Padova. Arriva l'OSS strumentista di sala operatoria
In un clima di crescente tensione e carenza di personale, un ospedale padovano starebbe avviando un corso interno per formare Operatori Socio-Sanitari (OSS) come strumentisti in sala operatoria. L'iniziativa, ancora non ufficialmente comunicata dalla direzione aziendale, starebbe sollevando interrogativi e preoccupazioni tra i professionisti del settore sanitario e le organizzazioni di categoria.
La formazione interna: un’opportunità o una forzatura?
Secondo fonti interne, il corso avrebbe una durata di circa 200 ore e sarebbe destinato esclusivamente a OSS volontari. La formazione si svolgerebbe senza direttive regionali o riconoscimenti normativi, e prevedrebbe il supporto diretto degli infermieri in qualità di tutor. Tuttavia, l’assenza di un inquadramento legislativo e il mancato coinvolgimento di enti regolatori suscitano dubbi sulla legittimità e sull’efficacia di questa iniziativa.
All’estero, percorsi formativi specifici per tecnici di strumentazione chirurgica esistono e hanno una durata compresa tra i due e i tre anni, culminando con il rilascio di un titolo professionale riconosciuto. Tali figure vengono integrate in modo strutturale nei team operatori, garantendo una presenza numerica adeguata alla complessità degli interventi. In Italia, invece, l’introduzione di OSS strumentisti potrebbe portare a una riduzione del personale infermieristico in sala operatoria, con un conseguente aumento del carico di lavoro e delle responsabilità per i pochi infermieri rimasti.
Sicurezza dei pazienti e criticità operative
La potenziale riorganizzazione vedrebbe un solo infermiere e due OSS presenti in sala operatoria durante le procedure. Una configurazione che, secondo gli operatori, non garantirebbe adeguati standard di sicurezza, soprattutto in situazioni di emergenza intraoperatoria. Attualmente, la prassi prevede la presenza di due infermieri e un OSS, una composizione già considerata limite per gestire le criticità operative.
In caso di emergenze, l’unico infermiere disponibile si troverebbe a dover coordinare contemporaneamente le attività della sala e gestire l’assistenza diretta al paziente, aumentando il rischio di errori e mettendo a repentaglio la sicurezza delle cure.
Le criticità organizzative e il malessere del personale
La situazione è aggravata da una cronica carenza di organico, con un crescente numero di infermieri che abbandonano la struttura a causa di pensionamenti e licenziamenti. Negli ultimi due anni, l’azienda avrebbe registrato un’emorragia significativa di professionisti, attratti da realtà lavorative più sostenibili. La mole di lavoro attuale, descritta come insostenibile, avrebbe generato un clima di stress e demotivazione tra i dipendenti.
L’avvio del corso per OSS strumentisti avrebbe inoltre comportato il blocco totale delle ferie per il personale, ufficialmente giustificato da esigenze organizzative. Se confermata, questa decisione rappresenterebbe una violazione dei diritti contrattuali e delle normative vigenti, con ulteriori ripercussioni sul benessere psicofisico dei lavoratori.
Il parere delle organizzazioni professionali
Diverse associazioni e ordini professionali avrebbero espresso la loro contrarietà all’iniziativa. Secondo queste fonti, affidare agli OSS mansioni tipiche del personale infermieristico rappresenterebbe un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e sicurezza, soprattutto in un contesto tecnico e delicato come quello della sala operatoria.
Le normative vigenti in Italia non prevederebbero la possibilità per gli OSS di assumere il ruolo di strumentisti. Ogni eventuale modifica organizzativa dovrebbe quindi passare attraverso un adeguamento legislativo, con il coinvolgimento delle autorità regionali e nazionali competenti.
La direzione sanitaria, pur muovendosi in maniera informale, sembrerebbe intenzionata a colmare le lacune organizzative con soluzioni rapide ma potenzialmente controverse. Tuttavia, la sicurezza dei pazienti e il rispetto delle normative dovrebbero rimanere al centro di ogni decisione.
Rimane urgente un chiarimento sui requisiti organizzativi delle sale operatorie e sull’eventuale possibilità di introdurre figure non regolamentate come gli OSS strumentisti. La speranza è che si avvii un confronto trasparente tra le parti interessate per trovare soluzioni sostenibili, senza compromettere la qualità delle cure e la dignità professionale degli operatori sanitari.