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Novità. Ecco i nuovi approcci metodologici e organizzativi nei dipartimenti di emergenza

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La Redazione
Pubblicato il: 19/11/2024 vai ai commenti

Professione e lavoroStudi e analisi

La Sfida dei Dipartimenti di Emergenza e Urgenza (DEA)

Negli ultimi anni, i Dipartimenti di Emergenza e Urgenza (DEA) italiani hanno affrontato una serie di problematiche complesse: sovraffollamento, aumento delle richieste non urgenti, carenze organizzative e criticità nella gestione del personale. Queste difficoltà non solo rallentano l’efficienza delle cure, ma hanno anche implicazioni dirette sulla qualità del servizio e sulla sicurezza dei pazienti e del personale sanitario. In questo contesto, diventa essenziale ripensare i modelli organizzativi e metodologici per rispondere alle nuove sfide.

Ripensare il Triage: la nuova Frontiera della gestione delle emergenze

Il recente aggiornamento normativo Stato-Regioni ha introdotto significativi cambiamenti nel triage. Questo processo, cruciale per stabilire le priorità assistenziali, è stato profondamente rivisitato. I principali sviluppi includono:

  • Codici colore aggiornati: da quattro a cinque, con l’introduzione del codice azzurro, per una maggiore precisione nella stratificazione delle urgenze.
  • Autonomia professionale infermieristica: il triage è ora una competenza infermieristica specifica, abolendo il sistema gerarchico precedente.
  • Ampliamento delle mansioni: gli infermieri possono somministrare farmaci, effettuare prelievi ematici e avviare trattamenti in base a protocolli standardizzati, senza necessità di una prescrizione diretta.

Questi cambiamenti mirano non solo a snellire i processi, ma anche a valorizzare il ruolo dell’infermiere, rendendolo un elemento centrale nella gestione iniziale del paziente.

Modelli organizzativi innovativi: soluzioni per l’efficienza

Per rispondere al crescente sovraffollamento e migliorare la qualità delle cure, sono stati introdotti nuovi modelli organizzativi:

See and Treat: semplicità ed efficienza

Questo modello, nato in Toscana e ora esteso a livello nazionale, permette di gestire emergenze minori con rapidità. Gli infermieri, supportati da protocolli specifici, identificano i pazienti con bisogni assistenziali meno complessi e li trattano direttamente. Ciò riduce i tempi di attesa e alleggerisce il carico di lavoro delle equipe mediche.

Fast Track: percorsi mirati

Il fast track è progettato per le urgenze monospecialistiche. Dopo un primo triage, il paziente viene indirizzato direttamente a percorsi specifici, come ortopedia o dermatologia, dove riceve cure tempestive. Questo sistema:

  • Riduce il tempo di permanenza in Pronto Soccorso.
  • Migliora l’esperienza del paziente.
  • Evita intasamenti nelle aree di emergenza più critiche.

Percorsi di presa in carico anticipata (ppca)

Questi percorsi, gestiti da infermieri specializzati, sono pensati per categorie di pazienti vulnerabili, come pediatrici, anziani o con patologie croniche. Il PPCA consente di:

  • Garantire una risposta tempestiva.
  • Prevenire complicanze.
  • Ridurre gli accessi non necessari in Pronto Soccorso.

L’Infermiere di processo: una figura chiave

Tra le innovazioni più significative spicca l’introduzione dell’infermiere di processo, una figura organizzativa che opera in sinergia con medici e altri professionisti sanitari per coordinare:

  • Ammissione e dimissione: facilitare il flusso dei pazienti tra i diversi reparti.
  • Continuità assistenziale: garantire che i pazienti dimessi ricevano un follow-up adeguato.
  • Riduzione delle attese e degli abbandoni: gli studi dimostrano che questa figura riduce il tasso di abbandono dal 7% allo 0,2% e il tempo medio di permanenza in Pronto Soccorso.

L’introduzione dell’infermiere di processo ha anche dimostrato di aumentare la soddisfazione dei pazienti e di migliorare gli outcome clinici grazie a un monitoraggio più rigoroso.

L’Infermiere di famiglia e comunità: un ponte tra territorio e ospedale

Un’altra figura cruciale per affrontare il sovraffollamento e migliorare l’assistenza territoriale è l’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC). Questo professionista agisce sul territorio per:

  • Gestione delle patologie croniche: riducendo il numero di ricoveri e accessi impropri al Pronto Soccorso.
  • Prevenzione: promuovendo interventi educativi e monitoraggi proattivi.
  • Integrazione sociale e sanitaria: identificando problemi socio-economici che influenzano la salute dei pazienti.

La FNOPI ha dimostrato che, dove l’IFeC è già operativo, si osservano:

  • Una riduzione del 12% dei ricoveri ospedalieri.
  • Un calo del 18% degli accessi impropri in Pronto Soccorso.
  • Una maggiore continuità assistenziale e soddisfazione del paziente.

Telemedicina e innovazione tecnologica

L’integrazione della tecnologia nella pratica infermieristica è un altro elemento chiave. La telemedicina, la teleassistenza e il telenursing consentono di:

  • Monitorare i pazienti cronici a distanza.
  • Ridurre i tempi di intervento per emergenze gestibili sul territorio.
  • Migliorare l’accesso ai servizi per i pazienti più vulnerabili.

Sovraffollamento e violenza: un circolo vizioso da spezzare

Il sovraffollamento non è solo un problema organizzativo, ma anche una fonte di stress per il personale sanitario, aumentando il rischio di episodi di violenza. Secondo i dati, il 20% degli eventi sentinella ospedalieri è correlato a episodi di violenza. Migliorare l’organizzazione dei DEA può contribuire a creare un ambiente più sicuro e sereno sia per i pazienti che per gli operatori.

Conclusioni: Un Futuro di Innovazione e Valorizzazione

I DEA italiani stanno affrontando una trasformazione necessaria per rispondere alle nuove sfide. La valorizzazione del ruolo infermieristico, l’introduzione di modelli organizzativi innovativi e l’integrazione tra ospedale e territorio rappresentano i pilastri di questo cambiamento. Investire in risorse umane, tecnologia e formazione è essenziale per costruire un sistema sanitario più efficiente, umano e resiliente.

Questo cambiamento non solo migliorerà gli standard di cura, ma contribuirà anche a rendere i Dipartimenti di Emergenza un esempio di eccellenza e innovazione.

Tratto da: NUOVI APPROCCI METODOLOGICI E ORGANIZZATIVI NEI DAI D’EMERGENZA

A cura di. Cavò G, T.Morabito  A.Rosace  S.R.Abrami

AOU G.Martino Policlinico universitario di Messina

 

NUOVI APPROCCI METODOLOGICI E ORGANIZZATIVI NEI DAI DEMERGENZA