LA RECOVERY -ROOM in Italia, tra pandemia e leggi mancate
Di Alessandro Serrano
Infermiere Blocco Operatorio Centrale INT Pascale
Uno degli studi più importanti sulla sorveglianza post-operatoria, ovvero un’indagine dell’ INSERM, l'Istituto nazionale francese per la ricerca sulla salute e la medicina, condotta su 198.103 anestesie eseguite in Francia tra il 1978 e il 1982, registrò 268 complicanze post-operatorie: Tiret et al. dimostrarono che il 58% delle complicanze si verificarono durante l’anestesia, il restante 42% entro le prime 24 ore e ben il 75% di queste nelle prime 5 ore post-operatorie.
In Francia ciò che deve essere previsto per la fase post-operatoria, è stato ben descritto il 5 dicembre 1994, sul Journal Officiel de la Republique Francaise, nel Decreto n° 94 -1050 “Relatif aux conditions techniquesde fonctionnement des établissements de santé en ce qui concerne la pratique de l'anesthésie et modifiant le code de la santé publique”; in particolare, volendo citare testualmente l’articolo D. 712-45“La surveillance continue post-interventionnelle mentionnée au 3o de l'article D. 712-40 a pour objet de contrôler les effets résiduels des médicaments anesthésiques et leur élimination et de faire face, en tenant compte de l'état de santé du patient, aux complications éventuelles liées à l'intervention ou àl'anesthésie.Cette surveillance commence en salle, dès la fin de l'intervention et de l'anesthésie. Elle ne s'interrompt pas pendant le transfert du patient.Elle se poursuit jusqu'au retour et au maintien de l'autonomie respiratoire du patient, de son équilibre circulatoire et de sa récupération neurologique.”
Il decreto omologo del Presidente della Repubblica Italiana è del 14 gennaio 1997, ed è il “Decreto in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private”: più che di sorveglianza post-operatoria, nel decreto italiano si fa riferimento ad un’eventuale “zona risveglio” tra i criteri strutturali di accreditamento dei blocchi operatori; nei paesi anglo-sassoni il termine utilizzato per identificare quest’area è “Recovery Room”, traducibile in “area di recupero” dall’anestesia.
Il termine recupero comprende il ripristino della stabilità dei parametri vitali, dello stato di coscienza, ma anche dell’attività motoria, della sensibilità, ecc. e può quindi essere convenientemente esteso anche al controllo postoperatorio dei pazienti sottoposti ad interventi chirurgici condotti con tecniche loco-regionali.
Un altro termine frequentemente utilizzato nella letteratura anglosassone è PACU (Post-Anestesia Care Unit): Recovery Room e PACU possono essere convenientemente tradotti con Area di Recupero Post-Anestesiologico, con cui si intende una zona logisticamente inserita nell’ambito di un Blocco Operatorio, dotata di personale qualificato e attrezzature idonee al monitoraggio e trattamento postoperatorio dei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico, eventualmente anche in regime di day surgery.
Come sono strutturate queste “Zone Risveglio” in Italia?
Quante sale operatorie sono strutturate secondo i dettami del D.P.R. del 14/01/1997, e quante invece hanno ampliato i propri orizzonti seguendo ciò che avviene all’Estero per la sorveglianza post-operatoria dei pazienti? In realtà, come dimostrato dallo studio ”Analisi e confronto delle linee guida riguardanti la gestione della Recovery-Room” di Leykin, Costa e Gullo del 20014, che mette a confronto le Linee Guida Italiane, Francesi, Tedesche, Australiane, Canadesi e Americane, se si guarda a ciò che succede all’Estero, un modello organizzativo –assistenziale di riferimento per la Recovery –Room non esiste: dallo studio emerge un contesto internazionale estremamente eterogeneo, ad esempio in USA, Francia e Canada la necessità di una Recovery -Room nell’immediato post -operatorio è indispensabile, in Australia e Germania è prevista, ma non è indispensabile, in Italia le Linee Guida indicano che il paziente può necessitare di sorveglianza post-operatoria temporanea; in Germania tutti i pazienti nel post-operatorio dovrebbero andare in Recovery-Room, in USA tutti a menoche non ci sia un’indicazione diversa dell’anestesista; negli altri Paesi non è precisato.
Sempre secondo questo studio, in tutti i Paesi la responsabilità della Recovery Room è demandata ad un Anestesista, ma per la dimissione del paziente negli USA, in assenza del medico responsabile, è l’Infermiere a decidere se il paziente soddisfi o meno degli specifici criteri di dimissione; in Canada la responsabilità della dimissione dalla Recovery -Room è dell’Anestesista ma può essere delegata; in Australia perla capacità minima di posti letto in Recovery -Room sono previsti almeno 1,5 posti letto per ogni S.O.; in Francia la Recovery Room deve avere almeno 4 posti letto, in Germania e in Italia il numero dei posti letto deve essere correlato all’attività delle sale operatorie che vi afferiscono e alle tipologie di interventi chirurgici che si svolgono.
Per quasi tutti i paesi il monitoraggio dei pazienti durante il trasporto dalla Sala Operatoria alla Recovery Room deve essere assicurato; in Canada il monitoraggio durante il trasporto può esserci o meno a seconda delle condizioni cliniche del paziente, in Australia e Germania non è descritto, ma è precisato che l’Anestesista dovrebbe accompagnare il paziente in Recovery Room. Il rapporto Infermieri / Pazientiin USA viene demandato alle Direzioni Sanitarie, in Australia è previsto non meno di 1 Infermiere ogni 3 pazienti e 1 Infermiere per ogni paziente incosciente; in Francia se sono occupati 6 o più posti letto, sono necessari 2 Infermieri di cui 1 obbligatoriamente specializzato in anestesia; in Germania il rapporto Infermieri/Pazienti va calcolato in base a numero di pazienti da sorvegliare e la durata della sorveglianza del paziente; in Canada e in Italia questo parametro non è precisato.
Se il contesto internazionale non è eterogeneo, quello Italiano non è da meno: ci sono profonde differenze tra Nord e Sud, tra Regione e Regione, tra Ospedale ed Ospedale; per fortuna negli ultimi anni si parla sempre di più di Recovery –Room, ed iniziano ad essere inaugurate un po’ ovunque a macchia di leopardo.
Per il resto dalle Terapie Intensive Polivalenti alle Rianimazioni, dalle Terapie Intensive o Sub –Intensive Post –Operatorie alle Aree o Zone Risveglio: in ogni ospedale della Penisola, per indicare il destino che attende gli ignari pazienti che escono dalle Sale Operatorie, vi è un bailamme di definizioni, che tutte celano o sottointendono ciò di cui necessariamente avremmo bisogno, sulla base dell’esperienza francese: UNA LEGGE, chiara e che fughi i possibili fraintendimenti, che descriva in modo dettagliato e preciso che i pazienti nell’ immediato post –operatorio devono essere affidati necessariamente ad una Recovery –Room, ovvero un’ Area di Recupero Post –Anestesiologico adiacente alle Sale Operatorie, strutturata secondo specifici criteri tecnologici e specifici rapporti tra Sale Operatorie e Posti Letto di Recovery Room, e tra numero di pazienti e numero di Infermieri deputati al loro monitoraggio.
Una legge sulla sorveglianza post –operatoria non solo colmerebbe un gap tra l’Italia e il resto del mondo per quanto appena argomentato, ma che se fosse arrivata in tempi non sospetti ci avrebbe consentito di leccarci sicuramente meno le ferite in questo ultimo anno di pandemia da Covid19: quanti interventi chirurgici sono saltati nell’ultimo anno per mancanza di posti letto in Terapia Intensiva?
A causa di ciò, quanto si sono allungate le liste d’attesa per gli interventi? Quante persone sono morte non per il Covid, ma in attesa di un intervento chirurgico salva –vita? Quante complicanze gravi sarebbero potuto essere intercettate nelle immediate ore post –operatorie, e quanti accessi impropri sarebbero stati evitati nelle Terapie Intensive già sotto pressione? Tante domande, tanti dubbi. A cui nessuno si degnerà o si degnerebbe di dare risposte. Ma che hanno una sola risposta: ABBIAMO BISOGNO DELLE RECOVERY –ROOM, in tutti gli ospedali italiani dotati di sale operatorie. Ora. Adesso. Non c’è più tempo da perdere.
di