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Punto nascita chiuso, liste d’attesa infinite: l’affondo di NurSind contro De Luca

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 03/04/2025

CampaniaNurSind dal territorio

 

Vallo della LucaniaLa visita del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a Vallo della Lucania, ha acceso il confronto sulla sanità nel Cilento, ma più che portare rassicurazioni ha lasciato in eredità perplessità e critiche, soprattutto da parte del sindacato degli infermieri NurSind.

A prendere posizione è stato Biagio Tomasco, segretario territoriale NurSind Salerno, che ha duramente contestato la gestione regionale del punto nascita di Sapri, ormai chiuso. “Non possiamo limitare la discussione attribuendo la colpa solo al Ministero. È una scelta che penalizza un intero territorio e le famiglie che vi abitano. Bisogna guardare anche alle responsabilità della Regione e al perché si è arrivati a questo punto”, ha dichiarato Tomasco.

Altro nodo cruciale: le liste d’attesa. Se da parte della Regione si parla di miglioramenti, NurSind racconta una realtà ben diversa. “I tempi per alcune prestazioni restano lunghissimi – ha aggiunto Tomasco – e i cittadini lo sperimentano ogni giorno. Le dichiarazioni ottimistiche non cambiano la situazione reale”.

Adriano Cirillo, segretario amministrativo del sindacato, ha invece puntato il dito contro le “Botteghe della Salute”, uno dei progetti citati da De Luca per rafforzare la medicina territoriale. “L’idea può anche essere valida – ha detto – ma chi garantirà i servizi se mancano medici e infermieri? Senza risorse umane, ogni progetto rischia di restare sulla carta”.

Cirillo ha poi sollevato la questione della camera iperbarica di Agropoli, tuttora inattiva: “Non possiamo continuare a sentir dire che la colpa è di Roma. Ci sono responsabilità chiare nella mancata realizzazione di questo progetto, e sono tutte regionali”.

Il NurSind Salerno, alla luce degli interventi del Governatore, ribadisce la richiesta di risposte concrete e interventi strutturali per salvare la sanità cilentana, sempre più in affanno tra chiusure, carenze e promesse non mantenute. “Non bastano gli annunci – conclude il sindacato – serve un cambio di passo reale e immediato per difendere i diritti di pazienti e operatori”.