Iscriviti alla newsletter

Nuove regole per le prestazioni extra: chi può farle e quanto valgono

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 12/11/2025

Contratto Nazionale

 

Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto sanità 2022-2024 introduce una misura chiave per affrontare tre tra le maggiori emergenze del sistema sanitario pubblico: liste d’attesa interminabili, carenza cronica di personale e obiettivi di performance non raggiunti.

L’articolo in questione consente agli operatori delle professioni sanitarie, con orario di lavoro a tempo pieno, di svolgere prestazioni aggiuntive volontarie fuori dal normale orario di servizio. Ma solo in casi eccezionali e temporanei, e solo se richieste formalmente dall’Azienda sanitaria o dall’Ente di appartenenza.

Quando e perché si potranno fare prestazioni extra?

Tre i casi previsti:

  • per abbattere le liste d’attesa, un problema endemico in molte regioni italiane;

  • per coprire temporaneamente i vuoti di organico, quando non sia possibile ricorrere subito a nuove assunzioni;

  • per raggiungere obiettivi supplementari rispetto a quelli assegnati.

Non si tratta, quindi, di uno straordinario qualunque. Le prestazioni aggiuntive sono concepite come strumento mirato per affrontare situazioni critiche e migliorare l’efficienza del servizio sanitario pubblico.

Quanto verranno pagate queste prestazioni?

La tariffa oraria è fissata a 50 euro lordi, onnicomprensivi, escluse le spese aggiuntive per il bilancio dell’Azienda. Tuttavia, resta fermo un principio chiave: non si potrà sforare il tetto di spesa. Il costo complessivo annuo delle prestazioni aggiuntive non potrà superare il valore medio sostenuto dall’Azienda tra il 2015 e il 2019, salvo fondi straordinari stanziati per legge.

Accordi integrativi aziendali che prevedano tariffe migliori restano validi.

Nessuna deroga a riposi, ferie e limiti orari

Il contratto è chiaro anche sul piano operativo: le prestazioni extra sono ammissibili solo dopo il completamento del normale orario di lavoro. Non si potranno svolgere durante ferie, permessi o congedi, e vanno registrate tramite i sistemi di rilevazione ufficiali. In ogni caso, va rispettata la normativa europea e italiana in materia di riposi giornalieri, settimanali e limiti massimi di orario di lavoro.

Regole, non improvvisazione

Ogni Azienda o Ente dovrà adottare un regolamento interno che disciplini queste attività extra, nel rispetto delle direttive nazionali e regionali. Inoltre, eventuali modifiche ai tetti di spesa aziendali dovranno passare da un confronto regionale, come previsto dall’articolo 7 del contratto.