Nursind guida la protesta: ferie a rischio e contratti fermi, pressing sulla Asl Lanciano-Chieti
CHIETI – Contratti in scadenza, trattative ferme al palo e silenzi dalla Direzione aziendale: è rottura tra i sindacati e la Asl 2 Lanciano-Vasto-Chieti. A guidare il fronte della protesta è Nursind, sindacato degli infermieri, che insieme a Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials e Nursingup ha firmato una nota unitaria per denunciare lo stallo della contrattazione decentrata e l’assenza di una pianificazione seria sul fronte ferie e personale.
Il 14 giugno, dopo ripetuti solleciti rimasti senza risposta, le sigle sindacali hanno chiesto formalmente un incontro urgente per riaprire il tavolo di trattativa. Ma dalla Direzione è arrivata solo una convocazione per il 3 luglio – giudicata tardiva e priva di contenuti: “Nessuna informativa sui rinnovi contrattuali in scadenza tra giugno e luglio, nessun chiarimento utile per il personale”, si legge nella nota.
Nursind ha posto l’accento sul disagio crescente tra gli infermieri, evidenziando come la pressione sul personale sanitario durante i mesi estivi sia diventata ormai insostenibile. “Servono risposte concrete e una visione a lungo termine – è il messaggio che arriva dal sindacato – non si può navigare a vista, soprattutto in una fase così delicata”.
Al centro della protesta c’è il mancato rinnovo dei contratti a termine, che coinvolge non solo infermieri ma anche OSS, tecnici e amministrativi. Sebbene sia prevista l’assunzione di 30 nuovi infermieri, i sindacati avvertono: tagliare ora i contratti in scadenza significa minare la tenuta del sistema in piena estate, con un piano ferie già avviato e un organico ridotto all’osso.
La richiesta è chiara: nessuna riorganizzazione senza confronto. “Non si possono decidere tagli e ristrutturazioni a luglio, senza aver prima informato i lavoratori e senza valutarne l’impatto economico e operativo”, ribadiscono le sigle.
Il fronte sindacale è compatto e minaccia azioni decise: se non arriveranno risposte immediate, si andrà avanti con iniziative formali, compreso il ricorso all’Ispettorato del Lavoro.
Nel silenzio della Direzione, il messaggio è forte: “Non si può continuare a gestire l’emergenza come fosse normalità. È ora di cambiare passo. Il personale merita rispetto, programmazione e contratti stabili”.