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NurSind alla Camera. Riforma Competenze, professioni usuranti e valorizzazione per gli Infermieri

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 16/01/2025

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Andrea Bottega, Segretario Nazionale del NurSind, ha presentato alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati una memoria dettagliata nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul riordino delle professioni sanitarie. Il documento, frutto di un’analisi approfondita, ha messo in evidenza le criticità che affliggono la professione infermieristica in Italia, proponendo un piano di interventi urgenti e strutturati per affrontare le problematiche esistenti.

Un sindacato in prima linea

NurSind, il più grande sindacato infermieristico italiano con oltre 54.000 iscritti, si batte quotidianamente per la tutela e la valorizzazione della professione infermieristica. L’organizzazione rappresenta un punto di riferimento per la categoria e promuove un confronto costruttivo con le istituzioni, puntando a una tutela sindacale autonoma che tenga conto delle esigenze specifiche degli infermieri.

Bottega, nel suo intervento, ha espresso gratitudine per l’opportunità di contribuire al dibattito istituzionale, ribadendo l’urgenza di affrontare in modo sistematico le carenze strutturali che affliggono la sanità italiana.

Le criticità: una professione al limite

La professione infermieristica in Italia attraversa una crisi senza precedenti, caratterizzata da un insieme di fattori che ne compromettono la sostenibilità a lungo termine:

  1. Grave carenza di personale. Secondo i dati presentati, mancano all’appello circa 65.000 infermieri, cifra che sale a 85.000-90.000 unità considerando i fabbisogni previsti per l’attuazione del PNRR. Questa carenza ha ripercussioni dirette sulla qualità del servizio sanitario, aumentando i carichi di lavoro e il rischio di burnout tra gli operatori.
  2. Scarso interesse tra i giovani. I corsi di laurea in infermieristica registrano un calo costante di iscritti. In alcune regioni del Nord Italia, i posti disponibili superano addirittura le domande, un fenomeno senza precedenti tra le professioni sanitarie. Nel 2022, il numero di laureati in infermieristica in Italia era di appena 16,4 ogni 1.000 abitanti, contro una media OCSE di 44,9.
  3. Stipendi non competitivi. Le retribuzioni degli infermieri italiani sono inferiori del 26% rispetto alla media europea, un divario che rende la professione poco attrattiva, soprattutto per i giovani. Questo fenomeno è aggravato dall’alto tasso di emigrazione: circa 30.000 infermieri italiani lavorano all’estero.
  4. Carichi di lavoro insostenibili. Gli infermieri affrontano turni massacranti, spesso con un numero insufficiente di colleghi. Questo porta non solo a un’elevata usura psicofisica ma anche a un aumento delle dimissioni anticipate, che contribuiscono ulteriormente alla carenza di personale.

Le proposte di NurSind

Andrea Bottega ha presentato un piano articolato di riforme, con l’obiettivo di rilanciare e valorizzare la professione infermieristica. Tra le principali proposte:

  1. Modifica legislativa alla legge 42/1999:
    • NurSind propone di rivedere il campo di attività delle professioni sanitarie, riconoscendo formalmente competenze già esercitate dagli infermieri. Questa modifica permetterebbe di ottimizzare l’impiego dei medici, riducendo le liste d’attesa e garantendo una maggiore efficienza del sistema sanitario.
  1. Riconoscimento delle professioni usuranti:
    • Inserire la professione infermieristica tra le attività riconosciute come usuranti, prevedendo benefici previdenziali adeguati per chi affronta turni notturni e un’elevata usura psicofisica.
  1. Valorizzazione economica e autonomia professionale:
    • Introdurre specifiche voci tariffarie per le attività infermieristiche nel nomenclatore sanitario e riconoscere la possibilità di prescrivere presidi, farmaci e esami diagnostici. Questo consentirebbe non solo di rafforzare l’autonomia professionale ma anche di aumentare l’attrattività della carriera.
  1. Interventi strutturali per il reclutamento:
    • NurSind evidenzia l’importanza di investire nella formazione e nel reclutamento di giovani infermieri, riducendo la dipendenza dal personale estero e contrastando il fenomeno delle dimissioni anticipate.

La Legge di Bilancio 2025: primi passi avanti

Bottega ha riconosciuto alcuni progressi significativi ottenuti grazie al dialogo con le istituzioni, tra cui:

  • L’aumento dei fondi per l’indennità di specificità infermieristica.
  • La defiscalizzazione degli straordinari, una misura che alleggerisce il carico fiscale sui professionisti.

Tuttavia, queste misure sono considerate solo un punto di partenza. “È necessario un intervento coordinato e sistematico per affrontare le sfide attuali e garantire un futuro sostenibile al nostro Servizio Sanitario Nazionale”, ha sottolineato il Segretario.

Un appello al Governo

L’audizione si è conclusa con un appello accorato al Governo e alla Commissione Affari Sociali affinché ascoltino la voce degli infermieri e diano seguito alle proposte avanzate. Con l’invecchiamento della popolazione e la crescente domanda di assistenza sanitaria, valorizzare la professione infermieristica diventa non solo un’esigenza della categoria, ma una priorità per tutto il sistema sanitario nazionale.

“Il 2025 sarà un anno cruciale per il futuro della sanità italiana. È il momento di agire, di dare dignità e valore a chi ogni giorno si prende cura della salute del nostro Paese”, ha concluso Bottega.