in cui il primario andrà in pensione. Il tutto inserito in quello che dovrebbe essere un programma di ridimensionamento delle strutture ospedaliere e un'implementazione dell'assistenza territoriale che in realtà non sta avvenendo». In questo quadro, secondo il Nursind si inserisce il piano che potrebbe portare alla «soppressione della centrale 118 di Pontedera con una motivazione, l'inadeguatezza sismica, che pare essere una vera e propria scusa – sottolinea il sindacalista – perché, come ha ricordato il sindaco Millozzi, se il problema fosse quello di reperire una struttura che abbia tutte le sicurezze antisismiche, sarebbe risolvibile.Invece, a nostro parere, il problema è politico: è testimoniato anche dal fatto che nella commissione per il riordino del sistema di emergenza territoriale non ci sono gli operatori delle centrali operative, né medici né infermieri. Ci chiediamo come si faccia ad escludere i sanitari da una decisione del genere. Come abbiamo più volte sollecitato in tempi non sospetti pretendiamo che la riorganizzazione debba assolutamente portare all'aumento della presenza di ambulanze con infermiere a bordo e di auto mediche sparse sul territorio affinché siano controbilanciate le più che probabili difficoltà relative alla scarsa conoscenza del territorio da parte di chi gestirà una centrale ubicata fuori provincia. I livelli di sicurezza del sistema di emergenza territoriale non dovranno diminuire. In caso contrario, le responsabilità di quelle che potranno essere le problematiche ricadranno sui politici che oggi stanno distruggendo il sistema di emergenza e l'offerta di salute ai cittadini della provincia di Pisa»