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Caldo torrido nel carcere della Dogaia. NurSind: situazione intollerabile anche per i sanitari

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La Redazione
Pubblicato il: 08/08/2024 vai ai commenti

NurSind dal territorioToscana

Il segretario Cesario: “Segnalati malesseri tra il personale in servizio. Termometro sopra i 35 gradi, problemi anche per la conservazione dei farmaci”

 

Prato, 8 agosto 2024. Non trovano soluzione i problemi, già denunciati in più occasioni da NurSind, che riguardano il lavoro degli infermieri all’interno del carcere della Dogaia di Prato. A causa di un guasto ormai cronico all’impianto di condizionamento, infatti, il personale sanitario in servizio presso la casa circondariale pratese è costretto a lavorare in ambienti dove le temperature spesso superano i 35 gradi.

“Una situazione intollerabile - spiega il segretario territoriale Roberto Cesario - con conseguenze rischiose sia per la salute degli infermieri che per le loro prestazioni lavorative: in alcuni casi, infatti, si sono segnalati malesseri tra il personale in servizio. Il tutto in barba alla legge che disciplina la sicurezza sui luoghi di lavoro e che, evidentemente, non riguarda quanti si trovano a prestare la loro opera nelle carceri. Ci viene inoltre segnalato che gli stessi farmaci conservati in questi ambienti superano le temperature previste dalle case farmaceutiche e risultano quindi essere alterati”.

Nelle scorse settimane la segreteria di Prato del sindacato delle professioni infermieristiche ha segnalato con una lettera al direttore generale dell’Asl Toscana Centro e alle altre figure interessate queste problematiche. “Siamo in attesa di risposte concrete e a breve termine - conclude Cesario - altrimenti ci vedremo costretti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie. Dopo una lunga diatriba col ministero della Giustizia, l’Asl è intervenuta installando dei condizionatori portatili in alcuni dei locali dove lavorano gli infermieri, ma è del tutto evidente che si tratta di soluzioni tampone che non risolvono il problema. Nel padiglione di massima sicurezza e in quello dei collaboratori di giustizia, dove si trovano spesso a operare i nostri colleghi, la situazione è drammatica e si registrano temperature indegne di strutture di un paese civile”.