Audizione NurSind al Senato: per ridurre liste d’attesa, modificare legge 42/1999
Roma, 23 ottobre 2024 – In un periodo in cui il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è sotto esame e la necessità di ripensare il suo funzionamento si fa sempre più pressante, il segretario nazionale del NurSind, Andrea Bottega, ha portato all’attenzione del Senato una questione cruciale: il futuro della professione infermieristica in Italia. Durante l’audizione, Bottega ha evidenziato le sfide e le criticità che stanno allontanando le nuove generazioni dall'intraprendere la carriera infermieristica, soprattutto in relazione alle condizioni di lavoro, agli stipendi inadeguati e al crescente carico di responsabilità.
La crisi delle professioni infermieristiche
Bottega ha sottolineato che, nonostante l’importanza e il riconoscimento sociale del ruolo degli infermieri da parte dei pazienti, la categoria vive un momento di grande difficoltà. I principali problemi riguardano le condizioni lavorative sfavorevoli, che non solo penalizzano gli operatori sanitari, ma disincentivano le nuove leve dall’entrare nel settore. Il sindacato NurSind, che rappresenta gli infermieri, ha ribadito la necessità di azioni concrete per potenziare e tutelare la categoria, un’esigenza mai così urgente come in questo momento di ripensamento globale del SSN.
Il disegno di legge in esame e le proposte di NurSind
Durante l’audizione, Bottega ha analizzato alcune delle misure presenti nel disegno di legge attualmente in discussione, soffermandosi su tre articoli chiave: l’articolo 1, l’articolo 9 e l’articolo 13. NurSind ha anche avanzato una proposta emendativa alla legge n. 42 del 26 febbraio 1999, con l’obiettivo di garantire una maggiore valorizzazione delle attività delle professioni sanitarie.
Articolo 1: la prescrizione e l’erogazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale
Bottega ha espresso preoccupazioni riguardo la formulazione del primo comma dell’articolo 1, in cui si attribuiscono in maniera “esclusiva” le attività di diagnosi, prognosi e terapia ai medici. NurSind propone di eliminare il termine “esclusiva”, poiché questo contrasta con la prassi consolidata che riconosce agli infermieri il diritto di eseguire diagnosi infermieristiche e agli psicologi quelle psicologiche. Tale restrizione, secondo Bottega, rischierebbe di compromettere modelli operativi come il triage intraospedaliero, il Fast Track e il See and Treat, strumenti fondamentali nella gestione del sovraffollamento dei pronto soccorso.
Inoltre, la pandemia ha dimostrato che in molte situazioni diagnosi e terapie non sono esclusivamente legate alla valutazione medica, aprendo la strada all’utilizzo crescente di tecnologie di autodiagnosi e intelligenza artificiale.
Articolo 9: riorganizzazione della rete dei laboratori del SSN
Per quanto riguarda l’articolo 9, che prevede la riorganizzazione della rete laboratoristica, NurSind si è espresso favorevolmente. Bottega ha evidenziato come l’uso della telemedicina e delle tecnologie attuali, come i Point of Care Testing (POCT), permetta di ottimizzare l’analisi dei campioni e di velocizzare i tempi di risposta, garantendo una maggiore efficienza. La centralizzazione dei laboratori, secondo NurSind, potrebbe generare importanti economie di scala, migliorando al contempo la qualità del servizio e senza compromettere la salute dei cittadini.
Articolo 13: bilanci degli ordini professionali
NurSind ha invece criticato l’articolo 13, che tratta l'approvazione dei bilanci degli ordini professionali. Bottega ha definito la misura “antidemocratica”, poiché prevede che i consigli direttivi degli ordini possano decidere aumenti delle tasse annuali senza consultare gli iscritti o essere soggetti al controllo della Corte dei conti. NurSind chiede quindi lo stralcio dell’articolo, ritenendolo non pertinente alle questioni sanitarie trattate dal disegno di legge.
La proposta di modifica alla legge del 1999
L’audizione si è conclusa con una proposta emendativa alla legge n. 42 del 26 febbraio 1999, avanzata da NurSind per favorire una maggiore valorizzazione delle professioni sanitarie. La modifica suggerita mira a riconoscere formalmente le attività svolte dagli infermieri, che spesso ricadono sotto la responsabilità dei medici, e a integrare queste competenze nel quadro normativo.
Tale cambiamento, secondo il sindacato, potrebbe non solo riconoscere il valore della professione infermieristica, ma anche contribuire a ridurre le liste d'attesa, consentendo una migliore allocazione delle risorse mediche.
Le prospettive future
La valorizzazione delle competenze degli infermieri, insieme a una riforma strutturale del SSN, rappresenta una priorità per NurSind. Il sindacato ritiene che, senza interventi concreti, il sistema sanitario nazionale rischi di non essere in grado di fronteggiare le sfide future, soprattutto in un contesto di crescente invecchiamento della popolazione e di aumento della domanda di servizi sanitari.
Con questa audizione, NurSind ha ribadito l’importanza di un dialogo aperto tra le istituzioni e gli operatori sanitari, affinché si possa garantire un futuro più equo e sostenibile per la professione infermieristica e, di conseguenza, per l’intero sistema sanitario italiano.