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Congedi parentali, arriva l’estensione: cosa cambia con l’articolo 50 della Manovra 2026

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 23/12/2025

AttualitàGoverno

 

Più giorni di congedo, tempi più lunghi per stare accanto ai figli, maggiori garanzie per chi lavora. Con il via libera della Commissione Bilancio, l’articolo 50 della Legge di Bilancio 2026 rafforza in modo significativo il sistema dei congedi parentali, intervenendo sul Testo unico su maternità e paternità (decreto legislativo n. 151 del 2001).

La prima novità riguarda l’estensione dei limiti di età del figlio entro cui è possibile usufruire dei congedi parentali. In più articoli del Testo unico, il riferimento ai 12 anni viene sostituito con quello ai 14 anni. Un allungamento che amplia la finestra temporale di tutela e consente alle famiglie di gestire con maggiore flessibilità le esigenze di cura anche negli anni successivi alla prima infanzia.

Accanto a questo, l’articolo 50 interviene in modo deciso anche sui congedi di paternità. Prima il padre aveva a disposizione 10 giorni di congedo obbligatorio, di cui 2 da fruire immediatamente dopo la nascita del figlio. Con la nuova formulazione, i giorni obbligatori salgono a 14, e diventano 4 quelli da utilizzare subito dopo la nascita. Un segnale politico e culturale che rafforza il ruolo del padre fin dai primi giorni e punta a una condivisione più equilibrata dei carichi di cura.

Cambia anche la disciplina dei permessi per malattia del figlio. I giorni di assenza dal lavoro passano da 5 a 10 all’anno per ciascun figlio. Il limite sale a 14 giorni quando il bambino ha meno di 3 anni. Una misura che risponde a una difficoltà concreta e quotidiana, particolarmente avvertita nei settori con turnazioni rigide, come la sanità e l’assistenza.

Nel complesso, l’intervento non introduce nuovi istituti, ma potenzia quelli già esistenti, ampliandone la portata.