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Torna il lockdown, ma stavolta non per il Covid, ma per il virus Nipah. Cosa ne sappiamo

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 18/09/2023 vai ai commenti

AttualitàCronache sanitarie

Nel distretto di Kozhikode, una città costiera nel cuore del Kerala, nell'India meridionale, si è scatenato un allarme che ha portato all'implementazione di misure drastiche, tra cui il lockdown e i test di massa. Ma questa volta la paura non è legata al COVID-19, bensì al temibile virus Nipah. Nonostante il numero di decessi fosse inizialmente limitato a soli due e i casi identificati fossero pochi, l'ultimo sviluppo vede un uomo di 39 anni appena ricoverato in ospedale come il sesto caso, mentre un bambino di 9 anni si trova in condizioni critiche. Nonostante ciò, i primi campioni provenienti dai contatti più stretti di queste persone sono risultati negativi al virus.

Finora, quasi un migliaio di persone sono state identificate come potenziali contatti del virus, di cui circa la metà è considerata ad alto rischio. Questi individui includono amici, familiari delle persone colpite e operatori sanitari che hanno avuto contatti con i pazienti. Tutti sono stati messi sotto stretta sorveglianza per contenere la possibile diffusione del virus.

La preoccupazione principale riguardo al virus Nipah è la sua alta letalità, uccidendo tre quarti delle persone infette. Le autorità sanitarie indiane hanno quindi reagito prontamente per evitare una potenziale epidemia, tenendo presente che questo virus era già comparso in Kerala nel 2018, causando 17 vittime. Nel 2021, un secondo focolaio fu rapidamente bloccato grazie alle misure di contenimento implementate subito dopo la morte di un dodicenne.

Ma cos'è esattamente il virus Nipah? Questo micidiale agente patogeno appartiene alla categoria C, identificata dai Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CDC) statunitensi come una delle peggiori minacce emergenti, sia in termini naturali che potenziali attacchi bioterroristici. Il virus è stato scoperto per la prima volta alla fine del secolo scorso in Malesia, dove ha infettato oltre 260 persone, causando la morte di circa la metà di esse. L'epidemia ebbe origine dai maiali, che vennero abbattuti in massa per prevenirne la diffusione.

Nel corso degli anni, altre epidemie si sono verificate a Singapore, in diverse parti dell'India e in Bangladesh, dove all'inizio di quest'anno sono stati registrati una decina di casi e 8 morti. La maggior parte delle infezioni è stata collegata al consumo di datteri freschi nei giorni precedenti, mentre un neonato di soli 15 giorni ha contratto il virus dalla madre.

Il virus Nipah è naturalmente ospitato nei pipistrelli della frutta, e si trasmette agli esseri umani attraverso il contatto diretto con animali infetti o attraverso il consumo di cibo contaminato. La trasmissione da persona a persona è meno comune ed è spesso associata a stretti contatti, in particolare con il personale sanitario non adeguatamente protetto dai fluidi corporei del paziente.

Mentre le autorità del Kerala si affrettano a contenere la diffusione del virus Nipah, il mondo resta in allerta, consapevole della potenziale minaccia che questo agente patogeno rappresenta.