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Il 2023 conferma Nursind quale sindacato più rappresentativo degli Infermieri

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 04/01/2024

NurSind dal territorioVeneto

Nursind Vicenza: “Ci attendiamo di ottenere la valorizzazione dell’Infermiere quale figura centrale della Sanità pubblica, per garantire altissimi standard di assistenza ai cittadini”

Situazione nazionale

Dall’analisi del rapporto dell’Osservatorio conti pubblici italiani dell’Università cattolica emerge che l’Italia conta a livello europeo 6,2 infermieri ogni mille abitanti posizionandosi al quartultimo posto dopo la Grecia con 3,8, la Polonia con 5,7 e la Slovacchia sempre con 5,7, considerando che la media dell’Unione Europea si stabilizza in 9,1 infermieri ogni 1000 abitanti. 

Non va meglio, inoltre, nel rapporto infermieri/medici anche qui dall’analisi l’Italia si piazza ancora al quartultimo posto con 1,5 davanti alla Spagna con 1,4, Portogallo 1,3, Lettonia 1,2 dove la media europea si stabilizza in 2,3. Complessivamente il personale del servizio sanitario nazionale dal 1997 al 2019 è sempre stato in diminuzione fa eccezione il 2019 per l’inserimento delle risorse a causa del picco pandemico. Complessivamente dal 2000 al 2021 la riduzione del personale operante nel servizio sanitario nazionale è di 21000 unità.

 

Situazione per il Veneto

In quella che è la densità di infermieri ogni 1000 abitanti il Veneto si posiziona in un valore di seconda fascia assieme alla Sardegna, le Marche, il Piemonte e la Basilicata, ed è praticamente circondato da regioni che sono in prima fascia per densità, quali: Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Trentino Altoadige, Toscana ed Abruzzo. In tutta l’area del centro nord risultano peggiori del Veneto solo Lombardia e Liguria. L’unico dato in cui sembra spiccare la regione Veneto è quello in cui il rapporto tra numero di infermieri e medici risulta il più alto di tutte le regioni, cioè 3,5 ma è un dato assolutamente fuorviante in quanto è il risultato in cui sostanzialmente la densità di medici in Veneto è la più bassa d’Italia e quindi il valore di seconda fascia della densità di infermieri risalta nel rapporto medesimo. Da questo se ne evince che il Veneto ha un problema di attrattività di sistema e che lo skill-mix a ribasso rispetto al rapporto infermieri-medici non punta assolutamente alla qualità dei servizi come invece la narrazione vorrebbe far intendere. Un’ultima analisi proprio per evidenziare quanto descritto dal rapporto è che in Veneto attualmente sono scoperte circa 600 posizioni di medici di medicina generale che moltiplicati per il massimale di utenti risulta essere oltre un milione di cittadini senza un punto di riferimento essenziale. Da qui emergono anche tutte le difficoltà del sistema ospedaliero a reggere l’assalto ai pronto soccorso di cui le cronache di questi giorni sono abbondanti e che è il risultato anche di una totale incapacità di imposizione rispetto alle chiusure di massa per le festività degli ambulatori.

 

Situazione provinciale

I numeri non mentono mai. Ed anche per il 2023 Nursind Vicenza ha conquistato il primato di sindacato maggiormente rappresentativo in provincia. Infatti, ad oggi il 35% degli iscritti all’ordine della provincia di Vicenza ha in tasca proprio la tessera Nursind.

“Questo dato ci inorgoglisce e descrive chiaramente l’autorevolezza che il nostro sindacato ha conquistato negli anni – spiega il segretario provinciale Nursind di Vicenza, Andrea Gregori – a suo di battaglie vinte e, soprattutto di impegno nel promuovere e sostenere i diritti dei lavoratori a favore di una Sanità degna di chi ne è quotidianamente interprete e dei cittadini che si approcciano con fiducia e legittime aspettative. Tale risultato, da un lato conferma lo storico radicamento nel territorio di Nursind e, dall’altro, si pone in controtendenza rispetto al numero complessivo degli iscritti all’ordine, che risulta in diminuzione”.

Il direttivo si arricchisce di volti nuovi e competenze, ma i valori di sempre restano un punto fermo. “Per quanto riguarda l’organizzazione sindacale – prosegue il segretario Gregori – Nursind ha scelto di perseguire una politica di rinnovamento, attraverso l’inserimento di nuovi dirigenti nel direttivo, diminuendo l’età media dei componenti, ma mantenendo alte le competenze e le conoscenze accomunate dalla visione sul futuro della professione volta ad una crescita costante sia al suo interno che nei confronti dei propri iscritti”.

L’azione del sindacato maggiormente rappresentativo delle professioni infermieristiche è sempre più orientata ad incidere sulle politiche sanitarie locali, perseguendo gli obiettivi della tutela sindacale e della valorizzazione dei professionisti incentrata sui principi di trasparenza e crescita professionale.

Un grande lavoro è stato fatto sul versante dell’applicazione del nuovo Ccnl. “I fronti che ci hanno visti impegnati nel 2023 – aggiunge Giuseppe de Chiara, delegato Rsu dell’Ulss 8 Berica, hanno riguardato l’applicazione del Ccnl nelle due Ulss provinciali, portando a risultati molto importanti, anche se l’Ulss 8 Berica si è differenziata per la maggiore qualità del contratto integrativo sottoscritto”.

 

Situazione nazionale

La salvaguardia dei lavoratori passa inevitabilmente attraverso il mantenimento di un livello alto di qualità del servizio offerto ai cittadini. “In particolare, nell’ultima parte dell’anno, quella che noi definiamo “autunno caldo” – sottolinea Oscar Gheno, segretario amministrativo Nursind e segretario aziendale Ulss 7 Pedemontana – abbiamo portato avanti pervicacemente la lotta sindacale finalizzata a tutelare il futuro della professione e della Sanità pubblica. Il dato allarmante è rappresentato dalla costante e progressiva fuga dal pubblico verso il privato dei professionisti, per effetto delle migliori condizioni sia lavorative che economiche che il privato garantisce agli stessi”.

La Finanziaria è sempre tanto attesa, quanto ricca di sorprese, spesso negative. “Un duro colpo è arrivato con la legge Finanziaria – aggiunge il segretario Gheno – in quanto lascia ombre inquietanti sul futuro pensionistico dei sanitari, prevedendo significativi e preoccupanti tagli economici. Nel merito si auspica che le azioni di lotta proseguano anche nei primi mesi del 2024 assieme agli attori del sistema sanitario nazionale”.

 

Situazione regionale

Sul versante regionale restano aperti due temi caldi, il primo riguarda l’applicazione dell’istituto contrattuale della banca delle ore, il secondo è quello concernente i buoni pasto; su quest’ultimo tema Nursind, attraverso alcuni suoi delegati sindacali, ha intentato una causa pilota contro le due Ulss della provincia di Vicenza, per ottenere il riconoscimento del diritto al buono pasto, e la prima udienza è prevista per il 29 gennaio 2024.

In prospettiva futura Nursind si propone con rinnovato ed incessante impegno verso la valorizzazione dell’Infermiere quale figura centrale della Sanità pubblica, per garantire altissimi standard di assistenza ai cittadini.