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Aggressioni PS, arrivano le telecamere. NurSind Asti: ' si cura il sintomo, ma non la malattia'

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La Redazione
Pubblicato il: 03/01/2025 vai ai commenti

NurSind dal territorioPiemonte

L’introduzione delle telecamere anti-violenza nel Pronto Soccorso del Cardinal Massaia di Asti, parte del cosiddetto “Modello Asti”, ha acceso un dibattito nel settore sanitario. Se da un lato il progetto viene salutato come un passo avanti per garantire la sicurezza degli operatori sanitari, dall’altro il sindacato delle professioni infermieristiche NurSind sottolinea che la misura non affronta le vere cause delle aggressioni.

Un Piano Sicurezza Innovativo

Il protocollo, firmato da Asl e Questura, prevede l’installazione di nove telecamere di sorveglianza, sei interne e tre esterne, collegate direttamente con le centrali operative delle forze dell’ordine. Il progetto, nato dalla Prefettura, mira a ridurre i tempi di intervento in caso di violenze, dotando il personale sanitario di pulsanti di allarme rapido.

Il prefetto Claudio Ventrice ha definito il “Modello Asti” un’iniziativa pilota che potrebbe essere estesa a tutti i presidi sanitari piemontesi.

La Risposta del NurSind

Il NurSind, tuttavia, invita a una riflessione più ampia. Il segretario territoriale, Gabriele Montana, pur riconoscendo l’utilità delle telecamere, sottolinea che queste rappresentano una risposta parziale: "Si cura il sintomo, ma non la malattia". Per Montana, le aggressioni ai danni del personale sanitario derivano da una profonda disorganizzazione del sistema sanitario, in particolare dalla carenza di assistenza sul territorio.

“Il Pronto Soccorso si trova a gestire un numero enorme di casi che dovrebbero essere affrontati dalla medicina di base. Le persone arrivano esasperate dopo aver trovato le porte chiuse negli ambulatori territoriali e la tensione spesso sfocia in violenza”, spiega Montana.

Numeri e Proposte

Secondo i dati, tra gennaio e ottobre 2024, il Pronto Soccorso del Cardinal Massaia ha registrato 51.238 accessi, ma solo una minoranza di questi riguardava vere emergenze mediche: il 3,4% erano codici rossi e il 19% arancioni. La maggior parte erano codici verdi e bianchi, che rappresentano situazioni meno critiche. "Se avessimo una rete territoriale solida, il Pronto Soccorso non sarebbe sovraccarico di pazienti che non necessitano di cure urgenti", afferma Montana.

Il NurSind propone un rafforzamento della medicina territoriale, con investimenti in ambulatori e servizi di base, come soluzione a lungo termine per ridurre le aggressioni. “Le telecamere possono aiutare, ma occorre agire sulle cause profonde del problema”, conclude Montana.

Un Futuro da Scrivere

Mentre il “Modello Asti” prende forma, il dibattito resta aperto. Il NurSind insiste sulla necessità di un piano sanitario strutturale, capace di risolvere le criticità che affliggono il sistema e proteggere davvero il personale sanitario. Le telecamere, per quanto utili, non possono sostituirsi a una riforma che metta al centro la sicurezza e la dignità del lavoro infermieristico.