Allarme NurSind: 'Con questa legge, niente più infermieri al 118 né triage nei pronto soccorso'
Congresso FNOPI 2025, Roma – Il segretario nazionale di NurSind, Andrea Bottega, non usa mezzi termini: il Disegno di Legge sulle prestazioni sanitarie, così com’è formulato, rischia di mettere in ginocchio l’intero Servizio Sanitario Nazionale. Intervistato a margine del congresso FNOPI, Bottega ha puntato il dito contro un inciso all’articolo 1 del DDL che, a suo avviso, definisce in modo improprio l’“atto medico” e potrebbe escludere le altre professioni sanitarie da attività fondamentali.
“Un colpo al cuore del sistema”
Il nodo, spiega Bottega, è tutto in una frase che attribuisce “in via esclusiva” al medico diagnosi, prognosi e terapia. Una definizione che, se approvata, “azzererebbe il valore di tutte le altre figure professionali che operano nella sanità”. La denuncia è chiara: “Definire l’atto medico con un inciso dentro una legge che nasce per ridurre le liste d’attesa è un attacco frontale al SSN. Si rischia di bloccare servizi essenziali”.
Ambulanze ferme, pronto soccorso in tilt
Bottega fa esempi concreti: “Se la diagnosi spetta solo al medico, le ambulanze con a bordo solo infermieri non potranno più uscire. Ogni intervento comporta una valutazione, anche minima, sullo stato del paziente. Senza diagnosi non si muove nulla”. E il caos si allargherebbe ai pronto soccorso: “Oggi i triage sono gestiti dagli infermieri. Se serve un medico per ogni valutazione, si rischia il collasso operativo”.
Farmacie, vaccinazioni e terapie a rischio
Il segretario di NurSind mette in discussione anche il ruolo dei farmacisti: “Oggi somministrano vaccini, ma con questa norma dovrebbero chiudere i servizi in farmacia. Ogni atto terapeutico, anche una semplice tachipirina, richiederebbe diagnosi e prescrizione esclusivamente medica. E allora – incalza – durante la pandemia chi ha fatto i tamponi nelle scuole, nei drive-through, nelle fiere? Gli infermieri. Non i medici. Questa è la realtà”.
Appello al dialogo, no a blitz normativi
Bottega riconosce la disponibilità al confronto espressa dal Ministro Schillaci, ma pone una condizione netta: “Non si definisce un atto professionale con un inciso nascosto in una legge che parla d’altro. Se vogliamo discutere delle competenze, lo facciamo apertamente, con una legge sulle professioni sanitarie, non con imboscate legislative”.
E lancia un avvertimento politico: “Se si favorisce una sola categoria per convenienze o pressioni, i cittadini ne pagheranno il prezzo. Liste d’attesa raddoppiate, servizi ridotti, accesso alle cure limitato. Poi toccherà a loro giudicare la qualità delle scelte fatte”.
Conclusione amara: “Se questa norma passa così com’è – chiude Bottega – il Servizio Sanitario come lo conosciamo oggi non esisterà più”.