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Turnover sanitario: numeri controversi e accuse incrociate tra APSS e il consigliere Claudio Cia

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 24/01/2025

Trentino Alto Adige

Il dibattito sulla situazione del personale sanitario in Trentino si accende dopo lo scambio di accuse tra il consigliere Claudio Cia, del Gruppo Misto, e l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS). Al centro della discussione vi sono i dati sul turnover del personale medico e infermieristico, che descrivono due versioni contrapposte di una realtà sanitaria già sotto pressione.

La denuncia del consigliere Claudio Cia

In una nota diffusa dopo la replica dell’APSS, Claudio Cia ha ribadito la gravità del problema del turnover, portando all’attenzione pubblica alcune contraddizioni presenti nella posizione dell’azienda sanitaria. “Fin dall’esordio, il comunicato dell’APSS si distingue per una giustificazione di comodo: la presunta fisiologia del turnover. Questa banalità, già sottolineata nella mia conferenza stampa, non riduce in alcun modo la gravità dei dati emersi. È evidente che il problema non è la fisiologia del fenomeno, bensì un saldo negativo strutturale che si traduce in carenze nei servizi ai cittadini”, afferma Cia.

Il consigliere, noto per le sue posizioni critiche verso la gestione sanitaria provinciale, ha spiegato come i numeri ottenuti tramite accesso agli atti mettano in evidenza falle significative nella gestione del personale. In particolare, Cia sottolinea come i dati sull’abbandono volontario di medici e infermieri e quelli relativi ai pensionamenti, richiesti con modalità chiare e distinte, dipingano un quadro preoccupante.

“L’APSS tenta di invalidare un’analisi basata su dati forniti dalla stessa azienda, sostenendo che non sarebbero sommabili algebricamente. Questo è un tentativo inaccettabile di creare confusione. Ho chiesto quanti medici e infermieri abbiano abbandonato volontariamente l’azienda negli ultimi cinque anni e quanti siano andati in pensione nello stesso periodo. Le risposte ottenute non solo sono state confuse, ma sono state accompagnate da un’intimazione a non divulgare i dati. Tuttavia, ritengo che questi numeri appartengano ai cittadini che finanziano la spesa pubblica, ed è per questo che li ho resi pubblici”.

Il consigliere ha criticato con forza anche la mancanza di trasparenza da parte dell’azienda sanitaria: “È surreale che l’APSS sostenga che i dati forniti necessitino di ulteriori chiarimenti per una migliore comprensione. Questo è un chiaro sintomo di una gestione poco trasparente. I numeri devono essere chiari, completi e utilizzabili per guidare decisioni strategiche in un’ottica di miglioramento continuo. Pensare il contrario significa ammettere implicitamente che l’azienda stessa non è in grado di fornire risposte comprensibili. Le tabelle che mi sono state inviate parlano chiaro e non necessitano di interpreti: si parla di abbandoni volontari e di pensionamenti, termini distinti e inequivocabili”.

Cia ha poi puntato il dito contro le difficoltà operative vissute quotidianamente nei servizi sanitari trentini. “Se davvero il saldo tra assunzioni e cessazioni fosse positivo, come sostiene l’APSS, non si spiegherebbero il continuo ricorso ai medici ‘gettonisti’ e il reclutamento di infermieri dall’estero, fino all’India. Questo è un chiaro indicatore di un sistema in affanno. Le difficoltà nel coprire i turni nei Pronto Soccorso, il sovraccarico per il personale in servizio e le carenze nelle cure domiciliari e nella sanità pubblica sono sotto gli occhi di tutti”.

L’analisi indipendente dei dati è, secondo Cia, l’unico strumento per uscire dall’impasse: “Dopo questa replica, appare evidente quanto sia urgente condurre un esame imparziale e trasparente. Solo così si potranno comprendere le dinamiche in atto e prendere decisioni strategiche per affrontare le sfide legate al turnover e al benessere del personale”.

La risposta dell’APSS

L’APSS ha replicato alle accuse sottolineando che, negli ultimi sei anni, sono stati assunti a tempo indeterminato 61 medici e 282 infermieri, con un saldo medio annuo di +47 infermieri e +10 medici. “Se si esaminano i dati anno per anno, il periodo di massima crescita è stato il 2020, coincidente con l’emergenza Covid, mentre tra il 2022 e il 2023 si è registrata una flessione, comunque in linea con un trend positivo a lungo termine”, si legge nella nota aziendale.

L’azienda ha spiegato che i concorsi per infermieri e professionisti sanitari vengono indetti a ciclo continuo, garantendo un’ampia possibilità di sbocco professionale per i laureati del Polo delle professioni sanitarie. Tuttavia, l’APSS non ha negato la presenza di criticità, come la difficoltà di attrarre e trattenere medici di Pronto Soccorso e specialisti in alcune aree periferiche. Per affrontare queste problematiche, l’azienda dichiara di essere impegnata quotidianamente, anche con il sostegno economico previsto nell’ultima legge finanziaria.

Un dibattito che interroga il sistema sanitario trentino

Lo scontro tra il consigliere Cia e l’APSS mette in evidenza due visioni contrapposte sullo stato di salute del sistema sanitario provinciale. Da un lato, Cia denuncia una gestione che non riesce a garantire la tenuta strutturale, con ripercussioni dirette sui cittadini e sul personale. Dall’altro, l’APSS rivendica uno sforzo costante per incrementare gli organici, pur riconoscendo che alcune criticità restano aperte.

Il turnover del personale sanitario, lungi dall’essere una questione puramente numerica, rappresenta un nodo centrale per la sostenibilità del sistema. Tra accuse e giustificazioni, una cosa appare certa: la necessità di maggiore trasparenza e di soluzioni efficaci per rispondere ai bisogni di una sanità in costante evoluzione.