Roccadaspide, infermiere aggredito al triage: il NurSind chiede rispetto e regole chiare
Un padre entra in escandescenza al Pronto Soccorso e colpisce un infermiere. Tomasco (NurSind): “Non siamo sceriffi, ma servono regole e rispetto per chi cura”.
È stato identificato e arrestato dai carabinieri l’uomo che domenica sera, al Pronto Soccorso dell’ospedale di Roccadaspide, ha aggredito il personale sanitario e danneggiato la struttura. L’uomo, giunto con il figlio minorenne ferito in seguito a un incidente stradale, ha reagito con violenza al divieto di accompagnarlo all’interno delle aree riservate, colpendo con un pugno un infermiere e tentando di aggredire un’altra collega.
Un episodio che purtroppo si inserisce in una lunga scia di violenze nei confronti degli operatori sanitari.
A commentare l’episodio, ai microfoni di Radio Alfa, è stato Biagio Tomasco, segretario territoriale del sindacato delle professioni infermieristiche NurSind Salerno, che ha denunciato con fermezza:
“Ci troviamo di fronte a esagitati che vogliono fare loro le regole e non rispettano quelle del vivere civile. Il problema è nazionale e va affrontato con chiarezza da parte delle istituzioni”.
Tomasco ha sottolineato come il personale sanitario, equiparato a pubblico ufficiale, non possa continuare a subire aggressioni in silenzio:
“L’infermiere è stato colpito solo perché cercava di calmare la situazione. Non siamo nel Far West. Siamo in una società civile che deve saper distinguere tra rabbia e rispetto delle regole”.
Il NurSind ribadisce la necessità di una normativa chiara sull’accesso alle strutture sanitarie e di una formazione adeguata per gestire situazioni di tensione.
“Non possiamo più tollerare che chi lavora per curare venga trasformato in bersaglio. Serve un segnale forte da parte delle direzioni sanitarie e delle istituzioni”.
L’episodio di Roccadaspide, avvenuto in un contesto non affollato, dimostra che la violenza non è sempre legata alla pressione numerica, ma spesso alla mancanza di educazione civica e rispetto.
“Le regole non le fa l’infermiere, ma la direzione sanitaria. E vanno rispettate, come in ogni altro luogo pubblico”, conclude Tomasco.