Ecco i volti degli Infermieri Covid-19: Eroi non apprezzati di questa emergenza. Le foto
di Marialuisa Asta
Gli infermieri sono gli eroi non apprezzati di questa crisi sanitaria.
Come uno tsunami il Coronavirus si è abbattuto sulle vite di ognuno di noi, che abbiamo combattuto e continuiamo a combattere a fianco dei pazienti in uno scenario che non avevamo previsto nemmeno nei peggiori degli incubi, ma con una capacità di adattamento insita nella nostra professione, già messa alla prova in altre mille situazioni.
In tempi record abbiamo dovuto abituarci a nuovi protocolli, a somministrare terapie e reperire accessi chiusi dentro una tuta d’astronauta.
Abbiamo allestito reparti dal nulla, abbiamo imparato ad indossare un’armatura e a toglierla senza contaminarci, abbiamo inghiottito sudore e lacrime amare dietro le visiere, a non riconoscere più il collega di turno se non da una scritta sulla tuta bianca.
Ed ancora, abbiamo dovuto imparare a non avere armature, in trincea a mani nude contro un virus invisibile, con la paura di ammalarsi, di essere untori di pazienti, figli, madri e padri, coniugi e nonni, mentre i nostri colleghi cadevano ad uno ad uno come pedoni di una partita a scacchi, inghiottiti dal Covid-19.
Abbiamo imparato a contare i morti, tanti, troppi.
Ad essere l’unico conforto nella solitudine dell’isolamento di un virus che tiene lontano gli affetti dai pazienti, e non solo.
Perché abbiamo dovuto allontanare fisicamente le nostre famiglie per salvarle e quando non è stato possibile abbiamo dovuto convivere con la paura, in quelle docce decontaminanti in cui provi a lavare via tutto, il covid, i timori, la sofferenza, la stanchezza.
Siamo stati Eroi senza chiederlo, siamo professionisti consapevoli e capaci di un’abnegazione difficile da trovare altrove, e vorrei che almeno questo fosse tenuto di conto, quando quest’emergenza finirà.