Carenza di infermieri, sanità a rischio: NurSind rilancia la sfida del 2026
Tra contratti, riforme e sicurezza delle cure, il sindacato degli infermieri guida la battaglia contro l’esternalizzazione dei servizi
Vicenza, 29 dicembre 2025. La sanità pubblica italiana sta attraversando una fase di forte criticità, segnata da una carenza strutturale di infermieri e medici che rischia di compromettere la qualità e la sicurezza dell’assistenza. In molte realtà, anche nel Nord del Paese, la risposta delle amministrazioni è sempre più spesso l’esternalizzazione dei servizi attraverso cooperative, una scelta che solleva interrogativi profondi sul futuro del sistema sanitario e sulla tutela dei cittadini. In questo scenario complesso, il NurSind si conferma protagonista assoluto del dibattito nazionale e territoriale, ponendo al centro la difesa degli infermieri e della sanità pubblica.
Il 2025 si chiude per il NurSind come un anno di intenso lavoro e di risultati concreti. A livello nazionale, l’attività sindacale è stata caratterizzata da passaggi decisivi, a partire dalla firma del CCNL 2022-2024 e dalle elezioni RSU, che hanno sancito una crescita significativa della rappresentatività del sindacato delle professioni infermieristiche. Una crescita che non è solo numerica, ma soprattutto politica, frutto di una presenza costante nei luoghi istituzionali e di una capacità di assumersi responsabilità anche nei momenti più complessi.
"L’attività nazionale è stata decisamente intensa e ha richiesto scelte di responsabilità", sottolinea Andrea Bottega, segretario nazionale NurSind, ricordando come la firma del contratto sia stata una scelta coerente per garantire aumenti stipendiali e miglioramenti normativi, aprendo la strada al confronto per il rinnovo del Contratto nazionale 2025-2027.
Accanto alla partita contrattuale, il NurSind non ha mai smesso di far sentire la propria voce sul piano politico e sociale, intervenendo sui disegni di legge in Parlamento, partecipando ai tavoli con i ministeri competenti e promuovendo iniziative di mobilitazione. Emblematico, in questo senso, il sit-in organizzato davanti al Ministero della Salute per chiedere il rinnovo dei contratti della sanità privata, che ha portato a un confronto istituzionale considerato positivo.
Il sindacato è stato attivo anche sul fronte internazionale, partecipando ai consessi che riuniscono le organizzazioni infermieristiche di numerosi Paesi, dove il tema della carenza infermieristica globale e delle dotazioni organiche insufficienti è ormai riconosciuto come una delle principali emergenze sanitarie mondiali. Un impegno che rafforza la visione del NurSind come soggetto capace di collegare le istanze locali a una prospettiva più ampia.
Il 2025 si chiude anche con un risultato concreto per le tasche di migliaia di infermieri, grazie alla battaglia condotta dal NurSind contro un’interpretazione fiscale che avrebbe penalizzato i professionisti impegnati nella pronta disponibilità. Un segnale tangibile di tutela quotidiana, che va oltre gli slogan e si traduce in diritti riconosciuti.
Sul piano territoriale, il NurSind conferma la propria leadership nelle Aziende sanitarie vicentine, risultando ancora una volta il primo sindacato per voti e deleghe sia all’Ulss 7 Pedemontana che all’Ulss 8 Berica. Un risultato che consolida il ruolo del sindacato nelle relazioni sindacali locali, mantenute su un piano di confronto costruttivo ma vigile.
"Le relazioni sindacali possono dirsi costruttive, ma restiamo estremamente attenti sugli aspetti più critici", evidenzia Andrea Gregori, segretario provinciale NurSind Vicenza, ricordando come gli accordi sull’integrazione dei fondi regionali abbiano permesso un innalzamento delle retribuzioni del personale sanitario, pur attraverso percorsi diversi nelle due Aziende.
Resta però centrale il nodo della carenza di personale, che in Veneto come nel resto d’Italia assume contorni sempre più preoccupanti. Le stime parlano di migliaia di infermieri mancanti nei prossimi anni, un dato che rende fragile qualsiasi programmazione futura e che rischia di vanificare le riforme in atto.
"La carenza di infermieri è ormai un dato strutturale e ignorarlo sarebbe irresponsabile", avverte Gregori, denunciando come il ricorso alle cooperative si stia rivelando fallimentare sotto il profilo della sicurezza delle cure, anche alla luce di recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto strutture sanitarie di primo piano.
Per il NurSind, la strada da percorrere è un’altra: valorizzare realmente le professioni sanitarie, rendere attrattivo il lavoro infermieristico e garantire condizioni di sicurezza per operatori e cittadini. Un cambio di passo che chiama in causa le Regioni e il livello nazionale, soprattutto in un momento di transizione istituzionale come quello che accompagna l’insediamento di nuovi assessori alla Salute.
Lo sguardo del sindacato è già rivolto al 2026, un anno che si annuncia decisivo. Il rinnovo del Contratto nazionale 2025-2027 e l’attuazione delle deleghe previste dal ddl sulle professioni sanitarie rappresentano due sfide cruciali, mentre si avvicina l’apertura delle Case della Comunità senza un adeguato numero di infermieri a sostenerle.
"Il rischio concreto è che le riforme restino sulla carta perché il personale non c’è", conclude Gregori, ribadendo che senza infermieri non esiste sanità pubblica capace di reggere alle sfide future.
In questo contesto, il NurSind si conferma non solo come primo sindacato degli infermieri, ma come presidio indispensabile di competenza, responsabilità e visione, determinato a difendere il lavoro infermieristico e il diritto alla salute dei cittadini.
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