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Terremoto Myanmar: infermiere in Yunnan proteggono i neonati tra le scosse

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 29/03/2025

Attualità

In mezzo alla tragedia del potente terremoto di magnitudo 7.7 che ha colpito il Myanmar il 28 marzo, causando oltre 1.000 vittime e danni estesi, un video dalla Cina ha catturato un momento di umana resilienza. A Ruili, nella provincia cinese dello Yunnan, due infermiere del reparto maternità dell’Ospedale Jingcheng hanno protetto con determinazione i neonati durante le violente scosse avvertite anche oltre confine.

Le immagini, diffuse online, mostrano le professioniste in camice bianco mentre tengono saldamente in braccio i bambini e stabilizzano le culle termiche, nonostante le oscillazioni del pavimento. Questo gesto, definito da molti "eroico", riflette in realtà la quotidiana professionalità di chi opera nel settore sanitario: non un atto straordinario, ma l’applicazione consapevole di competenze e dedizione.

Le infermiere, infatti, hanno agito dimostrando che la loro forza risiede non in un’aura mitizzata di eroismo, ma nella preparazione e nell’impegno costante al servizio della comunità. Come sottolineato da utenti sui social, il loro coraggio è espressione di una routine fatta di responsabilità, spesso invisibile fino a quando un’emergenza non la rende virale.

Il sisma, verificatosi alle 13:20 ora locale, ha provocato evacuazioni caotiche in diverse aree, dalla Thailandia (dove un grattacielo in costruzione è crollato a Bangkok) all’India nordorientale. A Ruili, sebbene non siano stati segnalati danni gravi, il momento di tensione ha ricordato quanto il lavoro sanitario richieda non solo abnegazione, ma anche fredda capacità di reagire sotto pressione.

Mentre i soccorritori in Myanmar cercano ancora sopravvissuti tra le macerie, la vicenda delle infermiere cinesi offre una riflessione necessaria: celebrare gli operatori sanitari non come “supereroi”, ma come professionisti che, ogni giorno, mettono sapere e umanità al servizio degli altri. Un riconoscimento che dovrebbe tradursi in sostegno concreto, ben oltre i momenti di crisi.