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NurSind Emilia-Romagna, Antonella Rodigliano: Rilanciare sanità pubblica valorizzando il personale.

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La Redazione
Pubblicato il: 26/10/2022 vai ai commenti

Emilia RomagnaNurSind dal territorio

La coordinatrice regionale del sindacato degli infermieri: “bene bonaccini sul tema della carenza di personale, ora si passi dalle parole ai fatti. Anche noi vogliamo sedere ai tavoli di confronto” 

“L'aumento del costo della vita e delle bollette non risparmia il mondo della sanità regionale: la nostra preoccupazione è che adesso non ci siano più investimenti per far fronte alla carenza di personale, un problema esistente da fin troppo tempo, dirottando la maggior parte delle risorse in altri ambiti, proprio per via del caro vita”. È quanto afferma la coordinatrice regionale del Nursind, Antonella Rodigliano, prendendo spunto dalle recenti dichiarazioni del governatore Stefano Bonaccini sullo stesso tema. “Non possiamo che condividere le dichiarazioni del presidente quando afferma che la mancanza di personale sanitario in Emilia-Romagna oggi sia un problema, ma domani può essere un dramma”. Nello specifico, le parole di Bonaccini trovano d'accordo la coordinatrice del Nursind soprattutto quando “richiama la carenza degli infermieri, in particolare nella emergenza-urgenza, che è diventato uno dei lavori più usuranti in questo Paese. Ci fa piacere anche il ragionamento che ne consegue, quando afferma che occorre alzare le buste paga e migliorare gli avanzamenti di carriera. Anche perché si possono fare nuove strutture, ma senza il personale si fa fatica a garantire i servizi. Ora però alle parole chiediamo che seguano i fatti, almeno per quanto di competenza regionale” 

Ricordando inoltre che se si realizzano migliori trattamenti per il personale infermieristico, contestualmente si potranno avere migliori condizioni di degenza dei pazienti, “va tenuto conto che la condizione lavorativa della nostra categoria è strettamente collegata alla qualità del servizio per l’utenza”. Per il Nursind regionale occorre quindi da subito potenziare la sanità pubblica territoriale attivando l’infermiere di famiglia, di comunità e il case manager; tutte figure che possano trovare reale implementazione in tempi celeri se c’è la reale volontà. Non solo. Il Nursind regionale precisa che occorre evitare la suddivisione dei sindacati tra figli e figliastri, auspicando che la Regione possa confrontarsi anche con la propria sigla sindacale in occasione dei vari tavoli di lavoro, tenendo inoltre conto del fatto che Nursind è firmatario del nuovo contratto collettivo e rappresenta la categoria degli infermieri e delle ostetriche, un pilastro della sanità, “al fine di supportare le scelte corrette in questo ambito così importante per consegnare all’utenza fragile le giuste risposte ai loro bisogni di salute. Noi ci siamo e siamo disposti a collaborare -ribadisce Rodigliano-, vogliamo poter dare ai pazienti un’assistenza di qualità, ma abbiamo bisogno di un corretto rapporto infermiere-pazienti e di un corretto rapporto tra retribuzione e prestazione lavorativa, oltre di veder riconosciute e valorizzate le nostre competenze e adeguate misure per abbattere lo stress da da lavoro. La Regione deve ascoltarci.