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Elezioni Opi Catania: calpestato il Diritto al voto

Emilio Benincasadi
Emilio Benincasa
Pubblicato il: 04/01/2021 vai ai commenti

NurSind dal territorioPunto di VistaSicilia

 

Quello che sta accadendo a Catania per quanto riguarda le prossime elezioni previste nei giorni 16,17 e 18 Gennaio 2021 per il rinnovo delle cariche dell'Ordine professionale, è davvero singolare. Per ciò che si è delineato, esprimo una forte preoccupazione per la tenuta delle regole democratiche dell'OPI di Catania, che ricordiamo essere uno tra i più consistenti Ordini infermieristici d'Italia.

E' di pochi giorni fa la notizia dell'esclusione dalla competizione elettorale della lista "Ordiniamoci" con una serie di motivazioni che ritengo francamente infondate e del tutto incomprensibili.

Allora è sui fatti, che bisogna dire la verità su quanto sta accadendo, proprio oggi 5 dicembre giorno di insediamento della Commissione elettorale. Di seguito i fatti che hanno portato al misfatto.

Il Consiglio Direttivo dell'Ordine il 14 novembre aveva deliberato e ampiamente pubblicizzato il rinvio delle elezioni a data da destinarsi. Il 4 dicembre in maniera quasi anonima, vengono deliberate le elezioni. Il 17 dicembre, visto l'obbligo di pubblicazione si rendono note le date delle convocazioni per le elezioni. Tutto questo a ridosso delle festività natalizie, in piena pandemia e con meno di 4 giorni rispetto alla scadenza. In ogni caso il 20 dicembre, il referente della lista "Ordianiamoci" provvede ad inoltrare a mezzo PEC, tutta la documentazione completa e necessaria per l'ammissione della stessa alla competizione elettorale.

E' utile premettere, che in questa competizione elettorale il sig. Carmelo Spica risulti essere il candidato e referente dell'unica lista ammessa, nonchè presidente uscente e quindi controllore delle liste.

Il 22 dicembre il sig. Carmelo Spica, verbalizza (a se stesso), la regolarità della lista da lui stesso presentata. Viene fuori un verbale perfettamente lindo, privo di macchia e di qualsivoglia vizio di forma o altro. Viceversa, in data 23 dicembre, decide di escludere l'unica lista concorrente alla propria per vizi procedurali, così come viene riportato nel verbale pubblicato sul sito dell'Ordine.

Queste le motivazioni addotte alla esclusione.

 

La prima fa riferimento al fatto che, la mancata previsione nella lista di infermieri pediatrici rendeva irregolare la stessa. Cosa non vera, in quanto nella lista sono indicati i nomi dei colleghi pediatrici e comunque sul punto il regolamento FNOPI è chiaro.

La seconda, in maniera del tutto generica si riferisce alla mancanza e alla parziale leggibilità di alcuni documenti d'identità. In questo caso, ammesso e non concesso che sia stato riscontrato quanto sopra si dovrebbero indicare quali documenti risultano viziati. Bastava chiamare il referente della lista concorrente, così come previsto, per sanare le mancanze, considerato sia il poco tempo a disposizione nonchè una ridotta possibilità di mobilità e spostamento dovuta alla zona rossa.

La terza, che la procedura di autentica delle firme non si sia realizzata di presenza ma sia avvenuta per mezzo PEC. Su questo punto credo sia veramente difficile rispondere se non ricordare al presidente Spica che viviamo nell'epoca digitale e in un momento particolare.

Portare 70 persone nella sede dell'Ordine per autenticare le firme, in piena zona rossa, come si faceva nel Comune di Roccapinnuzza negli anni '50 è francamente ridicolo e pretestuoso. Da quello che mi è noto, in nessuno degli oltre 100 Ordini infermieristici è stata necessaria la presenza fisica per autenticare la documentazione relativa alle elezioni.

E' in atto un tentativo di furto della democrazia rappresentativa. Siamo di fronte a degli specialisti; dei professionisti che hanno una loro specifica visione, quella di sfumare e sostituire il diritto in arbitrio.

Il candidato, referente, controllore nonchè presidente uscente Carmelo Spica, verbalizza la sua “verità” con la convinzione del monoteista più ortodosso senza superare certe logiche, ossia, quelle dell'amicizia e dell'appartenenza. In spregio alla terzietà e alla imparzialità cui egli è tenuto, continua a immaginare l'Ordine come una "proprietà", senza riconoscere forse una sempre più inadeguata rappresentanza nel proprio mandato delle istanze e dei bisogni degli infermieri.

La scelta di delegittimare ed escludere per presunte irregolarità l'unica lista concorrente, cancella uno dei momenti fondamentali nella vita democratica delle istituzioni quale è il confronto elettorale. Scelte che denotano un atteggiamento tracotante; un callido e sprezzante modus operandi nei confronti di tutti gli infermieri iscritti all'Ordine.

Si tratta di autoproclamazione di tipo medievale. Scelte irresponsabili operate da un presidente che sulla carta dovrebbe garantire l'imparzialità. Scelte che producono una sospensione della democrazia in cui è messa in gioco il riconoscimento della rappresentanza e dell’onorabilità di un Ente sussidiario dello Stato, qual'è l'OPI.

Per ristabilire il diritto sull'arbitrio, chiedo, un'autorevole intervento della FNOPI affinchè si restituisca agli infermieri iscritti all'OPI di Catania il diritto di voto democratico del quale oggi si vedono privati. Credo fermamente che vada restituita e garantita la dimensione pubblica altamente qualificata e trasparente dell'Ordine cui essi appartengono.

Cari colleghi, appena sarà ripristinato il diritto di voto sarà la volta buona, l'occasione giusta che la storia ci offre per castigare e spazzare via questa classe dirigente dall'OPI etnea. Sarà come dare un colpo di spugna su di una lavagna, che renderà pulviscolo di gesso questa compagine direttiva. Una vera e propria "casta" inamovibile che in questa vicenda ha dato il peggio.

Non possiamo ancora accordare fiducia a questi signori e ai loro modelli fallimentari. E' giunto il tempo e il momento di pesare meglio le persone per ciò che dicono e per come si comportano, solo così ogni infermiere troverà le giuste risposte di rappresentanza all'interno dell'OPI di Catania. Cari colleghi, meditate bene perchè se noi stessi non riconduciamo in mano il nostro futuro, nessuno lo farà.