In arrivo 10mila infermieri indiani. Ecco i requisiti che dovranno avere per lavorare in Italia
L’ingresso di migliaia di infermieri indiani nel Sistema Sanitario Nazionale italiano è ormai imminente, una soluzione considerata necessaria dal Ministero della Salute per fronteggiare la carenza cronica di personale sanitario. Sono infatti circa 10.000 gli infermieri che il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato di voler assumere nei prossimi mesi, forse entro un anno. Un’iniziativa che segna una svolta significativa, dettata dalle esigenze sempre più urgenti del settore sanitario in Italia.
Il quadro della crisi: carenza di personale e fuga dei giovani
Oggi, nel sistema sanitario italiano, mancano all’appello ben 65.000 infermieri, una carenza che si prospetta destinata a peggiorare: nei prossimi dieci anni, altri 100.000 infermieri andranno in pensione, aggravando ulteriormente la situazione. Il turnover risulta difficoltoso, poiché i giovani italiani, spesso poco incentivati, si mostrano riluttanti ad avviare una carriera sanitaria nel Paese. Lo stipendio medio di un infermiere, al di sotto della media europea, è percepito come poco competitivo, a questo si aggiungono le condizioni lavorative attuali e la scarsa prospettiva di carriera.
Il piano di reclutamento: una partnership internazionale con l’India
Per rispondere all’emergenza, il Ministero della Salute ha avviato oltre un anno e mezzo fa un dialogo con le istituzioni indiane. Questa collaborazione, formalizzata attraverso un accordo intergovernativo operativo dal primo aprile 2023, permette di attingere a una risorsa disponibile in India: una base di personale sanitario che conta oltre 3,3 milioni di professionisti, come dichiarato al G7 Salute di Ancona. Durante questo evento, tenutosi all’inizio di ottobre, il ministro Schillaci ha incontrato la viceministra indiana, che ha confermato la disponibilità del proprio Paese a supportare l’Italia in tempi rapidi.
Requisiti e qualifiche: infermieri con formazione e conoscenza della lingua italiana
L’accordo prevede criteri di selezione rigorosi per i professionisti indiani. Gli infermieri reclutati dovranno possedere titoli formativi riconosciuti dalla normativa italiana e dimostrare una conoscenza della lingua italiana almeno a livello B1, certificato attraverso corsi che verranno svolti direttamente nel loro Paese di origine. Un aspetto positivo sottolineato dal Ministero della Salute è che la formazione infermieristica indiana è considerata di alta qualità, grazie alle influenze del sistema britannico, e si allinea ai requisiti europei.
Criticità e prospettive future
Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi), ha espresso la necessità di accettare l’ingresso di personale straniero, sottolineando però l’importanza di una riflessione a lungo termine. “Dobbiamo digerire l’arrivo degli stranieri, ma è fondamentale costruire il futuro con risorse umane interne,” ha dichiarato Mangiacavalli, indicando una visione che contempli, parallelamente, investimenti strutturali per incentivare la formazione e la permanenza dei giovani nel settore.