Asl costretta a pagare 100mila euro di risarcimento per mancati riposi
Napoli, 29 Novembre 2024 - La Corte di Appello di Napoli, Sezione Lavoro, con la sentenza n. 3275 del 3 ottobre 2024, ha emesso un pronunciamento che potrebbe avere profonde ripercussioni sulle condizioni lavorative dei medici ospedalieri e sulla conformità della normativa italiana alle direttive europee in materia di orario di lavoro.
La vicenda
L’appellante, un dirigente medico, aveva citato l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) presso cui lavorava sin dal 2008, sostenendo la sistematica violazione delle norme europee recepite dal Decreto Legislativo 66/2003. Tra le principali accuse:
- Mancata fruizione del riposo giornaliero minimo di 11 ore consecutive.
- Superamento delle 48 ore lavorative settimanali.
- Violazione delle norme sul lavoro notturno (limite di 8 ore per periodi di 24 ore).
- Assenza di riposi compensativi adeguati.
Il medico ha richiesto un risarcimento danni per usura psicofisica pari a circa 121.000 euro, calcolato considerando le ore aggiuntive lavorate in assenza di riposi adeguati.
Il giudizio di primo grado
Il Tribunale di Torre Annunziata aveva respinto le richieste, sostenendo che:
- Le timbrature non rappresentano necessariamente l’effettivo orario di lavoro, includendo attività accessorie.
- La normativa nazionale prevedeva deroghe alle regole sui riposi, giustificabili dalla necessità di garantire la continuità assistenziale.
La sentenza di appello
La Corte di Appello di Napoli ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado, condannando la Asl a pagare euro 32.449,42 a titolo di risarcimento del danno conseguente allaviolazione del diritto al periodo minimo di riposo di 11 ore consecutive, e di euro 68.372,77 atitolo di risarcimento del danno conseguente a violazione della normativa sull'orario notturno,oltre rivalutazione ed interessi da dovuto al saldo, chiarendo punti fondamentali in materia di tutela dei diritti dei lavoratori:
1. Orario di Lavoro Effettivo
La Corte ha ribadito l’interpretazione della Corte di Giustizia Europea secondo cui tutto il periodo in cui il lavoratore è a disposizione del datore di lavoro, anche durante i turni di guardia in cui si riposa o dorme, deve essere considerato orario di lavoro. Questo principio è stato affermato anche per il personale medico.
2. Riposi Giornalieri e Compensativi
Sebbene la normativa nazionale preveda deroghe, la Corte ha stabilito che tali deroghe devono essere eccezionali e giustificate da motivazioni chiare. Inoltre, i riposi compensativi devono essere immediatamente successivi al lavoro straordinario e non differiti arbitrariamente.
3. Violazione delle Direttive Europee
La sentenza sottolinea che la normativa italiana, prima delle modifiche introdotte dalla Legge 161/2014, era in palese violazione delle direttive europee. Queste violazioni, pur modificate nel 2015, avevano creato situazioni lavorative insostenibili per il personale sanitario.
Implicazioni della Sentenza
Questa decisione rappresenta un passo avanti nella tutela dei diritti dei lavoratori della sanità:
- Adeguamento Normativo: la sentenza sollecita una rigorosa applicazione delle normative europee.
- Giurisprudenza: fornisce una base per altri contenziosi simili, creando un precedente importante.
- Sicurezza e Salute sul Lavoro: rafforza il principio che il benessere psicofisico dei lavoratori è prioritario rispetto alle esigenze organizzative delle strutture sanitarie.
La sentenza della Corte di Appello di Napoli si inserisce in un dibattito europeo sulle condizioni lavorative nel settore sanitario, dimostrando come il mancato rispetto delle direttive comunitarie possa tradursi in un danno concreto per i lavoratori. È ora auspicabile che le ASL e il legislatore considerino questa decisione per riformare il sistema, garantendo un equilibrio tra esigenze operative e diritti fondamentali dei lavoratori.