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Medici come sicari, le parole di Papa Francesco su aborto e operatori non obiettori

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 03/10/2024 vai ai commenti

Punto di Vista

Hanno sollevato un’ondata di indignazione le recenti dichiarazioni del Papa in merito all’aborto.

“Un aborto è un omicidio - ha affermato il pontefice - si uccide un essere umano. I medici che si prestano a questo sono, permettetemi la parola, sicari”.

Semplici parole, sintetiche ma di una ferocia, a mio parere, spietata.

Anche se il Papa ha fatto il Papa che, sebbene abbia dimostrato negli ultimi anni grandi aperture mentali, resta pur sempre un uomo di chiesa, quindi contrario da sempre all’aborto e spesso contrario anche a metodi anticoncezionali non naturali.

Ma quello che ha fatto inorridire molti operatori sanitari, ma non solo, è stato il termine “sicario”, parola utilizzata, fino ad ora, solo per delinquenti, assassini, mafiosi, serial killer e così via.

Immediata la reazione dei sanitari, soprattutto dei medici.

“Non siamo sicari, ma quando pratichiamo l’aborto applichiamo la legge - dichiara Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO, la Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri - I medici sono sempre vicini alle persone che soffrono, che hanno bisogno del loro aiuto. Nel caso specifico, svolgono questo delicato compito rendendo possibile l’applicazione di una Legge dello Stato, la 194/78. Una legge che prevede il rispetto della salute e della dignità della donna e della libertà sia della donna che del medico. Il professionista ha infatti la facoltà di avvalersi dell’obiezione di coscienza, libera scelta personale che non deve diventare elemento di giudizio o discriminazione”.

Proprio sulla questione dell’obiezione di coscienza si consuma, nel nostro Paese, un’altra violenta discriminazione, stavolta sulle donne, spesso costrette a viaggiare da una regione all’altra con l’obiettivo di trovare un ginecologo non obiettore.

Come ad esempio in Molise, dove i medici obiettori superano il 90%: in questa regione l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) si pratica solo nell’ospedale di Campobasso e l’unico medico non obiettore della regione, Michele Mariano, è stato diverse volte costretto a rimandare la pensione, perché ai concorsi indetti per la sua sostituzione non si presentava nessuno.

All’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza, in Calabria, i ginecologi sono tutti obiettori di coscienza. Nell’ospedale calabrese l’interruzione di gravidanza è possibile solo due volte alla settimana quando è presente il medico “a gettone” che pratica l’IVG. 

Tornando alle affermazioni del Papa, anche Antonella Veltri, presidente di D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza ha reagito con queste parole: “Ancora, Papa Bergoglio attacca la libertà di scelta delle donne. Questa volta si spinge ad attaccare gli operatori sanitari che scelgono di applicare una legge dello Stato che dovrebbe garantire l’aborto legale e sicuro per tutte le donne. Crediamo che lo stato di diritto debba continuare a garantire questa libertà, acquisita con tanta fatica e con tante vite di donne. Oggi questa scelta è già resa complicata dall’altissimo numero di obiettori e dall’intrusione del movimento cosiddetto pro-vita nei consultori pubblici. Che almeno la Chiesa cattolica ne resti fuori”.

Concludendo, quando si parla di aborto si accendono da sempre gli animi, ma credo sia corretta una riflessione: l’aborto è aborto sempre. Andrebbe, se possibile, sempre evitato, poiché provoca traumi e impedisce ad una nuova vita di venire alla luce. Ma, detto questo, va sottolineato con la penna rossa che l’aborto c’era, c’è e ci sarà sempre, per milleuno motivi.

Quindi non è forse meglio legalizzarlo e controllarlo (semplicemente applicando una legge in vigore), offrendo i giusti presidi, che non renderlo clandestino, con i rischi che ne conseguono?

Si, perché (forse chi pratica l’ipocrisia non lo sa) se l’IVG dovesse diventare illegale, gli aborti continuerebbero ad essere praticati, nella clandestinità e con notevoli rischi per la salute delle donne.