Sanità: spesa record per medici e infermieri a gettone, oltre 2 miliardi di euro in cinque anni
Un fenomeno in crescita nonostante la fine della pandemia
La spesa previsionale per medici e infermieri “a gettone” in Italia ha raggiunto la cifra record di 2 miliardi e 141 milioni di euro nel periodo compreso tra il 2019 e il 2024. Un incremento considerevole rispetto agli 1,827 miliardi registrati fino alla fine del 2023, con una previsione di crescita di ulteriori 314 milioni nel 2024.
Secondo i dati del Rapporto Anac sulla domanda del Servizio sanitario nazionale di personale medico e infermieristico, nel solo 2024 la spesa effettiva per i professionisti a gettone è stata pari a 457,5 milioni di euro, nonostante la dichiarazione ufficiale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del 5 maggio 2023 che ha sancito la fine della pandemia e il decreto legge n. 34 del 30 marzo 2023, che prevede l'utilizzo dei “gettonisti” solo in casi di estrema necessità. Tuttavia, il ricorso a questo tipo di contratti continua a crescere.
L’aumento della spesa per medici e infermieri interinali
Entrando nel dettaglio, la spesa previsionale per i medici a gettone nel 2024 ha raggiunto i 42,3 milioni di euro, registrando un incremento del 20,1% rispetto all'anno precedente. La spesa effettiva, che coincide con il dato previsionale, mostra anch’essa una crescita del 7,3% rispetto al 2023.
Per quanto riguarda gli infermieri a gettone, la spesa previsionale segna un aumento significativo del 48,7%, raggiungendo i 5,8 milioni di euro. Tuttavia, la spesa effettiva si attesta a 8,7 milioni, evidenziando un calo rispetto all’anno precedente.
Le regioni con il maggiore ricorso ai gettonisti
L’analisi territoriale rivela che nel 2024 il Piemonte ha registrato la quota più alta di spesa per medici e infermieri a gettone, con un quarto del totale nazionale. Seguono la Lombardia, con 105 milioni di euro (22,95% del totale), e poi Toscana e Sardegna.
Se si considerano esclusivamente i medici a gettone, il primato spetta a Veneto e Sicilia, mentre per gli infermieri interinali le regioni con la maggiore incidenza sono Lombardia, Abruzzo e Piemonte.
Procedure di reclutamento e criticità del sistema
Le procedure per la selezione dei professionisti sanitari a gettone continuano a essere caratterizzate dalla mancanza di trasparenza. Nel 2024, l’approvvigionamento di infermieri interinali è avvenuto prevalentemente tramite procedura negoziata senza previa pubblicazione, mentre il ricorso alla procedura aperta è stato marginale.
Per i medici a gettone, la modalità prevalente di selezione è stata la procedura negoziata per affidamenti sottosoglia comunitaria e l’affidamento diretto, sollevando dubbi sulla competitività e l’efficienza del sistema di reclutamento.
L’allarme dell’Anac: “Un sistema che impoverisce gli organici”
Sulla questione è intervenuto il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, che ha ribadito la gravità del fenomeno: “Come Anac siamo stati tra i primi a segnalare in Parlamento e al governo l’incremento dei medici a gettone e l’esternalizzazione crescente del personale sanitario, con contratti particolarmente onerosi per le amministrazioni e spesso inadeguati per garantire la qualità del servizio”.
Busia ha inoltre evidenziato le criticità di un sistema che incentiva il personale medico e infermieristico a lasciare il proprio impiego stabile per inseguire retribuzioni più alte nel settore interinale, generando una concorrenza tra le Asl e un impoverimento degli organici del servizio sanitario pubblico. “Ospedali e Asl dispongono di risorse professionali eccellenti, ma non vengono adeguatamente valorizzate, spingendo molti professionisti a cercare soluzioni lavorative più vantaggiose altrove”, ha concluso Busia.
La questione resta aperta e il dibattito politico e istituzionale è destinato a proseguire, mentre il ricorso ai medici e infermieri a gettone continua a rappresentare una delle criticità più rilevanti del sistema sanitario italiano.