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Avellino, NurSind denuncia: dimissioni Maffei e pronto soccorso sull’orlo del baratro

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 17/12/2025

CampaniaNurSind dal territorio

Il sindacato denuncia: istituzioni immobili, pronto soccorso al limite e operatori lasciati soli.

Le dimissioni del dott. Antonino Maffei non sono un fatto isolato, ma il segnale di un sistema che implode. A denunciarlo con forza è il sindacato NurSind, che da anni mette in guardia contro le falle strutturali dell’emergenza-urgenza.

Secondo i dati SIMEU, dal gennaio 2026 il 26% dei pronto soccorso italiani avrà meno della metà dei medici necessari, mentre il 65% lavorerà con organici ridotti al 75%. Numeri che raccontano una crisi nazionale, ma che ad Avellino diventano realtà quotidiana.

“Comprendiamo le dimissioni di un professionista valido come il dott. Maffei”, dichiarano i segretari territoriali e aziendali NurSind, Romina Iannuzzi e Michele Rosapane, sottolineando come la situazione disastrosa sia ormai insostenibile.

Le direttive regionali sui Piani di Gestione del Sovraffollamento, pubblicate nel 2025, sono rimaste lettera morta: nessuna azienda sanitaria le ha applicate. L’indice NEDOCS, strumento utile a fotografare in tempo reale il sovraffollamento, viene ignorato sistematicamente.

Le promesse di Case della Salute e Ospedali di Comunità si sono rivelate illusioni: in Campania non è attiva alcuna Casa della Salute sulle 169 previste e solo una struttura su 61 Ospedali di Comunità è operativa. A ciò si aggiunge l’assenza totale di infermieri di famiglia, figure cruciali per alleggerire i pronto soccorso.

“Siamo preoccupati dal prevedibile sovraffollamento del PS dell’AORN Moscati nelle prossime settimane”, avverte NurSind, ricordando che già oggi si registra un incremento degli accessi e del boarding.

“Se i vertici aziendali non adotteranno interventi organizzativi immediati, i disagi ricadranno ancora una volta sulla pelle degli operatori sanitari e dei pazienti”, è l’avvertimento netto del sindacato.

Il messaggio è chiaro: senza azioni concrete, il collasso non è più un rischio, ma una realtà.