ASL Toscana Sud-Est, caos nei pronto soccorso di Arezzo: la denuncia NurSind
Personale insufficiente e attese interminabili: il sindacato infermieristico chiede un cambio di rotta reale
Arezzo 29/12/2025. In queste settimane la sanità pubblica della Toscana sud-orientale sta mostrando tutte le sue fragilità. Pronto soccorso sovraffollati, reparti in affanno, professionisti allo stremo e cittadini costretti ad attese incompatibili con il diritto alla cura. Una situazione che NurSind, da tempo, denuncia con forza e che oggi emerge in tutta la sua gravità, tanto da non poter più essere ignorata neppure dai vertici aziendali.
Il punto di massima criticità si registra presso l’Ospedale San Donato di Arezzo, dove il peso della carenza di personale si traduce quotidianamente in disservizi, tensioni e un carico assistenziale non sostenibile. La stessa Asl Toscana Sud-Est ha annunciato l’intenzione di avviare una riorganizzazione dei servizi, a partire dalla gestione degli accessi al pronto soccorso. Una presa d’atto che, però, per il sindacato delle professioni infermieristiche non può rimanere un semplice annuncio.
"Lo denunciamo da anni: le dotazioni organiche e il piano triennale del fabbisogno non rispecchiano la realtà", afferma il segretario territoriale NurSind, Claudio Cullurà, sottolineando come l’attuale emergenza non sia un evento straordinario ma il risultato di una carenza strutturale mai realmente affrontata.
Il picco influenzale ha certamente aggravato il quadro, ma per NurSind il problema va ben oltre la contingenza stagionale. La mancanza cronica di personale infermieristico e sanitario, unita a pensionamenti, assenze prolungate e assunzioni insufficienti, rende inefficace qualsiasi pianificazione che non venga costantemente aggiornata. Un piano triennale che non fotografa la situazione reale diventa, di fatto, uno strumento vuoto, incapace di orientare scelte concrete.
"Un piano che non tiene conto delle uscite e delle reali presenze è inutile. E se davvero esiste, perché non viene condiviso?", incalza NurSind, denunciando anche la progressiva riduzione dei momenti di confronto sindacale, considerata un errore grave in una fase così delicata per il sistema sanitario.
Il sindacato accoglie con cautela l’ipotesi di una rimodulazione dell’accoglienza nei pronto soccorso, compresa l’introduzione sperimentale di personale libero professionista con funzioni informative. Tuttavia, la posizione resta ferma: le soluzioni tampone non possono sostituire un intervento strutturale capace di rafforzare stabilmente gli organici e garantire sicurezza, qualità assistenziale e dignità professionale.
"I pronto soccorso sono solo la punta dell’iceberg", conclude NurSind. "Chiediamo l’immediato ripristino di un tavolo di confronto per capire come l’Azienda intenda affrontare seriamente la carenza di personale. Senza atti concreti, il rischio è che il caos diventi la normalità".
di