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La retribuzione durante la ferie deve essere completa. Stop ai tagli alle indennità

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 30/09/2024 vai ai commenti

La SentenzaLeggi e sentenzeProfessione e lavoro

La Corte di Cassazione, sezione lavoro, ha recentemente emesso l'ordinanza n. 25850, datata 27 settembre, che si concentra su una delicata questione inerente i rapporti di lavoro e i diritti dei dipendenti. La decisione, destinata a creare un precedente significativo, tocca da vicino i diritti dei lavoratori all'interno delle aziende e il rispetto delle norme previste dal codice del lavoro.
La vicenda
Il caso in esame nasce da una controversia tra un lavoratore e il proprio datore di lavoro in merito all'applicazione di specifici diritti contrattuali. La Corte d’Appello di Napoli accoglieva il ricorso di un lavoratore che avanzava la richiesta a percepire per ciascun giorno di ferie, una retribuzione comprensiva dell’indennità di turno, dell’indennità perequativa e dell’indennità compensativa e condannava l’Ente al pagamento del credito al saldo maturato. L’Ente ricorreva in Cassazione

Decisione della Cassazione
L'ordinanza della Corte di Cassazione, sezione lavoro, ha sancito un'importante pronuncia in materia di tutela dei diritti dei lavoratori, ribadendo la necessità di rispettare rigorosamente le norme contrattuali e legislative vigenti. Nella sentenza n. 25850, la Corte ha ritenuto valide alcune delle richieste del lavoratore, confermando che il datore di lavoro non aveva rispettato pienamente le disposizioni contrattuali, riconoscendo così al lavoratore il diritto a ricevere le indennità  per il periodo di ferie.

Secondo la Corte, la nozione di retribuzione da applicare durante il periodo di godimento delle ferie è fortemente influenzata dalla interpretazione data dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea la quale, sin dalla sentenza Robinson Steele del 2006, ha precisato che con l'espressione < > contenuta nell'art. 7, n r. 1, della direttiva nr. 88 del 2003 si vuole fare riferimento al fatto che, per la durata delle ferie annuali, <> la retribuzione con ciò intendendosi che il lavoratore deve percepire in tale periodo di riposo la retribuzione ordinaria. Ciò per assicurare una situazione equiparabile a quella ordinaria del lavoratore nei periodi di lavoro, sul rilievo che una diminuzione della retribuzione potrebbe essere idonea a dissuadere il lavoratore dall'esercitare il diritto alle ferie. Qualsiasi incentivo o sollecitazione che risulti volto ad indurre i dipendenti a rinunciare alle ferie è infatti incompatibile con gli obiettivi del legislatore europeo che si propone di assicurare ai lavoratori il beneficio di un riposo effettivo, anche per un'efficace tutela della loro salute e sicurezza.

Implicazioni legali e sociali
Questa ordinanza avrà senza dubbio ripercussioni nel mondo del lavoro, creando un precedente giuridico che potrebbe essere invocato in futuri contenziosi. Per i lavoratori, la sentenza rappresenta una vittoria in termini di protezione dei loro diritti, mentre per i datori di lavoro potrebbe comportare un adeguamento delle pratiche aziendali, al fine di evitare simili controversie legali.
Gli esperti di diritto del lavoro vedono in questa decisione un segnale forte da parte della giurisprudenza italiana, che continua a sostenere i diritti dei dipendenti nelle loro relazioni con il datore di lavoro, soprattutto in casi dove si ravvisano comportamenti potenzialmente abusivi.