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Infermieri. Sì alla retribuzione dello straordinario anche in assenza di autorizzazione

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 10/07/2024 vai ai commenti

La SentenzaLeggi e sentenzeProfessione e lavoro

Una sentenza della Corte di Cassazione ha dato ragione a un infermiere dell'Ospedale di Reggio Calabria in una controversia riguardante il pagamento delle prestazioni aggiuntive per il servizio di dialisi estiva del 2013. La decisione ribalta il verdetto della Corte d'Appello di Reggio Calabria e stabilisce importanti principi per il pubblico impiego.

La vicenda

L'infermiere, impiegato presso l'Ospedale di Reggio Calabria, aveva ottenuto un decreto ingiuntivo contro l'Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Reggio Calabria, chiedendo il pagamento per le prestazioni aggiuntive rese nel servizio di "dialisi estiva". Questo servizio era destinato anche ai turisti in ferie nella regione, ed era stato retribuito dall'ente negli anni precedenti e successivi, ma non nel 2013.

La Corte d'Appello di Reggio Calabria aveva revocato il decreto ingiuntivo, ritenendo che la vicenda non fosse regolata dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) richiamato dall'infermiere, ma da una legge del 2001 recepita nel CCNL 2008/2009. Tale normativa prevedeva la necessità di un'autorizzazione regionale e altre condizioni specifiche, che non erano state rispettate.

La Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'infermiere, sottolineando che:

  1. Regolarità della Notifica: La notifica del ricorso per cassazione è risultata regolare, essendo stata inviata alla PEC dell'avvocato dell'ASP.
  2. Tempestività del Ricorso: Il ricorso è stato presentato entro i termini di legge.
  3. Violazione delle Norme: Il primo motivo di ricorso denuncia la violazione degli articoli 115 e 116 c.p.c., nonché di varie norme costituzionali e del codice civile, insistendo sul fatto che le prestazioni erano state effettivamente eseguite su incarico dell'azienda.
  4. Prestazioni Aggiuntive e Straordinario: La Corte ha riconosciuto che, oltre alle prestazioni aggiuntive, le ore lavorative extra configurano lavoro straordinario, che deve essere remunerato indipendentemente dalla regolarità delle autorizzazioni, se vi è consenso implicito del datore di lavoro.

Implicazioni della Sentenza

Questa decisione stabilisce che, anche nel pubblico impiego, il lavoro straordinario deve essere retribuito se svolto con il consenso del datore di lavoro, a prescindere dalle autorizzazioni formali. La sentenza della Cassazione ha ribadito che le prestazioni aggiuntive richiedono specifiche autorizzazioni e condizioni, ma il lavoro straordinario, se eseguito con il consenso del datore di lavoro, deve essere compensato.

La Corte ha inoltre specificato che il mancato rispetto delle regole di spesa pubblica non può ricadere sul lavoratore, ma piuttosto sui funzionari responsabili delle autorizzazioni. Questo principio è fondamentale per tutelare i diritti dei lavoratori del settore pubblico e garantire una corretta remunerazione delle prestazioni effettivamente svolte.