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Sanità in tilt: l’Emilia-Romagna non riesce più a curare i suoi cittadini

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 18/11/2025

Emilia RomagnaLe interviste

 

Nel quadro complesso e sfidante della sanità italiana del 2025, le parole del governatore dell’Emilia-RomagnaMichele de Pascale hanno fatto scalpore e tolto il coperchio da una pentola che ormai bolle da troppo tempo; un’analisi chiara e preoccupata sullo stato attuale del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che pretende soluzioni immediate.

Il governatore Emilia-Romagna Michele de Pascale ha infatti candidamente descritto la pressante situazione che il sistema sanitario regionale sta vivendo. Intervenuto a Radio24, ha dichiarato che l’Emilia-Romagna, da storico motivo d’orgoglio per la qualità e l’efficienza della sua sanità, si trova sotto una tale pressione da pazienti provenienti da altre regioni da non riuscire più a garantire un'assistenza adeguata ai propri cittadini.

De Pascale ha sottolineato: “Non ce la facciamo più, l’enorme pressione dei pazienti da fuori Regione ci sta intasando il sistema. Non possiamo più soddisfare le esigenze sia dei nostri cittadini che di quelli che arrivano da fuori”. La questione si intreccia con quella delle liste di attesa e dell’appropriatezza delle prescrizioni mediche, aspetti su cui de Pascale ha chiamato a un’azione urgente da parte delle Regioni per evitare sprechi e inefficienze.

Inoltre, il governatore ha rimarcato come non sia una questione nuova o legata al governo attuale, ma un problema in continuità con le politiche sanitarie passate. Ha auspicato un rafforzamento del federalismo sanitario per conferire maggiore autonomia alle Regioni, considerando che “non possiamo permettere che le Regioni più efficienti diventino l’ospedale d’Italia”, poiché si creano così disuguaglianze e una sanità a doppia velocità.

Il quadro generale indicato dagli ultimi interventi di governo chiarisce che la tutela e il potenziamento del SSNrimangono tra le priorità. Il ministro ha più volte sottolineato la necessità di aumentare l’efficienza gestionale, sostenere il personale sanitario e garantire finanziamenti adeguati alle Regioni, con un'attenzione particolare alle disparità territoriali.

L'obiettivo dichiarato è rafforzare la rete ospedaliera e territoriale, ridurre le liste di attesa e migliorare gli esiti delle cure, anche attraverso investimenti in innovazione e formazione del personale sanitario.

Dichiarazioni che non sembrano andare di pari passo con le azioni concrete, vedi legge di bilancio e le indicazioni politiche sulla spesa; fiumi di denaro che le inchieste giornalistiche propongono all’attenzione dell’opinione pubblica alla quale non sembrano prioritarie come il diritto alla salute appunto.

Le dichiarazioni di Michele de Pascale evidenziano come il personale sanitario sia in prima linea nella gestione delle sfide sanitarie attuali: da una pressione eccessiva sulla rete ospedaliera, a carichi di lavoro aumentati, fino alla necessità di adattarsi a continui cambiamenti organizzativi e gestionali. Personale per cui è cruciale il riconoscimento del ruolo, con politiche che migliorino le condizioni lavorative, implementino gli organici, puntino su formazione continua e investimenti in tecnologie e strumenti di supporto, perché un SSN più stabile, equo e efficiente si costruisce soprattutto a partire dalla valorizzazione del capitale umano.

Il Servizio Sanitario Nazionale nel 2025 è al centro di una forte tensione tra domanda crescente e risorse limitate, con una particolare attenzione alle disparità regionali. Dichiarazioni come quelle di Michele de Pascale richiamano all’urgenza di una riforma profonda che coinvolga tutte le componenti del sistema, compreso il personale sanitario, per garantire cure di qualità e accessibili a tutti.

Andrea Tirotto